I Barbari e la comunicazione
Ripetiamo
alcuni punti della nostra riflessione perché non fanno mai male. Innanzi tutto
le invenzioni tecnologiche sono protesi delle nostre capacità, la gru delle
braccia, la ruota dei piedi, le armi del pugno e dei denti, eccetera. I media
sono estensioni dei nostri sensi e vanno intesi come protesi fuorché il computer
e Internet che essendo estensioni del nostro cervello si espandono in un
“campo” come quello magnetico, elettrico, e così via.
Ogni
media che si affaccia sul mercato inizia con la forma di altri media, ne
contiene altri ancora e si sviluppa in un modo non previsto.
La luce
è un medium purissimo in quanto ha senso quando ne contiene altri: modifica la
nostra vita cancellando le differenze tra il giorno e la notte, permette
un’operazione chirurgica o una partita di calcio a qualsiasi ora, annulla il
tempo e lo spazio con il Web ecc.
L’automobile
comparve nella forma del carro che voleva sostituire, l’aeroplano nasce dalla
tecnologica delle biciclette, il telegrafo serviva per avvertire i capistazione
dell’arrivo del treno, poi a questa notizia si aggiunsero dati meteorologici pubblicati
dai giornali, quindi notizie tra privati, la radio e via così.
Succede
però che quando un medium si sviluppa eccessivamente, diciamo così si scalda,
entra in crisi e capovolge la sua funzione. È successo con le automobili che
facevano risparmiare tempo per andare al lavoro e che ora in un eccesso di
produzione, intasano le vie cittadine, non si sa più dove parcheggiarle, e
obbligano a spendere un tempo improduttivo spostandosi per raggiungere il luogo
di lavoro. Allo stesso tempo le strade (che sono un medium) della città si sono
trasformate in autostrade, mentre le superstrade che portavano in periferia
hanno causato una tale saturazione che ormai il loro percorso è un continuum
della città, senza soluzioni di continuità (si pensi solo che la main road di
Los Angeles è lunga più di 200 kilometri, quanto la nostra Milano-Torino) e si
è pure capovolta la funzione tra città e campagna, dove quest’ultima era il
luogo di lavoro e la città del divertimento e del tempo libero. Oggi la strada
ha capovolto queste funzioni e si lavora prevalentemente in città ed in
campagna si va per trascorrere il fine settimana.
OT (1)
E
veniamo ai mezzi di informazione. Nell’eccessivo sviluppo della tecnica e delle
vecchie forme di diffusione ci troviamo davanti al fenomeno che la
comunicazione, che era nata per informare, si è trasformata in una tecnica per
“far accadere” le cose.
Facciamo
un esempio: supponiamo che in una parte sperduta della Groenlandia ci sia una
pineta incontaminata che una squadra di Rangers va a controllare ogni tre mesi,
e che il satellite esplora ogni settimana. Se cade un albero, finchè il
fenomeno non sarà rilevato, quella pineta rimarrà integra. Solo quando il
fenomeno sarà scoperto ci sarà una relazione agli organi competenti che i
giornali proporranno nelle forme più congegnali ai loro lettori:
“CADE UN
ALBERO IN GROENLANDIA: EFFETTO SERRA?”
“ALBERO
CADUTO, FORSE PER MANO RUSSA. Fine della distensione?”
“ALBERO
CADUTO TRE MESI FA. Inefficienza dei controlli?”
E via
così, perché la notizia prende forma quando inserita nel contesto del nostro
vissuto che modifica. McLuhan diceva che leggere il giornale al mattino è come
immergersi nella vasca d’acqua calda delle nostre convinzioni che vengono
rafforzate dalle notizie…
Sono
però arrivati i barbari che approfittando di nuove tecnologie, non spendono più
i loro soldi per comprare il quotidiano che rafforzi le loro convinzioni, ma
con lo stesso importo pagano l’allacciamento a Internet e dal web si leggono
non solo TUTTI i giornali disponibili, ma pure quelli che non leggerebbero mai.
Succede
pure a me, ed oggi vi parlerò di due articoli del “Giornale”.
Ahimè, a
volte su questo foglio, sarebbe meglio stendere un velo pietoso, e pure sui due
giornalisti in questione, che qualcuno ha definito giornalisti-jukebox, in
quanto basta mettergli una moneta in quel posto e loro cantano la canzone che
il committente vuole sentire.
Ma
stiamo parlando di fenomeni massmediatici e qui non ci importa molto la
politica. Dunque, cominciamo con questo FACCi (l’articolo integrale l’ho messo
tra i documenti).
Cosa
dice in sostanza?
