Sapete che sono contrario a bruciare i libri
Ma per questo farei un'eccezione
e brucerei pure l'autore se fosse vivo.
E' stato pubblicato nel 1984
quattro anni dopo la morte del McLuhan
da un professore che ha pagato le royalties alla vedova per poter millantare che questo fosse il pensiero del grande pensatore canadese.
Lo ha intitolato IL VILLAGGIO GLOBALE autore McLuhan
e ci ha messo dentro un sacco di puttanate tra le quali i popoli che ragionano con l'emisfero sinistro contro quelli che ragionano con l'emisfero destro la Tetralicomia
previsioni sul un mondo che verrà di cui non se n'è avverata nemmeno una e la registrazione, questa vera, di una conversazione informale avuta con il McLuhan, una di quelle cose che parli davanti ad un bicchiere, anche di cazzate, e lui ci ha tessuto sopra un pamphket da cui ricavare soldi.
Se incontrate il libro in biblioteca, non bruciatelo
ma andate oltre
please
giovedì 26 aprile 2018
giovedì 12 aprile 2018
essere ed apparire
L'ESSERE E IL
NULLA
ovvero:
Fenomenologia di Alessandra Drusian
in arte JALISSE
Qualche tempo fa, per i tipi del Melangolo con testo
originale a fronte e' uscito IL NULLA E LE TENEBRE di Fredegiso di Tours, un
Diacono della Corte di Carlo Magno che attorno all'ottavo secolo ad Aquisgrana
con questo testo - l'unico che ci sia pervenuto in forma integrale - fece
nascere un lucido e drammatico dibattito che si protrasse per tutto l'Alto
Medioevo.
Drammatico perche' a differenza di adesso dove queste
disquisizioni si fanno allegramente quando si e' pieni di vino se sei in
Veneto, da fumato se sei alternativo, da scoppiato se frequenti i salotti
borghesi, allora facevano rischiare il collo.
Pure Carlo Magno, che qualche dubbio lo nutriva, mando'
una lettera ad un suo fido consigliere in Irlanda, tale Dungalo per avere lumi
in proposito.
Ma di cosa si dibatteva, di grazia?
Beh, in poche parole Fredegiso si chiedeva: cosa
significa la parola NULLA?
E' forse questo NULLA una parola che usiamo per definire
qualcosa che non esiste? Ma allora non
si trattera' forse che la cosa da esso significata e' UNA COSA , un'entita',
consistente nel non avere niente dentro di se' ma di fatto gia' per se stessa
una cosa?
E non e' forse vero che prima del mondo c'era il Nulla da
cui tutto ebbe conseguenza?
"Come puoi trattare il nulla?" si chiede
Fredegiso " mentre diciamo "Il nulla non esiste" gia' gli
conferiamo un'esistenza.
La filosofia moderna ha liquidato da tempo questo Nulla
dicendo che non e' un nome ma si tratta di una particella logica che usiamo per
esprimere qualcosa che non c'e'. Per spiegarci,
il nulla non e' "IL" niente ma e' il NON qualcosa espresso in
un discorso.
Definizione comoda, ma ahime' insufficiente per spiegare
il nuovo Nulla che incombe per esempio nel Cyberspazio dove una biblioteca non
raccoglie piu' gli atomi di un libro, cioe' la sua presenza fisica, ma ne
conserva soltanto i suoi ioni luminosi. Fisicamente quindi nel Web non c'e'
nulla, pero' e' possibile trovarci tutto.
Un fenomeno quasi analogo, a mio parere, si e' verificato
quando nel 1997 (forse, non ricordo bene la data) i Jalisse vinsero il Festival
di Sanremo e subito dopo la stampa nazionale comincio' ad insinuare che tale
vittoria avesse portato sfortuna ai due protagonisti facendoli di fatto sparire
dal panorama canoro nazionale. Affermazione di volta in volta smentita con
educata fermezza dagli interessati che con proclami, comunicati stampa e altro,
asserivano di essere su piazza e di mietere successi di concerto in concerto.
