giovedì 26 aprile 2018

BRUCE R. POWERS

Sapete che sono contrario a bruciare i libri
Ma per questo farei un'eccezione
e brucerei pure l'autore se fosse vivo.
E' stato pubblicato nel 1984
quattro anni dopo la morte del McLuhan
da un professore che ha pagato le royalties alla vedova per poter millantare che questo fosse il pensiero del grande pensatore canadese.
Lo ha intitolato IL VILLAGGIO GLOBALE autore McLuhan
e ci ha messo dentro un sacco di puttanate tra le quali i popoli che ragionano con l'emisfero sinistro contro quelli che ragionano  con l'emisfero destro la Tetralicomia
previsioni sul un mondo che verrà di cui non se n'è avverata nemmeno una e la registrazione, questa vera, di una conversazione informale avuta con il McLuhan, una di quelle cose che parli davanti ad un bicchiere, anche di cazzate, e lui ci ha tessuto sopra un pamphket da cui ricavare soldi.
Se incontrate il libro in biblioteca, non bruciatelo
ma andate oltre
please

giovedì 12 aprile 2018

essere ed apparire



L'ESSERE  E IL NULLA
 ovvero:
Fenomenologia di Alessandra Drusian
in arte  JALISSE


Qualche tempo fa, per i tipi del Melangolo con testo originale a fronte e' uscito IL NULLA E LE TENEBRE di Fredegiso di Tours, un Diacono della Corte di Carlo Magno che attorno all'ottavo secolo ad Aquisgrana con questo testo - l'unico che ci sia pervenuto in forma integrale - fece nascere un lucido e drammatico dibattito che si protrasse per tutto l'Alto Medioevo.
Drammatico perche' a differenza di adesso dove queste disquisizioni si fanno allegramente quando si e' pieni di vino se sei in Veneto, da fumato se sei alternativo, da scoppiato se frequenti i salotti borghesi, allora facevano rischiare il collo.
Pure Carlo Magno, che qualche dubbio lo nutriva, mando' una lettera ad un suo fido consigliere in Irlanda, tale Dungalo per avere lumi in proposito.
Ma di cosa si dibatteva, di grazia?
Beh, in poche parole Fredegiso si chiedeva: cosa significa la parola NULLA?
E' forse questo NULLA una parola che usiamo per definire qualcosa che non esiste?  Ma allora non si trattera' forse che la cosa da esso significata e' UNA COSA , un'entita', consistente nel non avere niente dentro di se' ma di fatto gia' per se stessa una cosa?
E non e' forse vero che prima del mondo c'era il Nulla da cui tutto ebbe conseguenza?
"Come puoi trattare il nulla?" si chiede Fredegiso " mentre diciamo "Il nulla non esiste" gia' gli conferiamo un'esistenza.

La filosofia moderna ha liquidato da tempo questo Nulla dicendo che non e' un nome ma si tratta di una particella logica che usiamo per esprimere qualcosa che non c'e'. Per spiegarci,  il nulla non e' "IL" niente ma e' il NON qualcosa espresso in un discorso.
Definizione comoda, ma ahime' insufficiente per spiegare il nuovo Nulla che incombe per esempio nel Cyberspazio dove una biblioteca non raccoglie piu' gli atomi di un libro, cioe' la sua presenza fisica, ma ne conserva soltanto i suoi ioni luminosi. Fisicamente quindi nel Web non c'e' nulla, pero' e' possibile trovarci tutto.

Un fenomeno quasi analogo, a mio parere, si e' verificato quando nel 1997 (forse, non ricordo bene la data) i Jalisse vinsero il Festival di Sanremo e subito dopo la stampa nazionale comincio' ad insinuare che tale vittoria avesse portato sfortuna ai due protagonisti facendoli di fatto sparire dal panorama canoro nazionale. Affermazione di volta in volta smentita con educata fermezza dagli interessati che con proclami, comunicati stampa e altro, asserivano di essere su piazza e di mietere successi di concerto in concerto.