Furti e omicidi a scopo di rapina
negli ultimi venti anni sono diminuiti. Perfino dimezzati. Gli stupri sono in
netto calo. Nel 2008 sono scesi da 5.062 a 4.637. L' otto virgola quattro
percento in meno. Le violenze sessuali aggravate, nel triennio 2006-2008, sono
entrate in profonda crisi: -16%. E gli stupri di gruppo, le cosiddette gang
bang, lamentano nel 2008 una diminuzione di ben il 24,6%...
E via
così. Dice le cose che si sapevano, che giravano nel Web da tempo, che però i
giornali ignoravano, e cioè che gli omicidi, le rapine, gli stupri, sono
diminuiti. Ma perché mai, questo tizio tira fuori questi argomenti proprio alla
vigilia del congresso che sancirà il trionfo del suo datore di lavoro? La
risposta è nel McLuhan: “Per far accadere le cose” per trasformare cioè la
paura che è stato il motore di una campagna elettorale forsennata ed
intimidatoria, con quotidiani e TG che avevano triplicato lo spazio per questo
genere di notizie, in una rassicurazione mediatica: “se prima la situazione era
insostenibile, ora grazie all’Uomo Nuovo, quello che fa arrivare i treni in
orario, finalmente torna la calma e potete riposare beati sui vostri sofà a
godervi le tette del Grande Fratello…”
Il
secondo articolo è ancora più subdolo e parte con l’intenzione apparente di
tessere l’elogio di quei giornalisti eroici che in terre di mafia e di camorra
rischiano la pelle per dare notizie con nomi e cognomi. Sembrerebbe un giusto
tributo, vista anche la cronaca che ci ha propinato la foto di Pino Maniaci (su
tutti i giornali così la mafia prende meglio la mira) denunciato per il suo
“disegno criminoso” di lottare contro la mafia da Telejato SENZA il tesserino
dell’
albo dei giornalisti (istituzione notoriamente fascista, messa lì da Mussolini per controllare le notizie). Bufala pazzesca, visto che Telejato ha un signor direttore responsabile, giornalista con i kontrokazzi e si chiama Riccardo Orioles, un eroe del nostro tempo, in serie difficoltà economiche perchè non si piega.
albo dei giornalisti (istituzione notoriamente fascista, messa lì da Mussolini per controllare le notizie). Bufala pazzesca, visto che Telejato ha un signor direttore responsabile, giornalista con i kontrokazzi e si chiama Riccardo Orioles, un eroe del nostro tempo, in serie difficoltà economiche perchè non si piega.
Non lo
ammazzano perchè è ricoperto da tanto prestigio che ne farebbero un Super Eroe
e invece è meglio lasciarlo li' in quel modo, nel silenzio colpevole di questa
orrenda e collusa nazione che preferisce parteggiare per gli amorazzi della
Fattoria piuttosto che impegnarsi a ripulire il paese.
Il pezzo in questione non è scritto in elogio dei cronisti di Caserta e Napoli,
ma è un atto d’accusa nei confronti di Saviano, che qualche giorno prima in
televisione è comparso per farci capire il linguaggio dei media del suo paese,
prontamente querelato dal direttore responsabile del quotidiano di Caserta.
Il pezzo non elogia quelli che Saviano NON ha messo sotto accusa. Lui
parlava di linguaggio, di connivenze dei direttori e delle proprietà con il
sistema camorristico, l'acqua per intenderci senza la quale la paperella non
galleggia.
Di Saviano, io che ho fatto i capelli bianchi nel Web, si conoscevano le gesta PRIMA di Gomorra, dalle cronache dei coraggiosi che lo descrivevano col suo motorino a portare il pezzo ai giornali che li rifiutavano.
La verità l'ha detta Saviano: la sua aspirazione è diventare Primo Levi, uno che non ha descritto l'Olocausto, ma con le sue parole HA PORTATO la gente a vedere Auschwitz.
Vai, testone, portaci a Caserta, a dispetto dei giornalisti jukebox…
Di Saviano, io che ho fatto i capelli bianchi nel Web, si conoscevano le gesta PRIMA di Gomorra, dalle cronache dei coraggiosi che lo descrivevano col suo motorino a portare il pezzo ai giornali che li rifiutavano.
La verità l'ha detta Saviano: la sua aspirazione è diventare Primo Levi, uno che non ha descritto l'Olocausto, ma con le sue parole HA PORTATO la gente a vedere Auschwitz.
Vai, testone, portaci a Caserta, a dispetto dei giornalisti jukebox…
OT (1)
Stupisce
in questi tempi di crisi economica, il tentativo di riavviare l’economia incrementando
la produzione di auto, che non sappiamo più dove mettere e che tanti problemi
danno con l’inquinamento, invece di tentare di far lavorare le persone senza
farle muovere da casa!
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