sabato 5 dicembre 2020

STORIA DEL FRIGO CHE ORDINAVA LA SPESA (Prima Settimana)

 

Ologrammi in banca e computer di bordo sull’auto


Frigorifero, «compera la verdura ogni venerdì!». Preparatevi davvero al superamento della plastica, intesa come carte di credito e bancomat. Con il 5G e l’Internet delle cose avremo non solo i famosi frigoriferi che ordinano (e pagano) il cibo da soli con l’ecommerce, ma anche giocattoli che comperano online le batterie quando si stanno per esaurire, automobili che saldano il pieno dal computer di bordo e, nelle banche, ologrammi invece degli impiegati che consigliano prodotti finanziari ai clienti.

 Servirà ancora qualche anno, cinque secondo alcuni operatori, perché il 5G ci cambi la vita, ma è a questo che stanno lavorando tutti gli attori telefonici e finanziari: dalle società dei pagamenti come Nexi ai gestori come Vodafone e Tim, ai fornitori di apparati di rete come Huawei.

 

 Sono rimasto di stucco stamane, quando ho letto questo articolo sul giornale che di fatto anticipa il finale del libro che sto pensando e che sono certo di non scrivere. O forse lo scrivo ma non lo pubblico. Lo faccio perché sono un incorreggibile snob ed io che mi sono ritirato dalla vita terrena e sull'ermo di un colle, isolato e ispirato, ho iniziato a scrivere il mio primo libro, io che mandavo manoscritti agli editori che non accettavano proposte via mail e che quindi dovevi stampare una copia del testo, portarlo alla copisteria, farlo rilegare, confezionarne una dozzina di pacchetti e andare a fare la fila alla posta per poi aspettare la lettera dell'editore che puntualmente arrivava (una volta gli editori rispondevano all'invio dei manoscritti). Con le lettere di rifiuto avrei potuto fare molto più di Proust che foderò le pareti del suo studio. Io avrei potuto rilegarle e mandare il manoscritto agli editori. Titolo del volume: LETTERE DI RIFIUTO DEI MIEI EDITORI POTENZIALI. Poi avrei aspettato le lettere di rifiuto e le avrei rilegate spedendole agli editori. Titolo dell'opera: LETTERE DI RIFIUTO DEL LIBRO LETTERE DI RIFIUTO DEI MIEI EDITORI POTENZIALI e con le seguenti lettere di rifiuto avrei rilegato e messo in opera un altro libro che avrei spedito agli editori e che con le lettere di rifiuto avrei potuto farne un libro che avrei intitolato LETTERE DI RIFIUTO DELLE LETTERE DI RIFIUTO RILEGATE CON LE LETTERE DI RIFIUTO DEI MIEI EDITORI...
Avrei saputo innescare il moto perpetuo dei manoscritti inviati, purtroppo arrivò Internet, gli editori cominciarono ad accettare i manoscritti via mail e il gioco finì. Peccato, avevo lettere di rifiuto da Museo delle lettere di rifiuto. Un editore mi scrisse una lettera di rifiuto stampata con inchiostro azzurro, usando tre caratteri diversi (nella tecnica della tipografia, una pratica proibitissima) e questa lettera stampata iniziava con: "Caro Autore, questa non é una lettera stampata..." e tu rimanevi lì a guardartela come si guarda la pipa di Magritte: "Questa non é una pipa..."

Le più belle arrivavano da Sellerio, dove a margine la Signora Elvira in persona, con la sua penna stilografica, completava il testo con poche parole di incoraggiamento. Sublime...

Ma sto divagando. Volevo solo dire che dopo tutti questi anni, dopo tutti questi libri, tutti questi invii senza successo ho deciso di smettere con i tentativi. Non perché mi sia reso conto del mio poco valore, tutt’altro. Mi sono reso conto invece che oggi scrivono tutti, cani e porci e quindi ho deciso di lasciare i miei manoscritti racchiusi in una chiavetta USB che verrà ritrovata (forse) dagli archeologi che sicuramente l’apprezzeranno (tutti i ritrovamenti che abbiano più di cinquecento anni vengono apprezzati dagli archeologi. Basta aspettare).