Furono anni di incertezza col pubblico che non aveva il piacere di vedere i Jalisse nell'esercizio delle proprie funzioni, cioe' mentre cantavano, mentre era certo della loro esistenza dalla copiosa redazione dei comunicati stampa. Finche' si diffuse il Web e loro, da ottimi navigatori, puntigliosamente misero on line tutto cio' che li riguardava, dai testi, alle fotografie dei loro concerti, dagli mp3 con cui scaricare le loro canzoni, alle date del nuovo tour. Ma le notizie che misero su Internet erano cosi' sterilizzate che ancora oggi aprendo quelle pagine si ha come la sensazione di qualcosa fuori dal tempo. Per esempio:

www.jalisse.it
Jalisse in concerto   Immagini dal concerto della Festa del Secolo
(A quando risale detto concerto? Mah)

... pagelle Jalisse, Fiumi di pagelle, l'epilogo I Jalisse meglio del mago
Do Nascimiento: pronostico quasi azzeccato. ...
(Di quale Festival stiamo parlando? Boh)

www.zuccaweb.it/musica/Jalisse.asp -
Entra nella pagina dedicata a: Jalisse. Scegli tra i siti proposti quello da te ricercato.  ...

www.canzoni-mp3.net/jalisse.htm
jalisse mp3
Canzoni MP3 - Archivio di canzoni di jalisse - mp3 jalisse. Canzoni-mp3.net,. ...

www.musical-genre.com/jalisse.htm -
Jalisse. Buy and sell used Jalisse CDs. Discount prices
- best selection on Jalisse music. Jalisse. ...

www.golemblog.rai.it/golem/archives/000819.php
golem:  GOLEM JALISSE. L' uomo di fango incontra i Jalisse nel corso
del festival digital satellitare. ... Commenti.

musicaitaliana.it/linx/alessandradrusianjalisse.html
Alessandra drusian jalisse - musica italiana links
Jalisse.it E` il sito di Alessandra Drusian, in arte Jalisse
  Biografia
Jalisse é Alessandra Drusian.La formazione originale era invece composta dalla stessa Alessandra in coppia con...

www.publiweb.it/area/musicaitalia/pag293.shtml
jalisse torna alla musica - con il singolo dal titolo 'i`ll fly'
dove leggiamo:
"Dopo tre anni di silenzio discografico Alessandra Drusian si presenta da solista con il nome JALISSE e la produzione di Fabio Ricci e Massimo Giabardo per l' etichetta indipendente Tregatti, con un singolo dal titolo "I'LL FLY" che anticipa il cd Album di prossima uscita.


( Vi bastera' una brevissima navigazione per rilevare che ogni notizia riguardante questo duo - che nel frattempo e' diventato il nome di solo lei - non riportando alcun riferimento temporale, se ne rimane in sospeso, congelata nel tempo e nello spazio virtuale dandoci la sensazione che il Nulla cominci ad avere le dimensioni dell'Infinito.)

~

Ma il fenomeno stupefacente doveva avvenire in occasione del Festival di Sanremo 2004 dove come ogni anno voci incontrollate davano i Jalisse ( solo lei) quali partecipanti alla nota competizione canora.
Alla cannibalizzazione di Sanremo, oltre ai soliti media, si e' aggiunto pure il Web ed alcuni benefattori hanno avuto lo spirito di sacrificio di seguire ogni minuto del festival per riportarne le sensazioni sui loro Blogs. Ebbene tra tutti i Blog che si sono distinti in originalita', tempestivita' e traffico, qual'e' stato quello che si e' distinto?
Ma ca va sans dire: IL BLOG DEI JALISSE !!

E qui il cerchio si e' chiuso.
Infatti, dopo un lungo itinerario, i Jalisse, che erano emersi dal nulla durante la competizione di Sanremo, erano tornati sul luogo del delitto, e come magnifica crisalide, erano riapparsi in vita solo per qualche giorno, per dire al mondo virtuale che loro non erano affatto scomparsi ma esistevano eccome.
Nel Nulla.