Furono anni di incertezza col pubblico che non aveva il
piacere di vedere i Jalisse nell'esercizio delle proprie funzioni, cioe' mentre
cantavano, mentre era certo della loro esistenza dalla copiosa redazione dei
comunicati stampa. Finche' si diffuse il Web e loro, da ottimi navigatori,
puntigliosamente misero on line tutto cio' che li riguardava, dai testi, alle
fotografie dei loro concerti, dagli mp3 con cui scaricare le loro canzoni, alle
date del nuovo tour. Ma le notizie che misero su Internet erano cosi'
sterilizzate che ancora oggi aprendo quelle pagine si ha come la sensazione di
qualcosa fuori dal tempo. Per esempio:
www.jalisse.it
Jalisse in concerto
Immagini dal concerto della Festa del Secolo
(A quando risale detto concerto? Mah)
... pagelle Jalisse, Fiumi di pagelle, l'epilogo I
Jalisse meglio del mago
Do Nascimiento: pronostico quasi azzeccato. ...
(Di quale Festival stiamo parlando? Boh)
www.zuccaweb.it/musica/Jalisse.asp -
Entra nella pagina dedicata a: Jalisse. Scegli tra i siti
proposti quello da te ricercato. ...
www.canzoni-mp3.net/jalisse.htm
jalisse mp3
Canzoni MP3 - Archivio di canzoni di jalisse - mp3
jalisse. Canzoni-mp3.net,. ...
www.musical-genre.com/jalisse.htm -
Jalisse. Buy
and sell used Jalisse CDs. Discount prices
- best
selection on Jalisse music. Jalisse. ...
www.golemblog.rai.it/golem/archives/000819.php
golem: GOLEM
JALISSE. L' uomo di fango incontra i Jalisse nel corso
del festival digital satellitare. ... Commenti.
musicaitaliana.it/linx/alessandradrusianjalisse.html
Alessandra drusian jalisse - musica italiana links
Jalisse.it E` il sito di Alessandra Drusian, in arte
Jalisse
Biografia
Jalisse é Alessandra Drusian.La formazione originale era
invece composta dalla stessa Alessandra in coppia con...
www.publiweb.it/area/musicaitalia/pag293.shtml
jalisse torna alla musica - con il singolo dal titolo
'i`ll fly'
dove leggiamo:
"Dopo tre anni di silenzio discografico Alessandra
Drusian si presenta da solista con il nome JALISSE e la produzione di Fabio
Ricci e Massimo Giabardo per l' etichetta indipendente Tregatti, con un singolo
dal titolo "I'LL FLY" che anticipa il cd Album di prossima uscita.
( Vi bastera' una brevissima navigazione per rilevare che
ogni notizia riguardante questo duo - che nel frattempo e' diventato il nome di
solo lei - non riportando alcun riferimento temporale, se ne rimane in sospeso,
congelata nel tempo e nello spazio virtuale dandoci la sensazione che il Nulla
cominci ad avere le dimensioni dell'Infinito.)
~
Ma il fenomeno stupefacente doveva avvenire in occasione
del Festival di Sanremo 2004 dove come ogni anno voci incontrollate davano i
Jalisse ( solo lei) quali partecipanti alla nota competizione canora.
Alla cannibalizzazione di Sanremo, oltre ai soliti media,
si e' aggiunto pure il Web ed alcuni benefattori hanno avuto lo spirito di
sacrificio di seguire ogni minuto del festival per riportarne le sensazioni sui
loro Blogs. Ebbene tra tutti i Blog che si sono distinti in originalita',
tempestivita' e traffico, qual'e' stato quello che si e' distinto?
Ma ca va sans dire: IL BLOG DEI JALISSE !!
E qui il cerchio si e' chiuso.
Infatti, dopo un lungo itinerario, i Jalisse, che erano
emersi dal nulla durante la competizione di Sanremo, erano tornati sul luogo
del delitto, e come magnifica crisalide, erano riapparsi in vita solo per
qualche giorno, per dire al mondo virtuale che loro non erano affatto scomparsi
ma esistevano eccome.