Ma torniamo all’articolo di oggi. Nella storia che raccontavo, c’erano alcune macchine in un mondo lontano, che rendendosi conto che il loro sistema stellare stava per essere inghiottito in un enorme buco nero, fatti i dovuti calcoli, decidevano di inviare la loro conoscenza attraverso l’Universo per farla approdare in una zona dove ci fosse lo spazio e il tempo per rifondare il loro mondo e sempre dai calcoli di dette macchine, per avere la certezza del buon esito dell’impresa, inviavano nello spazio materia organica unicellulare ( o materia inorganica disposta all’abiogenesi) che potesse viaggiare ibernata. Ce ne voleva tanta. Pensare che un fungo porcino spande milioni di spore al giorno, usarono lo stesso principio universale e per anni soffiarono fuori dal loro sistema solare cellule organiche che si sarebbero scongelate e riprodotte su un pianeta con alcune coordinate standard, tipo acqua scongelata, temperatura ambiente, atmosfera e pochi altri dettagli come la fotosin-tesi.

Il sistema politico di quel lontano e remoto pianeta delle macchine era costituito da una cerebrocrazia diffusa con la connessione di tutte le macchine esistenti sul pianeta costituendo in questo modo la massa pensante più estesa di tutto l’Universo ed era questo il target, l’obiettivo che le macchine si erano poste spargendo spore unicellulari per tutto lo Spazio con un programma a frattale con un microscopico DNA in grado di potenziarsi da solo. Le macchine calcolarono miliardi di combinazioni, di opportunità, di possibilità che avessero permesso alle spore unicellulari di stabilirsi e popolare l’ambiente ma qui mi soffermo solo per analizzare ciò che accadde nel sistema solare dove le spore sospinte da un vento magnetico entrarono nell’orbita terrestre attecchendo alle stromatoliti (dal greco στρώμα, strōma, tappeto, coperta e λθος, lìthos, pietra) che sono strutture sedimentarie appartenenti al gruppo dei calcari non particellari biocostruiti dovute all'attività di microrganismi bentonici fotosintetici, specialmente cianobatteri chiamati volgarmente litostromi.

(continua)

 

 

QUESTO NON E' UN OSSIMORO

 

  .Già, ieri dicevo che non avrei scritto un altro libro e invece mi ritrovo a scriverne uno. MA QUESTO NON E’ UN LIBRO! Sembra una frase di Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non è un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto, di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti, nel momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non certo in libreria, o meglio le probabilità che finiscano in libreria sono molto ridotte, perché quello è il luogo dove è incartapecorita la stampa degli ultimi secoli con i suoi autori classici messi negli scaffali per avvicinarci ai quali dobbiamo zigzagare attraverso tavoli ed esposizioni dove si riversano trenta nuovi titoli al giorno, diecimila all'anno che con le loro copertine colorate vivono lo spazio di qualche settimana. 

 

Infatti, escluso un centinaio di autori che possiamo ritenere intellettuali che si nutrono e sfornano letteratura, quindi vivono, esistono, si alimentano con il libro, altri autori con il libro hanno un rapporto occasionale, come la fermata obbligatoria in una stazione per il rifornimento in vista di un viaggio che porterà altrove. Autori come giornalisti, che una volta scrivevano le loro inchieste sui giornali che li sti-pendiavano, ora scrivono libri che li porteranno in televisione a parlare dei temi scottanti delle loro inchieste. Comici che si sono affacciati alla televisione e che grazie alla coazione a ripetere sono rimasti impressi nella memoria effimera del pubblico, approfittano del momento di po-polarità per scrivere un libro a cui allegheranno un CD con il loro ultimo spettacolo, sperando di generare la richiesta di altri spettacoli. Attrici scrivono libri di ricette e cantanti memorie sui loro inizi che diventeranno sceneggiature di film giovanilistici. Oggi poi, con l’avvento dei talk show che imperversano dall’alba a notte inoltrata su tutte le televisioni nazionali, si è instaurato un nuovo fenomeno che sono i tuttologi, quelli che possono sfornare un’opinione su tutto lo scibile umano e oltre, che partecipano alle tavole rotonde (c’è sempre un tavolo in queste nuove trasmissioni) a patto che si parli del loro ultimo libro, di cui si mostra impunemente la copertina, testimone del mercimonio avvenuto tra l’occupazione del palinsesto e la promozione smascherata da ogni sotterfugio.

