FREE BLOGGER!
Si parlava di vino, ricordate? Si diceva di
generazioni di produttori seduti su colline ereditate da antichissimi avi, che
contro ogni innovazione, in nome della tradizione più pura producevano un
prodotto sempre più nobile, sempre più specializzato che per riconoscerlo era
fiorita una specifica letteratura, - così come sempre nasce una terminologia
per iniziati attorno ad un argomento di casta, siano essi medici, legislatori,
o programmatori di computer, c’è sempre la verbalizzazione di concetti
elementari espressi con un gergo da iniziati – e per descrivere quel vino,
collocato in quel vitigno di quella nicchia, prodotto da quella casa in quello
specifico anno, vino che risultava vellutato al palato con retrogusto acidulo
con vago sentore di mandorlato che titillava il velopendulo (sto scherzando)
occorreva caricarsi di una cultura vinicola da intimidire le anime più
semplici, un po’ come registrare il timore che prendeva l’omino qualunque che
desiderasse comprare un libro di cui aveva sentito vagamente parlare in un
altro contesto e che dovesse affrontare il cerbero del libraio che aveva letto
tutto, che sapeva tutto e davanti al quale si dovesse mostrare tutta la propria
ignoranza.
Arrivarono i barbari e confezionarono un
prodotto uniforme che quasi non si distingueva uno dall’altro e un critico che
su una rivista a larghissima tiratura a quei vini dava un punteggio come le
stelline che si mettono ai film: cinque stelle ottimo, quattro buono, eccetera.
La conseguenza fu che il vino perse l’anima
ma acquistò un mercato tanto vasto che oggi trova i suoi consumatori in Cina,
nello Yemen, a Timbuctu e in tutti quei luoghi dove non sarebbe MAI penetrato.
Vebbè, questo discorso lo continueremo in un
altro contesto.
Oggi vorrei parlarvi del barbaro più barbaro
che più barbaro non c’è: Beppe Grillo.
Un comico che essendo stato escluso dal mezzo
di comunicazione che lo ha reso celebre, ha scoperto che le nuove tecnologie
possono attaccare e distruggere le cittadelle medievali della comunicazione.
L’ultima delle sue iniziative, forse la meno
riuscita in campo mediatico, è stata il chiamare a raccolta il popolo del Web
per una sacrosanta battaglia contro il bavaglio che il potere vorrebbe mettere
alla controinformazione. L’ha chiamata:
FREE
BLOGGER
NO ALLA
LEGGE CASSINELLI
invitando i bloggers a mandare una propria
fotografia, con questa modalità:
Inviate le vostre foto
con la scritta: "FREE BLOGGER":
Invia una mail a freeblogger@beppegrillo.it con:
- Oggetto: il tuo nome
- Testo: indirizzo del tuo blog
- Allegato: la tua foto con un cartello "Free Blogger"
Le foto appariranno nella barra superiore del blog.
Invia una mail a freeblogger@beppegrillo.it con:
- Oggetto: il tuo nome
- Testo: indirizzo del tuo blog
- Allegato: la tua foto con un cartello "Free Blogger"
Le foto appariranno nella barra superiore del blog.
e le ha pubblicate qui:
Il McLuhan scriveva che quando si comincia
con un nuovo mezzo di comunicazione, poi non si sa in che direzione esso va a
trasformarsi, e lo stesso è successo a questa iniziativa che da testimonianza
di dissenso, senza regia, e senza altri fini, piano piano si è trasformata nel
più grande murales del Web, un’espressione artistica d’arte contemporanea dove,
come in un grandioso mosaico, ogni tassello non solo è testimone ma anche
autore di un grande affresco inedito e stupefacente.
Il mio invito quindi non è solo quello di
aderire all’iniziativa di Beppe Grillo, ma pure quello di trasformarvi in
BARBARO e di pubblicare la vostra capacità creativa.
ALDO VINCENT
P.S.
Se volete conoscere l’opinone di un avvocato
sulla legge Cassinelli, andate qui:
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