Nel Nulla.
P.S.
Una divertente/dolorosa (cancellare quello che non
interessa) appendice.
Lei, la Jalisse si è presentata ai provini di una di
queste nuove competizioni dove mandano allo sbaraglio migliaia di esordienti ma
qualche volta pescano un jolly e lo mandano a vincere a San Remo.
Ebbene, giudici titolati quali la Pavone o la Carrà, non
ricordo bene, perchè seguo di sguincio queste cose, solo come fenomeni
massmediologici, L'HANNO SCARTATA!
Praticamente non l'hanno ritenuta degna di una
competizione di esordienti!
Quando, dopo essere stata gettata via, lei ha rivelato di
essere la Jalisse, I titolatissimi giudici sono impalliditi, quasi svengono
come I critici d'arte che avevano scoperto I Modigliani fatti col Black &
Deker, ma non ci hanno potuto fare nulla.
E l'hanno cancellata (forse) per sempre.
venerdì 6 aprile 2018
NOVITA' IN LIBRERIA
QUESTO
NON E' UN LIBRO
( E' solo un espediente
dell'autore per spiegarvi le intuizioni di
Marshal McLuhan cinquant'anni dopo...)
QUESTO NON E' UN LIBRO
Sembra una frase
di Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non
è un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in
questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto,
di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti, nel
momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e
nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere
che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un
supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non solo in libreria, o meglio
le probabilità che finisca solamente in libreria sono ridotte.
Infatti, se fino
al 1700 i libri erano scritti prevalentemente da coloro che li leggevano, se
col romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver
scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che
porta dalla notorietà (per pubblicare un
libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà
attraverso altri mezzi.
Questo, quindi
non è un libro ma un espediente escogitato dall'autore per far il punto sul
McLuhan cinquant'anni dopo.
Nemmeno i
cinquant’anni sono tali. Si tratta di mezzo secolo per approssimazione, utile
nella sintesi di un titolo, insomma rende l’idea:
La Sposa Meccanica è del 1951, Galassia Gutenberg
è del 1962 (anche se in Italia è arrivata colpevolmente solamente nel 1972),
Gli strumenti del Comunicare (Il Saggiatore, Milano) del 1964, The Medium is
the Massage (scritto con Quentin Fiore) è del 1967 e il Villaggio Globale del
1968.
Questo è il
periodo del suo successo, delle sue frasi ad effetto che hanno fatto il giro
del mondo (il medium è il messaggio, il villaggio globale, ecc.) molte volte
citato anche da gente che non lo ha mai letto. In realtà la sua fama accademica
viene da lontano: professore di letteratura anglosassone che sapeva citare a
memoria pagine intere di autori famosi, La sua tesi di dottorato a Cambridge
del 1943 è un saggio di formidabile erudizione, che studia la storia delle arti
verbali (grammatica, logica e dialettica, retorica, cioè il trivium) dall'epoca
di Cicerone fino al tempo di Thomas Nashe.
Nell'anno accademico 1936-37, insegnò
all'Università del Wisconsin. Dal 1937 al 1944, egli insegnò inglese
nell'Università di Saint Louis. Qui ebbe tra gli studenti un giovane gesuita di
nome Walter J. Ong, che sarebbe diventato in seguito, un'autorità nel campo dei
mezzi di comunicazione e delle relative tecnologie. Dal 1944 al 1946, McLuhan
insegnò presso l'Assumption College a Windsor, nel Canada. Dal 1946 al 1979
insegnò al St. Michael's College, University of Toronto, dove Hugh Kenner fu
uno dei suoi studenti. McLuhan insegnò anche per un anno alla Fordham
University. Si spense a Toronto nel 1980.