P.S.
Una divertente/dolorosa (cancellare quello che non interessa) appendice.
Lei, la Jalisse si è presentata ai provini di una di queste nuove competizioni dove mandano allo sbaraglio migliaia di esordienti ma qualche volta pescano un jolly e lo mandano a vincere a San Remo.
Ebbene, giudici titolati quali la Pavone o la Carrà, non ricordo bene, perchè seguo di sguincio queste cose, solo come fenomeni massmediologici, L'HANNO SCARTATA!
Praticamente non l'hanno ritenuta degna di una competizione di esordienti!
Quando, dopo essere stata gettata via, lei ha rivelato di essere la Jalisse, I titolatissimi giudici sono impalliditi, quasi svengono come I critici d'arte che avevano scoperto I Modigliani fatti col Black & Deker, ma non ci hanno potuto fare nulla.
E l'hanno cancellata (forse) per sempre.


venerdì 6 aprile 2018

NOVITA' IN LIBRERIA


QUESTO
NON E' UN LIBRO
( E' solo un espediente dell'autore per spiegarvi le intuizioni di
           Marshal McLuhan cinquant'anni dopo...)





   
QUESTO NON E' UN LIBRO

Sembra una frase di Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non è un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto, di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti, nel momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non solo in libreria, o meglio le probabilità che finisca solamente in libreria sono ridotte. 

Infatti, se fino al 1700 i libri erano scritti prevalentemente da coloro che li leggevano, se col romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che porta  dalla notorietà (per pubblicare un libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà attraverso altri mezzi.
Questo, quindi non è un libro ma un espediente escogitato dall'autore per far il punto sul McLuhan cinquant'anni dopo.

Nemmeno i cinquant’anni sono tali. Si tratta di mezzo secolo per approssimazione, utile nella sintesi di un titolo, insomma rende l’idea:
La Sposa Meccanica è del 1951, Galassia Gutenberg è del 1962 (anche se in Italia è arrivata colpevolmente solamente nel 1972), Gli strumenti del Comunicare (Il Saggiatore, Milano) del 1964, The Medium is the Massage (scritto con Quentin Fiore) è del 1967 e il Villaggio Globale del 1968.
Questo è il periodo del suo successo, delle sue frasi ad effetto che hanno fatto il giro del mondo (il medium è il messaggio, il villaggio globale, ecc.) molte volte citato anche da gente che non lo ha mai letto. In realtà la sua fama accademica viene da lontano: professore di letteratura anglosassone che sapeva citare a memoria pagine intere di autori famosi, La sua tesi di dottorato a Cambridge del 1943 è un saggio di formidabile erudizione, che studia la storia delle arti verbali (grammatica, logica e dialettica, retorica, cioè il trivium) dall'epoca di Cicerone fino al tempo di Thomas Nashe.

Nell'anno accademico 1936-37, insegnò all'Università del Wisconsin. Dal 1937 al 1944, egli insegnò inglese nell'Università di Saint Louis. Qui ebbe tra gli studenti un giovane gesuita di nome Walter J. Ong, che sarebbe diventato in seguito, un'autorità nel campo dei mezzi di comunicazione e delle relative tecnologie. Dal 1944 al 1946, McLuhan insegnò presso l'Assumption College a Windsor, nel Canada. Dal 1946 al 1979 insegnò al St. Michael's College, University of Toronto, dove Hugh Kenner fu uno dei suoi studenti. McLuhan insegnò anche per un anno alla Fordham University. Si spense a Toronto nel 1980.