Insomma, se fino al 1700 i libri erano scritti prevalente-mente da coloro che li leggevano, se col romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che porta dalla notorietà (per pubblicare un libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà attraverso altri mezzi.

Questo che sto scrivendo quindi, non è un libro ma un espediente da me escogitato per far il punto sul McLuhan cinquant'anni dopo e sulla sua teoria delle macchine e degli uomini.

Ma stavamo parlando degli stromatoliti e delle origini della vita sulla Terra. Però ho esaurito il tempo e lo spazio che vi posso dedicare oggi. Quindi ne parlerò domani

(continua)

 

L'ARTICOLO APPARSO SUL CORRIERE DI OGGI:

 https://www.corriere.it/economia/finanza/cards/5g-rivoluzione-pagamenti-digitali-macchina-fara-pieno-sola/ologrammi-banca-computer-bordo-sull-auto.shtml

 

3/12/2020

 

I loro idoli sono d’oro e d’argento, opera di mani umane

Hanno bocche ma non parlano, orecchie ma non ascoltano,

Hanno occhi ma non vedono, hanno nasi ma non odorano

Hanno mani ma non toccano, hanno piedi ma non camminano,

E neppure parlano con la loro voce.

Coloro che li fabbricano saranno simili a loro,

Così come coloro che in essi confidano.

(Salmo 115)

 

   La contemplazione di idoli, cioè l’uso della tecnologia, conforma gli uomini ad essi.

“Ed essi diventarono quello che avevano contemplato” scrive il poeta Blake nel suo poema Jerusalem dove prosegue: “Se cambiano gli organi di percezione, sembrano variare anche gli oggetti della percezione. Se gli organi della percezione si chiudono, anche gli oggetti si chiudono” vuol significare che per ricevere, percepire o utilizzare qualsiasi estensione di noi stessi nella forma tecnologica che abbiamo applicato, è necessario fruirne. Ascoltare la radio, leggere il giornale, guardare la televisione significa accogliere nel nostro sistema nervoso la percezione delle nostre stesse estensioni provocando quello “spostamento”, quella “chiusura” che automaticamente ne consegue. Il flusso continuo della ricezione di tutte le nostre tecnologie nell’uso quotidiano ci fa adagiare anche inconsciamente nella posizione subliminale di coloro che sebbene narcotizzati, trovano meccanismi automatici di difesa per sopravvivere, uno dei quali è quello di porsi come servomeccanismi di dette tecnologie. In pratica, per poterne usufruire, occorre mettersi al servizio delle macchine.

Il pellerossa era il servomeccanismo della sua canoa così come il ferroviere lo è del treno. Si instaura un rapporto per il quale l’uomo è perpetuamente modificato dalla macchina e a sua volta trova sempre nuovi metodi per modificarla. Si potrebbe dire che l’uomo diventa l’organo sessuale della macchina, così come lo è l’ape per il mondo vegetale, che permette il processo fecondativo e l’evoluzione in nuove forme.

(Una delle scoperte più clamorose della ricerca motivazionale degli anni sessanta fu il rivelare il rapporto sessuale esistente tra l’uomo moderno e la sua automobile.)

 

 

 

Le microantenne e lo scudo anti-pirateria

La grande novità del 5G, il sistema di comunicazione cellulare ultraveloce (fino a 10 gigabit al secondo) che funziona con microantenne collegate alla rete in fibra ottica, è che consentirà il transito di molti più dati contemporaneamente, oltre che su più dispositivi. Questo significa più sicurezza, dicono gli addetti ai lavori, perché sarà meno facile per i pirati informatici decrittare le informazioni, protette da più chiavi. E anche più flessibilità nell’offerta di servizi, a partire dai pagamenti digitali che con il 5G sono legati all’Internet delle cose, cioè agli oggetti che si parlano tra loro.


