MAMMALITURCHI
Ebbene sì, sto
parlando di invasioni barbariche. È un argomento al cui cuore ci stiamo avvicinando volando
a spirale come il Condor, dal meraviglioso film canadese premiato come miglior
film straniero agli Oscar 2002, giù giù passando dai Barbari di Baricco fino ai
miagolii della parte più esangue della sinistra italiana (intendo Fazio,
Zucconi Gargantuà con l’accento rigorosamente sulla A, e la piccola Bignardi
che ci ha pure dato il titolo di una sua pagatissima trasmissione).
Avrete
certamente letto la recente polemica nata dall’inarrivabile Uto Ughi schifato
da Schifani (che bel gioco di parole!) il quale ha osato dissacrare il Sacro
Suolo del Senato invitando per il concerto di Natale nientemeno che il giovane
Allevi!
Il
quale benche’ baciato dal favore del pubblico rappresenterebbe (secondo il
divino Ughi) una caduta di stile, un imbarbarimento del concetto di musica
classica che ci coinvolgerebbe tutti.
Risponde
l’Allevi e dice le sue ragioni. Ecco, partiamo da qui, non certo per schierarci
con questo o con quello ma per capire cosa sta succedendo intorno alla
comunicazione e intorno a noi.
….
Nel
2006 apparve su La Repubblica una nuova rubrica di Baricco: I BARBARI, appunto,
dove l’autore si riprometteva di scrivere in una ventina di interventi la
cronaca di una mutazione in corso, e invitava i suoi lettori ad intervenire con
le loro osservazioni. Gli articoli uscirono per sei mesi, con lui muovendosi
finchè l’ultima puntata la scrisse dalla Muraglia cinese, (e questo aveva un
senso). Raccolse quindi gli articoli e le riflessioni e ne fece un libro che
andò a presentare in televisione. In seguito, da una parte di esso, ne ricavò
un film.
Fate
bene attenzione a tutto questo perché esso rappresenta il modo barbaro di
scrivere un libro il quale non è più esplorare in profondità, come discendere
in un crepaccio per visionare l’intero mondo descritto nel testo, ma è
diventato il segmento di una traccia, di un percorso che inizia su un altro
mezzo di comunicazione e va a finire su di un altro ancora.
“Surfing”
lo chiamano gli inglesi e noi lo abbiamo malamente tradotto in “navigare” ma
non è lo stesso, perché il surfing – quello che si fa raccogliendo notizie su
Internet, per esempio – è ciò che raccogliamo in velocità scivolando sulla
superficie e da essa traendone nuova energia per avanzare in velocità.
È
come andare in bicicletta dove il movimento permette non solo di rimanere in
equilibrio, ma in una strada in discesa addirittura di caricarci dell’energia
necessaria per andare avanti senza pedalare.
(continua…)
EPIGRAFI e CITAZIONI da Google:
“Il
timore di essere sopraffatti e distrutti da orde barbariche è vecchio come la
storia della civiltà. Immagini di desertificazione, di giardini saccheggiati da
nomadi, e di palazzi in sfacelo in cui pascolano greggi, sono ricorrenti nella
letteratura della decadenza, dall’antichità fino ai giorni nostri.”
Martedì
22 genanio prossimo venturo, l’Italietta ufficiale festeggia l’ invasione dei
barbari che, sbarcando ad Anzio, contribuì al progetto anglo-americano di
liberare l’Italia mafiosa dalle galere, delegando a questa, in subordine, il
potere conquistato. Da allora l’Italia schiava celebra questa ricorrenza venerando
le tombe dei caduti inglesi, americani, marocchini, indiani, kenioti,
senegalesi, e simil lordura. Non saranno venerate le migliaia di vittime della
menzionata liberazione, inutili capri sacrificali, che morirono sotto le bombe
o vittime di assassini premeditati, di stupri, violenze e ruberie da parte dei
liberatori. Per tanto, a cura delle Associazioni d’Arma, tutti gli Italiani
veri sono convocati per MARTEDI 22 GENNAIO P.V. ore 10 e 30 min AL CAMPO DELLA
MEMORIA IN NETTUNO per celebrare, in fraternità e continuità di spiriti e di
intenti, la difesa di Roma e della Civiltà Cristiana ed Europea da parte dei
reparti della Repubblica Sociale Italiana. Saranno ricordati e venerati i
Caduti della Xa MAS, della Aviazione Nazionale Repubblicana, del Folgore e del
Nembo e degli altri reparti che caddero combattendo eroicamente sul fronte di
Anzio e Nettuno per la difesa di Roma e l’Onore d’Italia.