Riportiamo qui di seguito alcune delle sue predizioni:

La società tattile trasformerà le nostre città imponendo la sua velocità, che è quella dell'elettrone. Abolirà le distanze ma soprattutto smaterializzerà i medium di comunicazione. Il denaro da moneta si trasformerà in credito, la parola scritta muterà in immagine e per poter essere processata, in pixel e, poi, in bit di informazione. Alla struttura lineare dei testi subentrerà la fluidità degli ipertesti. E le murature, sinora solide e perenni, diventeranno sottili membrane che, simili alla pelle, interreleranno l'uomo con l'ambiente circostante. Basterà un comando vocale o il semplice movimento del corpo per aprire porte, muovere oggetti, accendere elettrodomestici. All'esterno il vento o la luce per comandare l'oscuramento di un infisso o avviare l'impianto bioclimatico. Se l'architettura tradizionale ha dato forma ai muscoli e alle ossa alla costruzione, la contemporanea attiverà nuovi sistemi nervosi....
( Marshall McLuhan, una sua profezia scritta nel 1940)


E Questa più recente:

Abbiamo inserito con i media elettrici i nostri corpi fisici in sistemi nervosi estesi. Tutte le tecnologie precedenti, che sono protesi delle mani, dei piedi, dei denti, del controllo termico del nostro corpo – le città sono protesi del nomadismo – con l'avvento del computer vengono tradotte in sistemi d'informazione. Lo stesso computer è la protesi del cervello ma a differenza delle altre estensioni dei nostri sensi, esso genera un "campo", che con tutta la tecnologia elettromagnetica, richiede dall'uomo una docilità profonda come quella della meditazione poichè egli si trova ora con il cervello fuori dal cranio ed i nervi fuori dalla pelle. L'uomo deve servire questa nuova tecnologia con la stessa dedizione da servomeccanismo con la quale serviva tutte le altre, come la canoa, il mulino, la stampa a caratteri mobili, e tutte le altre estensioni dei suoi organi fisici. La differenza però è che tutte le altre tecnologie erano frammentarie e parziali, mentre questa elettronica è totale, immediata, istantanea e compatta.

Vincent:

 L'avvento del Web poi ha fatto sì che il nostro cervello fuori dal cranio sia diventato un punto neuronico collegato ai miliardi di altri punti neuronici sulla superficie della Terra costituendo la massa cerebrale più estesa oggi conosciuta nell'Universo.

Prosegue il McLuhan:

"Queste nuove tecnologie elettriche che estendono i nostri nervi ed i nostri sensi in un discorso globale, possono avere grande influenza sul futuro del linguaggio perchè non hanno bisogno delle parole così come il calcolatore non ha bisogno dei numeri. Sono nuove tecnologie che aprono la strada a nuovi processi della consapevolezza, su scala mondiale e senza bisogno di verbalizzare. Se il linguaggio con la mitica Torre di Babele è stato una tecnologia che ha diviso e frammentato, oggi i computer sono in grado di tradurre un linguaggio o un cifrario in qualunque altro. Una sorta di condizione pentecostale di unità e comprensione totale. E' facilmente prevedibile che la prossima fase non sarà più quella di tradurre ma di superare i linguaggi a favore di una consapevolezza cosmica assai simile all'inconscio collettivo, una condizione di "imponderabilità" che secondo i biologi promette l'immortalità fisica e che potrebbe avere un parallelo in una condizione di averbalismo capace di assicurare un periodo di pace e armonia collettiva.




lunedì 2 aprile 2018

fake news e Repubblica

CLAMOROSO! ODIFREDDI, NEL BLOG CHE TIENE SUL SITO DI 'REPUBBLICA', DEMOLISCE ‘REPUBBLICA’, SCALFARI E BERGOGLIO IN UN SOL COLPO – ‘’DIRE CHE IL PAPA CREDE ALL’ESISTENZA DELL’INFERNO LASCEREBBE INDIFFERENTI LA MAGGIOR PARTE DEI GIORNALI. PER QUESTO SCALFARI SCRIVE, E 'REPUBBLICA' PUBBLICA, CHE IL PAPA NON CREDE ALL’INFERNO: PERCHÉ ALTRI GIORNALI LO RIMBALZINO PER L’INTERO MONDO”
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ODIFREDDI ODIFREDDI

Oggi è la Giornata Mondiale del Fact Checking, e vale la pena soffermarsi su una straordinaria serie di fake news diffuse da Eugenio Scalfari negli anni scorsi a proposito di papa Francesco, l’ultima delle quali risale a pochi giorni fa.