«Il 5G è il superamento della plastica e noi ci stiamo preparando a questo cambiamento, ribaltando il paradigma», annunciano gli operatori dei pagamenti digitali. Che cosa vuol dire? «In diverse banche, ora, prima si manda al nuovo cliente la carta digitale e poi quella fisica. Fino a ieri era il contrario», dice Roberto Catanzaro, business development director di Nexi. All’ultimo Salone dei pagamenti Nexi ha presentato Vivogreen, il negozio dei pagamenti invisibili: si entra, si prendono i prodotti dallo scaffale, si esce con i sacchetti senza toccare il portafogli né lo smartphone. La realtà aumentata col 5G consentirà di avere anche informazioni sui prodotti inquadrandoli con il cellulare. 

 Vodafone, che con il 5G ha fatto diventare un ologramma in 3D Piero Angela (al Tempo delle Donne, la manifestazione organizzata dal Corriere della Sera), in Italia ha lanciato per prima il 5G nel giugno 2019, in cinque città, con l’obiettivo di portarlo in 100 città italiane entro il 2021. 

  Tra gli ultimi progetti 5G attuati da Vodafone c’è per esempio il consulto da remoto sulla radiologia, con la condivisione di immagini e pareri tra la clinica San Pio X a Milano e l’Humanitas a Rozzano (Mi): un lavoro di squadra a distanza che ha ridotto gli spostamenti di medici e pazienti nel lockdown, dicono. 

 

L’impiegato virtuale nelle banche e la nuova finanza

Nelle banche l’impatto del 5G sarà sull’interazione con i clienti e un esempio concreto c’è già, in Cina. La Shanghai Pudong Development Bank ha messo al lavoro con la tecnologia di Huawei la prima impiegata virtuale, Xiaopu. «Può offrire valutazione del rischio e consulenza finanziaria su smartphone, smartwatch, automobili — dice la banca —. Il 5G guiderà la nuova normalità della finanza».

 

 

DEMIS HASSABIS HA FONDATO “DEEPMIND”, LA SOCIETÀ DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE COMPRATA POI DA GOOGLE, CHE ORA POTREBBE ESSERE VICINISSIMA A UNA SCOPERTA FONDAMENTALE IN EPOCA COVID: DETERMINARE LA STRUTTURA 3D DELLE PROTEINE 

Valentina Arcovio per “Il Messaggero”

 

IL RIPIEGAMENTO

Grazie al sistema chiamato AlphaFold, DeepMind è già riuscita a risolvere il cosiddetto ripiegamento delle proteine, prevedendo con estrema precisione le strutture proteiche.

 

Questo complicatissimo traguardo ci consentirebbe di studiare gli esseri viventi in modi completamente diversi da come facciamo oggi. A sua volta, ci aiuterebbe a capire gli elementi costitutivi delle cellule e quindi delle malattie, portandoci a creare farmaci e terapie avanzatissime in tempi record. 

 

Come precisamente funzioni AlphaFold non è ancora di dominio pubblico, ma sappiamo che si basa su una complicatissima rete di intelligenza artificiale in grado di prevedere la struttura delle proteine in modo molto accurato. Qualcosa che solo un visionario come Hassabis poteva rendere possibile.

 

Che fosse un genio era già chiaro 30 anni fa. Nato a Londra nel 1976 e figlio di genitori immigrati, a soli 13 anni era già un prodigio degli scacchi. All'epoca aveva un ELO scacchistico pari a 2.300. In parole povere, tra gli under 14, era il secondo più bravo al mondo dopo Judit Polgar, la donna che ha ispirato la serie televisiva di successo Regina degli scacchi.

 

 

lee sedol sfida deepmind lee sedol sfida deepmind

La mente brillante di Hassabis lo ha portato a eccellere in tantissimi altri giochi d'intelligenza, dallo Shogi (scacchi giapponesi) al più comune Poker. Ma la sua vera passione è sempre stata l'informatica e, dopo una breve esperienza in un'azienda, in attesa di entrare a Cambridge, dove ha vinto un posto quando ancora era adolescente, ha iniziato a lavorare con l'intelligenza artificiale. Così a 16 anni intraprende la carriera di sviluppatore di videogiochi contribuendo a vari capolavori come Theme park (1994), grande successo commerciale.

 

LA PRIMA DITTA

deepmind e la scoperta della forma 3d della proteina 

  deepmind e la scoperta della forma 3d della proteina

Nel 1998, quindi a soli 22 anni, fonda la sua prima ditta, Elixir Studios, e la porta a 60 dipendenti producendo giochi per Microsoft e Vivendi. Nel frattempo si laurea in Computer Science a Cambridge. Alla laurea la sua preparazione sull'intelligenza artificiale superava quella dei suoi stessi insegnanti.