IL CHIANTI E LA LIGURIA
Sono un appassionato di turismo e dopo aver trattato lo sciacallaggio delle coste tirreniche calabresi della fine degli anni '70 ad opera di costruttori poco trasparenti e governi locali compiacenti, sto studiando lo sciacallaggio in atto verso la campagna del Chianti ad opera dei buongustai americani che stanno creando uno stereotipo anche lì dove si era rimasti fuori dagli stereotipi per secoli. Attenzione l'imbarbarimento sta salendo fino a Como/Bellagio... George Cloney docet.
Vogliamo parlare invece dell'imbarbarimento delle coste liguri ad opera dei "barbari milanesi" che cercano uno sbocco sul mare con nel risiko? Dopo aver rovinato l'Adriatico e la Liguria, sembra che adesso siano ben diretti verso la sicilia (Pantelleria in primis).
Ecco, l'imbarbarimento del turismo potrebbe essere un buon spunto di riflessione, resto a disposizione.
Non ho parole.
Pierluigi Marciano
Sono un appassionato di turismo e dopo aver trattato lo sciacallaggio delle coste tirreniche calabresi della fine degli anni '70 ad opera di costruttori poco trasparenti e governi locali compiacenti, sto studiando lo sciacallaggio in atto verso la campagna del Chianti ad opera dei buongustai americani che stanno creando uno stereotipo anche lì dove si era rimasti fuori dagli stereotipi per secoli. Attenzione l'imbarbarimento sta salendo fino a Como/Bellagio... George Cloney docet.
Vogliamo parlare invece dell'imbarbarimento delle coste liguri ad opera dei "barbari milanesi" che cercano uno sbocco sul mare con nel risiko? Dopo aver rovinato l'Adriatico e la Liguria, sembra che adesso siano ben diretti verso la sicilia (Pantelleria in primis).
Ecco, l'imbarbarimento del turismo potrebbe essere un buon spunto di riflessione, resto a disposizione.
Non ho parole.
Pierluigi Marciano
TUTTA COLPA (O MERITO) DEL WEB
Siamo arrivati al cuore del problema, secondo me: internet, Google. Hanno veramente dato vita a un nuovo modo di intendere la cultura, che ha penalizzato il ruolo del libro, lo ha ridimensionato nel suo valore totemico. Ma intendiamoci il libro rimane e rimarrà per alcuni usi insostituibile.
Come dice Baricco, anche l'invenzione della scrittura o della stampa, hanno a loro volta prodotto discontinuità importanti: per esempio non abbiamo più aedi, rapsodi e cantastorie in grado di recitare l'Iliade a memoria, ma non per questo abbiamo avuto meno cultura o una cultura meno profonda e raffinata.
Riconosciamo ai barbari i loro meriti: il web ha dato a tutti la possibilità di produrre cultura e informazione. E questo è grande. Chiunque abbia qualcosa da dire: con parole, immagini, suoni può facilmente comunicarlo al mondo. Può cercare un pubblico per la propria creatività e a livello planetario!
Siamo arrivati al cuore del problema, secondo me: internet, Google. Hanno veramente dato vita a un nuovo modo di intendere la cultura, che ha penalizzato il ruolo del libro, lo ha ridimensionato nel suo valore totemico. Ma intendiamoci il libro rimane e rimarrà per alcuni usi insostituibile.
Come dice Baricco, anche l'invenzione della scrittura o della stampa, hanno a loro volta prodotto discontinuità importanti: per esempio non abbiamo più aedi, rapsodi e cantastorie in grado di recitare l'Iliade a memoria, ma non per questo abbiamo avuto meno cultura o una cultura meno profonda e raffinata.