mario calabresi eugenio scalfari mario calabresi eugenio scalfari
Com’è ormai noto urbi et orbi, Scalfari ha ricevuto nel settembre 2013 una lettera dal nuovo papa. Fino a quel momento, per chi avesse seguito anche solo di lontano la cronaca argentina, Bergoglio era un conservatore medievale, che nel 2010 aveva scandalizzato il proprio paese con le proprie anacronistiche prese di posizione contro la proposta di legge sui matrimoni omosessuali, riuscendo nell’ardua (e meritoria) impresa di coalizzare contro di sé un fronte moderato che fece approvare in Argentina quella legge, ben più avanzata delle timidi disposizioni sulle unioni civili approvate nel 2016 in Italia.
papa scalfari papa scalfari

Dopo la sua lettera a Scalfari papa Francesco si è trasformato per lui, e di riflesso anche per Repubblica, in un progressista rivoluzionario, che costituirebbe l’unico punto di riferimento non solo religioso, ma anche politico, degli uomini di buona volontà del mondo intero, oltre che il papa più avanzato che si sia mai seduto sul trono di Pietro dopo il fondatore stesso. Fin qui tutto bene, o quasi: in fondo, chiunque ha diritto di abiurare il proprio passato di “uomo che non credeva in Dio” e diventare “l’uomo che adorava il papa”, andando a ingrossare le nutrite fila degli atei devoti, o in ginocchio, del nostro paese.
PAPA BERGOGLIO E LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REGINA COELI PAPA BERGOGLIO E LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REGINA COELI

Odifreddi - Copyright Pizzi Odifreddi - Copyright Pizzi
Il fatto è che Scalfari non si è limitato alle proprie abiure personali, ma ha incominciato a inventare notizie su papa Francesco, facendole passare per fatti: a produrre, cioè, appunto delle fake news. In particolare, l’ha fatto in tre “interviste” pubblicate su Repubblica il 1 ottobre 2013, il 13 luglio 2014 e il 27 marzo 2018, costringendo altrettante volte il portavoce del papa a smentire ufficialmente che i virgolettati del giornalista corrispondessero a cose dette da Bergoglio. Addirittura, la prima intervista è stata rimossa dal sito del Vaticano, dove inizialmente era stata apposta quando si pensava fosse autentica.

Le interviste iniziano pretendendo che gli incontri con Scalfari siano sempre scaturiti da improbabili inviti di Bergoglio. E continuano attribuendo al papa impossibili affermazioni, dalla descrizione della meditazione del neo-eletto Francesco nell’inesistente “stanza accanto a quella con il balcone che dà su Piazza San Pietro” (una scena probabilmente mutuata da Habemus Papam di Moretti), all’ultima novità che secondo il papa l’Inferno non esiste.

scalfari_675 scalfari_675
Quando, travolto dallo scandalo internazionale seguìto alla prima intervista, Scalfari ha dovuto fare ammenda il 21 novembre 2013 in un incontro con la stampa estera, ha soltanto peggiorato le cose. Ha infatti sostenuto che in tutte le sue interviste lui si presenta senza taccuini o registratori, e in seguito riporta la conversazione non letteralmente, ma con parole sue. In particolare, ha confessato, “alcune delle cose che il papa ha detto non le ho riferite, e alcune di quelle che ho riferite non le ha dette”.

scalfari scalfari
Ma se le fake news sono appunto opinioni riportate come fatti, o falsità riportate come verità, Scalfari le diffonde dunque sistematicamente. Il che solleva due problemi al riguardo, riguardanti il primo Bergoglio, e il secondo Repubblica.

Il primo problema è perché mai il papa continui a incontrare Scalfari, che non solo diffonde pubblicamente i loro colloqui privati, ma li travisa sistematicamente attribuendogli affermazioni che, facendo scandalo, devono poi essere ufficialmente ritrattate. S

icuramente Bergoglio non è un intellettuale raffinato: l’operazione (fallita) di pochi giorni fa, di cercare di farlo passare ufficialmente per un gran pensatore, suona appunto come un’excusatio non petita al proposito, e non avrebbe avuto senso per il ben più attrezzato Ratzinger (il quale tra l’altro se n’è dissociato, con le note conseguenze).