 

alphafold alphafold

Nel 2005 fa un cambio di rotta e inizia un dottorato di Neuroscienze, nonostante non fosse laureato in Medicina. Aveva il pallino di rivelare i meccanismi della memoria umana per poi applicarli al computer.

 

Il passo successivi è stato quello di fondare DeepMind e ora, a 44 anni, ha già tagliato quello che potrebbe rivelarsi uno dei traguardi più rivoluzionari della biologia. E qualcuno è pronto a scommettere che sarà proprio così.

 

LA CHIAVE 

Hassabis non è il tipo che mette a riposo la sua mente. È convinto che l'intelligenza artificiale rappresenti la chiave per aprire tutte le porte, ovvero per risolvere tutti i problemi del mondo e sono sempre di più coloro che iniziano a credergli.

 

Probabilmente è questo il motivo per cui, stando ad alcune voci, Hassabis sarebbe stato contattato per entrare nello staff che affianca il Primo Ministro britannico Boris Johnson in questo periodo difficile a causa della pandemia. Si spera che lo scienziato possa dare un contributo rilevante per far uscire il Regno Unito dall'emergenza Covid-19.


 

4/12/2020

 

HASSABIS:

 "Così insegno alle macchine a pensare"

 https://www.panorama.it/demis-hassabis-cosi-insegno-macchine-pensare

 

 Caro giovanotto,

tanto giovane da non sapere che insegnare alle macchine a pensare é un delizioso ossimoro, visto che sono le macchine che ci hanno insegnato a costruire altre macchine. Difficile da spiegare, ma forse un esempio potrebbe aiutarci. L'annoso quesito: "E' nato prima l'uovo o la gallina?"  

Per anni Galbraith scrisse libri e tenne conferenze per spiegare al mondo come l'economia classica non fosse in grado di spiegare le mutazioni e le espansioni economiche. Anzi, diceva, che tutto si basa su una contraddizione in termini: infatti la tecnologia portata nelle fabbriche RIDUCEVA il lavoro destinato agli operai. (Famose le sommosse in Inghilterra dei sarti che si ribellarono all'introduzione della macchina per cucire nelle fabbriche). Ed avevano ragione perché il  paradosso è che la meccanizzazione, che produce sviluppo e mutamento , RIDUCE lo sviluppo e il mutamento riducendo gli operai. Anche qui la questione è mal posta. Lo dimostrò David Hulme che teorizzo come una sequenza non implichi nessun principio di causalità, in pratica che una cosa segua un'altra non significa che da questa ne derivi. L'unica cosa che ne consegue è il mutamento. Questo concetto si rese evidente con l'applicazione dell'elettricità che annullò le sequenze e rese tutto immediato.

Improvvisamente il mondo che fino ad allora si era chiesto (sequenza) se fosse nato prima l'uovo o la gallina scoprì che le domande andavano fatte in un altro modo, eliminando la sequenza perchè la gallina non è altro che un espediente escogitato dall’uovo per raccogliere informazioni sull’ambiente e poter così riprodurre altre uova.

Non il contrario, perché se ci pensi bene l'uovo è il sotfware e la gallina è l'hardware. Che te ne fai del tuo Laptop senza Windows?

Ma stavamo parlando di quando protomolecole unicellulari si posarono su scogli piatti che risentivano del flusso delle maree e della fotosintesi. Non é fantascien za e prima di procedere diamo uno sguardo a Wiki...

 

Inizi

L'origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo compreso tra i 4,4 miliardi di anni fa quando l'acqua allo stato liquido comparve sulla superficie terrestre[11] e i 2,7 miliardi di anni fa quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata da isotopi stabili[12][13] e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di fotosintesi.[14][15]. Si ritiene comunque che la vita abbia avuto origine intorno ai 3,9 miliardi di anni fa, quando la terra iniziò a raffreddarsi fino ad una temperatura alla quale l'acqua poté trovarsi diffusamente allo stato liquido; lo avvalorano le scoperte di strutture microbiche risalenti a 3,7 miliardi di anni fa nelle rocce verdi di Isua, in Groenlandia[16]. Inoltre varie campagne di ricerca hanno attestato la presenza di cianobatteri fossili racchiusi in rocce stromatolitiche dell'Australia occidentale dell'età di circa 3,5 miliardi di anni[17]

