DAGOSPIA INTERNATIONAL! –
“POLITICO”, IL SITO DI ANALISI PIU’ INFLUENTE E AUTOREVOLE A WASHINGTON E
BRUXELLES, INCORONA IL NOSTRO DISGRAZIATO SITO - “IL COCKTAIL
DI CONTENUTI MESSI INSIEME DA ROBERTO D’AGOSTINO – UN MIX INEBRIANTE DI
SCANDALI POLITICI, GOSSIP DI CELEBRITÀ E PORNOGRAFIA SOFTCORE – È
DIVENTATO UNA LETTURA OBBLIGATA PER L’ÉLITE ITALIANA” – ARTICOLO SUBITO LINKATO DALLA MASSIMA CELEBRITA’ DEL WEB, DRUDGE REPORT!
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Traduzione dell’articolo di Giulia Paravicini per www.politico.eu
Per Roberto D’Agostino, le prossime elezioni politiche somiglieranno al sesso.
DAGO INTERVISTATO DA POLITICO
“I
preliminari, ovvero la campagna elettorale, sono molto più eccitanti
del climax, ovvero i risultati del voto,” ha detto il proprietario e
direttore del sito Dagospia – il giornale web più accattivante e
controverso d’Italia.
Sembra
una disgressione irriverente, ma coglie – in gergo colloquiale – un
sentore che aleggia nell’opinione comune delle élites politiche riguardo
alle prossime elezioni parlamentari del 4 marzo: con tutte le promesse e
le linee programmatiche della campagna elettorale, il risultato
difficilmente offrirà al paese un governo stabile, ancor meno ne
risolverà i problemi.
Dal suo sito not safe for work
(occhio ad aprirlo in ufficio) e grazie alla sua presenza regolare nei
dibattiti televisivi, il 69enne romano è abile a catturare lo zeitgeist politico italiano.
Col
suo codino e la barba da ZZ-Top, D’Agostino non ha l’apparenza degli
altri pesi massimi della politica. I lineamenti del suo corpo asciutto
sono cosparsi da tatuaggi, con una grossa croce che gli ricopre la
schiena. La maggior parte delle sue dita sono appesantite da grossi
anelli d’argento, alcuni a forma di teschi.
Ma
il cocktail di contenuti messi insieme da Dagospia – un mix inebriante
di scandali politici, gossip di celebrità e pornografia softcore – è
diventato una lettura obbligata per l’élite italiana.
INTERVISTA A DAGO SU POLITICO LINKATA DA DRUDGE REPORT
“Dagospia
è uno strumento insostituibile per la classe dirigente, senza il quale
non potrebbero vivere,” ha scritto Filippo Ceccarelli, storico cronista
politico del quotidiano La Repubblica. “Sono un
giornalista e lo consulto almeno due volte al giorno. Se fossi un
banchiere o un politico probabilmente lo consulterei ancora più spesso.”
D’Agostino
conduce le sue operazioni dal terzo piano di casa sua, che condivide
con la seconda moglie Anna Federici, figlia di un magnate delle
costruzioni e sostenitrice finanziaria dell’impresa, e con i loro due
Labrador.
Chi
entra nell’appartamento viene accolto da un crocifisso gigante di Damien
Hirst – un’opera intitolata “Le ferite di Cristo”, composta da
frammenti di un’autopsia di un uomo con le mani e i piedi bucati.
L’unione
tra sesso, religione e politica è uno dei temi ricorrenti nella vita
personale e professionale di D’Agostino. La sua eccentricità – e quella
di Dagospia – viene pienamente incarnata dall’abitazione della coppia.
Su
uno dei balconi, con vista sul Tevere, imperano due statue a misura
d’uomo: una di Mao Tse Tung e un’altra, dorata, di Silvio Berlusconi.
Nei tre piani della loro abitazione sono esposte reliquie religiose,
sculture falliche di varie dimensioni, e diversi ritratti del vecchio
Leader cinese.
Il
sito Dagospia – il nome è una sincrasi tra il suo nome e la parola
“spia” – è stato lanciato a maggio del 2000. Lo fece quando la sua
rubrica settimanale sull’Espresso fu cancellata per un articolo
in cui sosteneva che l’allora AD di Prada, Patrizio Bertelli, aveva
detto che Gianni Agnelli portava “sfiga”. Cosa che in Italia è
considerata un insulto.