SCALFARI NEL 1939 A SANREMO CON I GENITORI SCALFARI NEL 1939 A SANREMO CON I GENITORI
L’avventatezza di papa Francesco l’ha portato a circondarsi autolesionisticamente di una variopinta corte dei miracoli, dal cardinal Pell alla signora Chaouqui, e Scalfari è forse soltanto l’ennesimo errore di valutazione caratteriale da parte di un papa che non si è rivelato più adeguato del suo predecessore ai compiti amministrativi.

Non bisogna però dimenticare che Bergoglio è comunque un gesuita, che potrebbe nascondere parecchia furbizia dietro la propria apparente banalità. In fondo, un minimo di blandizia esercitato nei confronti di un ego ipertrofico gli ha procurato e gli mantiene l’aperto supporto di uno dei due maggiori quotidiani italiani, che è passato da una posizione sostanzialmente laica a una palesemente filovaticana.

EUGENIO SCALFARI CON IL SUO RITRATTO BY PERICOLI EUGENIO SCALFARI CON IL SUO RITRATTO BY PERICOLI
Se da un lato Bergoglio può ridersela sotto i baffi dell’ingenuità di uno Scalfari, che gli propone di beatificare uno sbeffeggiatore dei gesuiti come Pascal, dall’altro lato può incassare le omelie di un Alberto Melloni, che dal 2016 ha trovato in Repubblica un pulpito dal quale appoggiare le politiche papali con ben maggior raffinatezza, anche se non con minore eccesso di entusiasmo. A little goes a long way, si direbbe nel latino moderno.

PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO
Rimane il secondo problema, che è perché mai Repubblica non metta un freno alle fake news di Scalfari, e finga anzi addirittura di non accorgersene, quando tutto il resto del mondo ne parla e se ne scandalizza. In fondo, si tratta di un giornale che recentemente, e inusitatamente, ha preso per ben due volte in prima pagina le distanze dalle opinioni soggettive del proprio ex editore-proprietario ma che non dice una parola sulle ben più gravi e ripetute scivolate oggettive del proprio fondatore.

PAPA BERGOGLIO CON I GIORNALISTI PAPA BERGOGLIO CON I GIORNALISTI
Io capisco di giornalismo meno ancora che di religione, ma la mia impressione è che in fondo ai giornali della verità non importi nulla. La maggior parte delle notizie che si stampano, o che si leggono sui siti, sono ovviamente delle fake news: non solo quelle sulla religione e sulla politica, che sono ambiti nei quali impera il detto di Nietzsche “non ci sono fatti, solo interpretazioni”, ma anche quelle sulla scienza, dove ad attrarre l’attenzione sono quasi sempre e quasi solo le bufale.
BERGOGLIO RATZINGER - PASTICCIO LETTERE BERGOGLIO RATZINGER - PASTICCIO LETTERE

Alla maggior parte dei giornalisti e dei giornali non interessano le verità, ma gli scoop: cioè, le notizie che facciano parlare la maggior parte degli altri giornalisti e degli altri giornali. E se una notizia falsa fa parlare più di una vera, allora serve più quella di questa. Dire che il papa crede all’esistenza dell’Inferno è ovviamente una notizia vera, ma sbattuta in prima pagina lascerebbe indifferenti la maggior parte dei giornalisti e dei giornali. Per questo Scalfari scrive, e Repubblica pubblica, che il papa non crede all’Inferno: perché altri giornalisti e altri giornali lo rimbalzino per l’intero mondo.
BERGOGLIO RATZINGER BERGOGLIO RATZINGER

Il vero problema è perché mai certe cose dovrebbero leggerle i lettori. Che infatti spesso non leggono le fake news, e a volte alla fine smettono di leggere anche il giornale intero. Forse la meditazione sul perché i giornali perdono copie potrebbe anche partite da qui, nella Giornata Mondiale del Fact Checking.