NOTE:

  1. ^ Wilde S.A., Valley J.W., Peck W.H. and Graham C.M, Evidence from detrital zircons for the existence of continental crust and oceans on the Earth 4.4 Gyr ago, in Nature 2001; 409: 175-178.
  2. ^ Hayes J.M., Waldbauer J.R, The carbon cycle and associated redox processes through time [collegamento interrotto], in Phil. Trans. R. Soc. B. 2006; 361: 931–950.
  3. ^ Archer C. and Vance D, Coupled Fe and S isotope evidence for Archean microbial Fe(III) and sulfate reduction, in Geology 2006; 34(3): 153-156.
  4. ^ Cavalier-Smith T., Brasier M., Embley T.M, Introduction: how and when did microbes change the world? [collegamento interrotto], in Phil. Trans. R. Soc. B. 2006; 361: 845-850.
  5. ^ Summons R.E., Bradley A.S., Jahnke L.L., Waldbauer J.R, Steroids, triterpenoids and molecular oxygen [collegamento interrotto], in Phil. Trans. R. Soc. B. 2006; 361:951-968.
  6. ^ Allen Nutman, Vickie Bennett, Clark Friend, Martin Van Kranendonk e Allan Chivas, Rapid emergence of life shown by discovery of 3,700-million-year-old microbial structures, in Nature, vol. 537, n. 7621, 2016, pp. 535–538, DOI:10.1038/nature19355, PMID 27580034. URL consultato il 13 giugno 2018.
  7. ^ Neil A Campbell e Jane B.Reece, Meccanismi dell'evoluzione ed origini della diversità, Zanichelli.                                                                                (Da Wikipedia)         

     

    Tracce della più antica forma di vita terrestre

    Sono stromatoliti, ossia strutture prodotte da organismi viventi che crebbero in prossimità di geyser 3,5 miliardi di anni fa. 

     https://www.focus.it/ambiente/natura/stromatoliti-tracce-della-piu-antica-forma-di-vita-terrestre

     

    Vedo che il racconto si complica perché vorrei rimanere distante (il più possibile) dalla fantascienza ma é difficile mantenere un equilibrio tra le varie teorie sulle origini della vita sulla Terra.

     https://it.wikipedia.org/wiki/Origine_della_vita

    Facciamo così: io imbocco Darwin ignorando i dubbi dei comportamentisti, così almeno posso continuare altrimenti va a finire che ci impelaghiamo in teorie e controteorie che da anni paralizzano il mondo scientifico. Dunque:


    Delle antiche alghe unicellulari non ci sono grandi testimonianze fossili, ma di Stromatoliti  è pieno il mondo.

    Questi sedimenti erano già noti come tracce di colonie di batteri, spesso ciano-batteri, che per milioni di anni sono stati responsabili, assieme alle alghe, della produzione dell’ossigeno libero nell’atmosfera, l’ossigeno che ha permesso la vita terrestre. Ci sono le prove di organismi che per tre miliardi di anni avevano preparato l’ambiente che poi dal Paleozoico, aveva permesso alle prime forme di vita di avventurarsi anche sulle terre emerse.

    Il processo avveniva in questo modo: alcune alghe che vivevano bagnate sugli stromatoliti con il ritirarsi delle maree venivano esposte al sole dove seccavano producendo esseri non animali, non vegetali e nemmeno funghi, ma spore che con il nuovo avvento della marea si disperdevano nell’acqua producendo qualcosa come batteri unicellulari. Questi per sopravvivere fagocitavano altri batteri unicellulari dando così inizio alla catena alimentare. Con il tempo queste (chiamiamole così) cellule, continuando a fagocitare diventavano sempre più grandi e feroci facendo in modo che i primi monocellulari alla percezione di questi esseri grandi e pericolosi, si attrezzavano per sfuggire agli agguati. Non perdete di vista questo momento in cui nasce la percezione dell’altro e la paura, fondamento dell’evoluzione.