Riportiamo qui di
seguito alcune delle sue predizioni:
La società
tattile trasformerà le nostre città imponendo la sua velocità, che è quella
dell'elettrone. Abolirà le distanze ma soprattutto smaterializzerà i medium di
comunicazione. Il denaro da moneta si trasformerà in credito, la parola scritta
muterà in immagine e per poter essere processata, in pixel e, poi, in bit di
informazione. Alla struttura lineare dei testi subentrerà la fluidità degli
ipertesti. E le murature, sinora solide e perenni, diventeranno sottili membrane
che, simili alla pelle, interreleranno l'uomo con l'ambiente circostante.
Basterà un comando vocale o il semplice movimento del corpo per aprire porte,
muovere oggetti, accendere elettrodomestici. All'esterno il vento o la luce per
comandare l'oscuramento di un infisso o avviare l'impianto bioclimatico. Se
l'architettura tradizionale ha dato forma ai muscoli e alle ossa alla
costruzione, la contemporanea attiverà nuovi sistemi nervosi....
( Marshall
McLuhan, una sua profezia scritta nel 1940)
E Questa più
recente:
Abbiamo inserito con i media elettrici i nostri
corpi fisici in sistemi nervosi estesi. Tutte le tecnologie precedenti, che
sono protesi delle mani, dei piedi, dei denti, del controllo termico del nostro
corpo – le città sono protesi del nomadismo – con l'avvento del computer
vengono tradotte in sistemi d'informazione. Lo stesso computer è la protesi del
cervello ma a differenza delle altre estensioni dei nostri sensi, esso genera
un "campo", che con tutta la tecnologia elettromagnetica, richiede
dall'uomo una docilità profonda come quella della meditazione poichè egli si
trova ora con il cervello fuori dal cranio ed i nervi fuori dalla pelle. L'uomo
deve servire questa nuova tecnologia con la stessa dedizione da servomeccanismo
con la quale serviva tutte le altre, come la canoa, il mulino, la stampa a
caratteri mobili, e tutte le altre estensioni dei suoi organi fisici. La
differenza però è che tutte le altre tecnologie erano frammentarie e parziali,
mentre questa elettronica è totale, immediata, istantanea e compatta.
Vincent:
L'avvento
del Web poi ha fatto sì che il nostro cervello fuori dal cranio sia diventato
un punto neuronico collegato ai miliardi di altri punti neuronici sulla
superficie della Terra costituendo la massa cerebrale più estesa oggi
conosciuta nell'Universo.
Prosegue il
McLuhan:
"Queste nuove tecnologie elettriche che
estendono i nostri nervi ed i nostri sensi in un discorso globale, possono
avere grande influenza sul futuro del linguaggio perchè non hanno bisogno delle
parole così come il calcolatore non ha bisogno dei numeri. Sono nuove
tecnologie che aprono la strada a nuovi processi della consapevolezza, su scala
mondiale e senza bisogno di verbalizzare. Se il linguaggio con la mitica Torre
di Babele è stato una tecnologia che ha diviso e frammentato, oggi i computer
sono in grado di tradurre un linguaggio o un cifrario in qualunque altro. Una
sorta di condizione pentecostale di unità e comprensione totale. E' facilmente
prevedibile che la prossima fase non sarà più quella di tradurre ma di superare
i linguaggi a favore di una consapevolezza cosmica assai simile all'inconscio
collettivo, una condizione di "imponderabilità" che secondo i biologi
promette l'immortalità fisica e che potrebbe avere un parallelo in una condizione
di averbalismo capace di assicurare un periodo di pace e armonia collettiva.
lunedì 2 aprile 2018
fake news e Repubblica
CLAMOROSO! ODIFREDDI, NEL BLOG CHE TIENE SUL
SITO DI 'REPUBBLICA', DEMOLISCE ‘REPUBBLICA’, SCALFARI E BERGOGLIO IN
UN SOL COLPO – ‘’DIRE CHE IL PAPA CREDE ALL’ESISTENZA DELL’INFERNO
LASCEREBBE INDIFFERENTI LA MAGGIOR PARTE DEI GIORNALI. PER QUESTO
SCALFARI SCRIVE, E 'REPUBBLICA' PUBBLICA, CHE IL PAPA NON CREDE
ALL’INFERNO: PERCHÉ ALTRI GIORNALI LO RIMBALZINO PER L’INTERO MONDO”
-
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Piergiorgio Odifreddi - http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2018/04/02/le-fake-news-di-scalfari-su-papa-francesco/
Oggi
è la Giornata Mondiale del Fact Checking, e vale la pena soffermarsi su
una straordinaria serie di fake news diffuse da Eugenio Scalfari negli
anni scorsi a proposito di papa Francesco, l’ultima delle quali risale a
pochi giorni fa.