Riconosciamo ai barbari i loro meriti: il web ha dato a tutti la possibilità di produrre cultura e informazione. E questo è grande. Chiunque abbia qualcosa da dire: con parole, immagini, suoni può facilmente comunicarlo al mondo. Può cercare un pubblico per la propria creatività e a livello planetario!
2-
“Eleganza,
purezza e misura, che eranoi principi della nostra arte, si sono gradualmente
arresi al nuovo stile frivolo ed affettato che questi tempi dal talento
superficiale hanno adottato. Cervelli che per educazione o abitudine non
riescono a pensare qualcosa d’altro che i vestiti, la moda, il pettegolezzo, la
lettura di romanzi e la dissipazione morale, fanno fatica a provare i piaceri
più elaborati e meno febbrili della scienza e dell’arte. Beethoven scrive per
quei cervelli e in questo pare che abbia un certo successo, se devo credere
agli elogi che da ogni parte sento fiorire per questo suo ultimo lavoro…”
( The Quarterly Musical Magazibne
and Review come critica alla Nona Sinfonia)
Notare
che nel criticare quella che diventerà la colonna del Romanticismo, questo insigne critico accomuna i nuovi barbari che
ascoltano questa deprecabile musica, ai lettori di romanzi!!
Incredibile.
E
pensare che oggi riteniamo nuovi barbari, coloro che NON leggono romanzi…
Come
cambia il comune senso del…, no?
Insomma,
continuiamo.
I saccheggi.
Arrivano
da tutte le parti i barbari, e noi notiamo continui saccheggi, vediamo villaggi
e roccaforti crollare ma non riusciamo ad intendere il tessuto che tiene
insieme il disegno collettivo. Baricco lo fa in una sorta di visione dall’alto,
privilegiando l’osservazione di alcuni fenomeni che secondo lui sono indicativi
per comprendere il fenomeno nella sua interezza.
Il
vino, per esempio, lo facevano esclusivamente francesi ed italiani. Si andava
dal vinello che tutti bevevano a tavola fino a vere e proprie forme d’arte che
erano i vini pregiati. Nel resto del mondo si bevevo altro: birra, super
alcolici e cose così, ma il vino era patrimonio di questi due popoli. Poi, dopo
la Seconda Guerra Mondiale i barbari, tornarono a casa loro portandosi il
piacere di bere vino e la tentazione di produrlo.
Cominciarono
in California ma il loro target era il mercato interno con gli americani che di
vino ne capivano ben poco, e così si pensò di adattarlo affiancandolo al marketing ed ottennero un
prodotto semplice, facile al gusto e spettacolare.
Il
vino Hollywoodiano.
Essendo
l’America la capitale dell’Impero, non fu difficile convogliare la
comunicazione attraverso film o serie televisive dove i protagonisti bevevano
vino, ed avendo una distribuzione capillare di prodotti americani, come si
conviene alla capitale di un impero, in breve tempo ottennero che il vino
americano si diffuse nel mondo tanto che oggi vende molto più del vino francese
ed italiano messi insieme. Non solo, ma queste due nazioni europee non solo
hanno cominciato ad assorbire quote di mercato di vino americano, ma hanno
cominciato a produrlo!
Se
vai da uno di questi nobili vignaioli, uno che chissà da quante generazioni i
suoi avi facevano il vino in cima a quella collina, uno plasmato e convinto
dalla sacra arte di vinificare e gli chiedi cosa ne pensa del vino
hollywoodiano, magari uno di quelli che ha cominciato a produrre pure lui, ti
dirà che vabbè, si tratta di prodotti commerciali per non intenditori, gente
che non ha mai avuto la cultura del vino. Barbari, insomma.
Come
chiedere a Schumacher un giudizio sui go-kart o chiedere a Proust una
valutazione di Faletti o quel che è peggio, chiedere ad Uto Ughi perché
Giovanni Allevi secondo lui non sarebbe degno di suonare il concerto di Natale
al Senato.
(
continua…)
Il dotto
Petrarca (secondo l´arguta ricostruzione di Alberto Asor Rosa), deprecava la
diffusione della Commedia fra il popolino di Firenze, cioè fra i «tintori», gli
«osti», i «lanaioli»: deprecava cioè il successo di massa contro il successo di
critica.
ALDO VINCENT
https://www.facebook.com/aldo.vincent
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