    Quella vita batterica (organizzata) è responsabile dell’esplosione delle specie animali e vegetali sul nostro pianeta. Il periodo più antico del Paleozoico, “il Cambriano” è stato il periodo in cui si identifica la nascita della vita e parte da 540 milioni di anni fa. In questo periodo gli organismi chiamiamoli così “cacciatori” si aggregano in dimensioni sempre più articolate e complesse mentre le “prede” affinano le loro caratteristiche per sfuggire alle insidie. Per esemplificare immaginiamo che i cacciatori diventano sempre più grossi e massicci e le prede sempre più filiformi e veloci. Quando le strutture diventano così massicce da aver bisogno di uno scheletro, i “cacciatori” se lo organizzano all’esterno come un carapace mentre le “prede” optano per una spina dorsale e questo segnerà l’evoluzione delle due categorie quando usciranno dall’acqua per colonizzare la terra ferma e quelli con il carapace diventeranno sempre più lenti e pesanti come le tartarughe mentre gli altri più leggeri occuperanno quasi tutto l’ambiente vivibile.

    Manca molto tempo all’arrivo di Ughu, la prima scimmia con un barlume di intelligenza, ma noi saremo rapidi a saltare tutto questo preambolo…

     

    (continua)

     


     5/Dic/2020

    La lettura di oggi:

    BOSTROM, La Superintelligenza

     Augias: "L'intelligenza artificiale ci farà schiavi?"
    https://video.repubblica.it/embed/rubriche/racconti-di-corrado-augias/racconti-augias-l-intelligenza-artificiale-ci-fara-schiavi/299857/300484

     https://www.laciviltacattolica.it/recensione/superintelligenza/

     

    Nick Bostrom – Superintelligenza – di Daniele Marini

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    Raramente ho letto qualcosa di così confuso e male impostato sul tema dell’intelligenza artificiale e sui suoi sviluppi potenziali, come in questo libro. Bostrom ha purtroppo avuto, negli scorsi anni e anche recentemente, una forte influenza nella diffusione dell’idea che l’Intelligenza Artificiale (I.A.) possa un giorno sfuggirci di mano. Una lettura critica di questo testo è quindi essenziale.

     

     

     

     

     

     

     

     http://www.ceredaclaudio.it/wp/2018/03/nick-bostrom-superintelligenza-di-daniele-marini/

     Con il Paleozoico finisce con la più  grande estinzione di massa che si conosca: intorno a 252 milioni di anni fa, di colpo, forse a causa dei famosi meteoriti, si estinse oltre il 90% delle specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta, ci vollero trenta milioni di anni perché la vita ricominciasse a svilupparsi, a partire dalle specie sopravvissute. Del Precambriano  poco si sapeva se non che era servito a preparare l’esplosione di vita del Cambriano, oggi grazie ai nuovi studi si sta ipotizzando anche la presenza di forme di vita pre-paleozoica che in alcuni periodi e per qualche milione di anni le Stromatoliti, si è ipotizzato che queste forme di vita potessero cibarsi dei ciano-batteri. Testimoni della presenza di vita di origine extraterrestre.

    Dobbiamo andare veloci senza troppi approfondimenti ma come Pollicino lascio dietro di me alcune mollichine in forma di link per permettere a chi lo volesse, di fare qualche ricerca sull’argomento.

     

    Certo, occorre fare un salto temporale per arrivare al racconto di Ughu, la scimmia protoumana di cui vorrei parlarti per arrivare alle macchine pensanti, ma non sono certo che tu abbia ben presente lo spazio temporale che intercorre tra gli stromatoliti del Cambriano e il Miocene, periodo con la comparsa delle scimmie.  570 milioni di anni di differenza. Hai un’idea di quanto tempo consiste questa differenza? Per esempio, se tu contassi da uno a un milione ininterrottamente notte e giorno, con la cadenza di un secondo, quanto tempo impiegheresti? Te lo dico io: più di undici giorni. E per contare i 570 milioni di anni che intercorrono tra il Cambriano e il Miocene? Sedici anni.

    Un triliardo bilione di secondi sono 31688 anni.
    Un triliardo bilione di secondi fa l’uomo di Neanderthal calpestava le pianure dell’Europa.