Com’è
ormai noto urbi et orbi, Scalfari ha ricevuto nel settembre 2013 una
lettera dal nuovo papa. Fino a quel momento, per chi avesse seguito
anche solo di lontano la cronaca argentina, Bergoglio era un
conservatore medievale, che nel 2010 aveva scandalizzato il proprio
paese con le proprie anacronistiche prese di posizione contro la
proposta di legge sui matrimoni omosessuali, riuscendo nell’ardua (e
meritoria) impresa di coalizzare contro di sé un fronte moderato che
fece approvare in Argentina quella legge, ben più avanzata delle timidi
disposizioni sulle unioni civili approvate nel 2016 in Italia.
papa scalfari
Dopo
la sua lettera a Scalfari papa Francesco si è trasformato per lui, e di
riflesso anche per Repubblica, in un progressista rivoluzionario, che
costituirebbe l’unico punto di riferimento non solo religioso, ma anche
politico, degli uomini di buona volontà del mondo intero, oltre che il
papa più avanzato che si sia mai seduto sul trono di Pietro dopo il
fondatore stesso. Fin qui tutto bene, o quasi: in fondo, chiunque ha
diritto di abiurare il proprio passato di “uomo che non credeva in Dio” e
diventare “l’uomo che adorava il papa”, andando a ingrossare le nutrite
fila degli atei devoti, o in ginocchio, del nostro paese.
PAPA BERGOGLIO E LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REGINA COELI
Il
fatto è che Scalfari non si è limitato alle proprie abiure personali,
ma ha incominciato a inventare notizie su papa Francesco, facendole
passare per fatti: a produrre, cioè, appunto delle fake news. In
particolare, l’ha fatto in tre “interviste” pubblicate su Repubblica il 1
ottobre 2013, il 13 luglio 2014 e il 27 marzo 2018, costringendo
altrettante volte il portavoce del papa a smentire ufficialmente che i
virgolettati del giornalista corrispondessero a cose dette da Bergoglio.
Addirittura, la prima intervista è stata rimossa dal sito del Vaticano,
dove inizialmente era stata apposta quando si pensava fosse autentica.
Le
interviste iniziano pretendendo che gli incontri con Scalfari siano
sempre scaturiti da improbabili inviti di Bergoglio. E continuano
attribuendo al papa impossibili affermazioni, dalla descrizione della
meditazione del neo-eletto Francesco nell’inesistente “stanza accanto a
quella con il balcone che dà su Piazza San Pietro” (una scena
probabilmente mutuata da Habemus Papam di Moretti), all’ultima novità
che secondo il papa l’Inferno non esiste.
Quando,
travolto dallo scandalo internazionale seguìto alla prima intervista,
Scalfari ha dovuto fare ammenda il 21 novembre 2013 in un incontro con
la stampa estera, ha soltanto peggiorato le cose. Ha infatti sostenuto
che in tutte le sue interviste lui si presenta senza taccuini o
registratori, e in seguito riporta la conversazione non letteralmente,
ma con parole sue. In particolare, ha confessato, “alcune delle cose che
il papa ha detto non le ho riferite, e alcune di quelle che ho riferite
non le ha dette”.
Ma
se le fake news sono appunto opinioni riportate come fatti, o falsità
riportate come verità, Scalfari le diffonde dunque sistematicamente. Il
che solleva due problemi al riguardo, riguardanti il primo Bergoglio, e
il secondo Repubblica.