Il
successo iniziale del sito nasce anche grazie alle notizie che riceveva
da Francesco Cossiga, l’ex primo ministro e presidente della
Repubblica. Fino alla sua morte, avvenuta nel 2010, Cossiga fu una fonte
importante di esclusive succose sull’establishment politico e
finanziario.
Ceccarelli
attribuisce il successo di Dagospia a due fattori principali: è stata
una delle prime testate in Italia a saper cogliere il potenziale della
rete e è stato anche il primo a comprendere che il web avrebbe
rappresentato uno spazio ‘visivo’ post-ideologico.
DAGO, 1980 - Bologna, concerto dei Clash, pic Red Ronnie
“Dagospia
è un media da osservare più che da leggere,” ha detto sempre
Ceccarelli, che ha scritto la prefazione di uno dei libri di D’Agostino.
Negli
anni, Roberto D’Agostino è riuscito a creare un brand e a costruirsi
intorno un impero mediatico personale. Ha uno suo programma sulla tv
satellitare Sky, è stato co-autore di due libri fotografici sulla classe
dirigente italiana, ritraendola al loro peggio in matrimoni,
ristoranti, riunioni politiche e feste. Di recente ha anche tenuto una
lectio magistralis all’Università di Roma La Sapienza.
Fino
al 2012, D’Agostino ha lavorato in stretta collaborazione con Umberto
Pizzi, uno dei più noti paparazzi e coautore dei suoi libri fotografici.
Le loro strade si sono separate quando Mario Monti è diventato primo
ministro, lasciando Pizzi nella disperazione, convinto che l’età
dell’oro della dissolutezza politica fosse giunta al termine.
vincino dagospia
“Solo a guardarlo Monti, ci si annoia, non è rimasto più nulla da ritrarre, è finita un’era” disse Pizzi al settimanale Panorama.
I
lettori, specialmente quelli romani, vanno diverse volte al giorno
sulla homepage del sito per leggere quello che gli altri giornali non
vogliono scrivere (o non possono permettersi di farlo). Sono spesso gli
stessi politici a fare da fonti, nella speranza di venire risparmiati in
futuro dall’essere al centro di rivelazioni sul sito.
Le
storie che vengono pubblicate vanno da racconti da fonti anonime su
come il presidente francese Emmanuel Macron volesse che il ministro
delle Finanze Pier Carlo Padoan fosse il prossimo presidente
dell’Eurogruppo a rumor su come il Papa si sia organizzato una propria agenzia di servizi segreti all’interno del Vaticano.
Dal
punto di vista di D’Agostino, l’Italia è governata da “potenti
burocrati” che manovrano ministri e politici eletti da dietro le
quinte. E il risultato finale è che l’Italia resta, come poi è sempre
stata, un paese feudale.
“In un paese serio Dagospia non esisterebbe, ma in Italia le notizie vengono sepolte” ha detto una volta D’Agostino.
“Siamo
l’unico mezzo d’informazione libero, la maggior parte degli organi di
stampa del paese sono posseduti dalla classe dirigente, con l’unico
scopo di prevenire strategicamente la pubblicazione di notizie su di
loro.”
filippo ceccarelli (2)
I
politici temono i titoli di Dagospia così come i soprannomi che gli
vengono appioppati dal suo direttore – utilizzandoli ripetutamente
finché non attecchiscono nella memoria collettiva. Berlusconi è il
“cainano”, l’altro ex primo ministro Matteo Renzi è divenuto il “ducetto
di Rignano.”
“Queste
prossime elezioni vedranno il ritorno di Berlusconi, che, a differenza
di Renzi, non si è mai comportato in maniera arrogante. Ha distrutto il
paese per curare i suoi interessi personali, ma l’Italia non ha mai
avuto una vera identità nazionale e perciò nessuno se ne ricorda”.
“Matteo
Renzi ha perso il posto perché non voleva scendere a compromessi con i
‘poteri forti’ e a causa della sua arroganza. Il suo peccato mortale è
stato quello di credere di poter sbarcare nella capitale, mettere i suoi
uomini nei posti di comando, e governare.”
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