    Un milione di minuti fa era 1 anno, 329 giorni, 10 ore e 40 minuti fa.
    Un miliardo di minuti fa era poco dopo la nascita di Gesù.

    Un milione di ore fa eravamo nel 1885.
    Un miliardo di ore fa l’uomo non aveva ancora camminato sulla terra.

    Un triliardo bilione è un numero così grande che solo un politico può utilizzarlo in una conversazione… probabilmente perché raramente pensa a quello che sta dicendo.
    I matematici non usano mai il termine “bilione”, preferendo la notazione esponenziale 1×10^12

    [alcune parti sono adattate e tradotte da qui.]
    https://jenga.wordpress.com/2011/02/14/quale-e-la-differenza-tra-milione-miliardo-e-triliardo/


     

    Calendario cosmico



    Mappa grafica del calendario cosmico di Carl Sagan

    Il calendario cosmico nasce da un'idea del famoso astronomo e divulgatore statunitense Carl Sagan. Il calendario è formato da un unico anno terrestre, ma in questo arco temporale viene compressa la cronologia dell'intero universo (circa 14 miliardi di anni, secondo Sagan).

    Big Bang

    Nascita della Vita

    • 2 ottobre - Nascita della vita sulla Terra.
    • 9 ottobre - I fossili più antichi ritrovati sulla Terra.
    • 1º novembre - Sviluppo del sesso.
    • 12 novembre - Fossili più antichi di piante che utilizzano la fotosintesi.
    • 15 novembre - Diffusione degli eucarioti.
    • 1º dicembre - Inizio dello sviluppo di un'atmosfera ricca d'ossigeno.
    • 17 dicembre - Diffusione degli invertebrati.
    • 18 dicembre - Primo plancton di mare.
    • 19 dicembre - Apparizione di pesci e vertebrati.
    • 20 dicembre - Le piante iniziano la colonizzazione dei continenti.
    • 21 dicembre - Compaiono gli insetti. Gli animali iniziano la colonizzazione dei continenti.

    Dominio dei giganti

    • 22 dicembre - Compaiono gli anfibi e i primi insetti volanti.
    • 23 dicembre - Compaiono gli alberi e i rettili.
    • 24 dicembre - Compaiono i dinosauri che domineranno per oltre 160 milioni di anni terrestri.
    • 26 dicembre - I primi mammiferi.
    • 27 dicembre - I primi uccelli e fiori.

    Estinzione globale

    Dominio dei primati

    ·  29 dicembre - Il primo primate.

     

     

    Adesso fissiamo l’ora zero nel momento della formazione del pianeta e immaginiamo di raccontare il film della vita sulla Terra come se questi 4,5 miliardi di anni durassero appena 24 ore. La vita sulla terra ha origine, minuto più minuto meno, alle 3.44, ma i primi organismi pluricellulari si sviluppano solo dopo mezzogiorno, verso le 12.50. Per veder evolvere la riproduzione sessuata dobbiamo aspettare fino alle 18, o poco più. Il nostro film comincia a diventare un pò meno monotono tra le 20.58 e le 21.15, quando in rapida successione fanno irruzione sulla scena artropodi e pesci. Alle 21.30, sorpresa: solo ora vediamo apparire le prime piante terrestri. Un’altra mezzora e si presentano gli anfibi, i primi animali capaci di vivere almeno in parte sulla terraferma, seguiti dai rettili, verso le 22.17. Alle 22.48 è l’ora dei dinosauri, che dominano il pianeta. La pacchia dura quasi un’ora, fino alle 23.40. Nel frattempo si sono affacciati i mammiferi (22.56) e gli uccelli (23.12). Negli ultimi minuti il film accelera a una velocità ubriacante. Alle 23.55 e 30 secondi è il momento delle prime grandi scimmie, dalle quali i nostri antenati si separano intorno alle 23.57 e 45 secondi. Il genere Homo nasce alle 23.59 e 12 secondi. In un sospiro di sollievo, Homo sapiens spunta a 4 secondi dalla fine e lascia l’Africa quando mancano 1,3 secondi. Solo a 23 centesimi di secondo dall’epilogo questa specie ingegnosa inventa l’agricoltura. E a meno di 4 millesimi di secondo dalla mezzanotte esplode la rivoluzione industriale.

    http://www.paorossi.it/2018/03/04/1936/