Il
primo problema è perché mai il papa continui a incontrare Scalfari, che
non solo diffonde pubblicamente i loro colloqui privati, ma li travisa
sistematicamente attribuendogli affermazioni che, facendo scandalo,
devono poi essere ufficialmente ritrattate. S
icuramente
Bergoglio non è un intellettuale raffinato: l’operazione (fallita) di
pochi giorni fa, di cercare di farlo passare ufficialmente per un gran
pensatore, suona appunto come un’excusatio non petita al proposito, e
non avrebbe avuto senso per il ben più attrezzato Ratzinger (il quale
tra l’altro se n’è dissociato, con le note conseguenze).
L’avventatezza
di papa Francesco l’ha portato a circondarsi autolesionisticamente di
una variopinta corte dei miracoli, dal cardinal Pell alla signora
Chaouqui, e Scalfari è forse soltanto l’ennesimo errore di valutazione
caratteriale da parte di un papa che non si è rivelato più adeguato del
suo predecessore ai compiti amministrativi.
Non
bisogna però dimenticare che Bergoglio è comunque un gesuita, che
potrebbe nascondere parecchia furbizia dietro la propria apparente
banalità. In fondo, un minimo di blandizia esercitato nei confronti di
un ego ipertrofico gli ha procurato e gli mantiene l’aperto supporto di
uno dei due maggiori quotidiani italiani, che è passato da una posizione
sostanzialmente laica a una palesemente filovaticana.
Se
da un lato Bergoglio può ridersela sotto i baffi dell’ingenuità di uno
Scalfari, che gli propone di beatificare uno sbeffeggiatore dei gesuiti
come Pascal, dall’altro lato può incassare le omelie di un Alberto
Melloni, che dal 2016 ha trovato in Repubblica un pulpito dal quale
appoggiare le politiche papali con ben maggior raffinatezza, anche se
non con minore eccesso di entusiasmo. A little goes a long way, si
direbbe nel latino moderno.
Rimane
il secondo problema, che è perché mai Repubblica non metta un freno
alle fake news di Scalfari, e finga anzi addirittura di non
accorgersene, quando tutto il resto del mondo ne parla e se ne
scandalizza. In fondo, si tratta di un giornale che recentemente, e
inusitatamente, ha preso per ben due volte in prima pagina le distanze
dalle opinioni soggettive del proprio ex editore-proprietario ma che non
dice una parola sulle ben più gravi e ripetute scivolate oggettive del
proprio fondatore.
Io
capisco di giornalismo meno ancora che di religione, ma la mia
impressione è che in fondo ai giornali della verità non importi nulla.
La maggior parte delle notizie che si stampano, o che si leggono sui
siti, sono ovviamente delle fake news: non solo quelle sulla religione e
sulla politica, che sono ambiti nei quali impera il detto di Nietzsche
“non ci sono fatti, solo interpretazioni”, ma anche quelle sulla
scienza, dove ad attrarre l’attenzione sono quasi sempre e quasi solo le
bufale.
BERGOGLIO RATZINGER - PASTICCIO LETTERE
Alla
maggior parte dei giornalisti e dei giornali non interessano le verità,
ma gli scoop: cioè, le notizie che facciano parlare la maggior parte
degli altri giornalisti e degli altri giornali. E se una notizia falsa
fa parlare più di una vera, allora serve più quella di questa. Dire che
il papa crede all’esistenza dell’Inferno è ovviamente una notizia vera,
ma sbattuta in prima pagina lascerebbe indifferenti la maggior parte dei
giornalisti e dei giornali. Per questo Scalfari scrive, e Repubblica
pubblica, che il papa non crede all’Inferno: perché altri giornalisti e
altri giornali lo rimbalzino per l’intero mondo.
BERGOGLIO RATZINGER
Il
vero problema è perché mai certe cose dovrebbero leggerle i lettori.
Che infatti spesso non leggono le fake news, e a volte alla fine
smettono di leggere anche il giornale intero. Forse la meditazione sul
perché i giornali perdono copie potrebbe anche partite da qui, nella
Giornata Mondiale del Fact Checking.
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