CINQUE STELLE IN PROVETTA – M5S E’ NATO COME
UN ESPERIMENTO DI INGEGNERIA SOCIALE – GIANROBERTO CASALEGGIO HA MESSO
INSIEME UN AVVOCATO, UNO IMPEGNATO, UN FESSACCHIOTTO E CI HA COSTRUITO
UN PARTITO. TUTTO IN UN LIBRO DI JACOPO JACOBONI – LA NORMALIZZAZIONE DI
DI MAIO ED IL RUOLO DI GRILLO (SEMPRE PIU’ DEFILATO: COME PREVISTO DAL
COPIONE)
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Il
Movimento cinque stelle e un Esperimento. O almeno nasce cosi. Un
Esperimento di ingegneria sociale che ha inizio molti anni prima di
diventare una realta, pubblica, votabile, addirittura in lizza per il
governo del Paese. Un Esperimento che alla fine proprio mentre il suo
inventore si ammala e muore riesce nel capolavoro di addensare la
frustrazione e la rabbia del popolo con gli interessi (non sempre
limpidi) di alcuni gruppi di potere, diventando la principale
rivoluzione politica di questi anni.
Un
esperimento che forse e sfuggito di mano (lo scopriremo presto) a chi
ne ha preso le redini, ma nel quale di partenza e per principio tutto e
fungibile, tutto puo essere sostituito, brillare per un minuto come il
centro del mondo ed essere estromesso un minuto dopo, senza sosta e
senza una vera costruzione. «Al minimo dubbio, nessun dubbio», era uno
dei motti col quale Casaleggio senior ha sempre fatto fuori chi non lo
convinceva piu. Perche nel Movimento e la forma e non il contenuto ad
essere la sostanza. Non importa davvero il “chi parla”, non importa
davvero il “che cosa si sostiene”. E il “come”, la formula vincente, la
rivoluzione.
L’Esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 stelle” Jacopo Iacoboni
Adesso
che i Cinque stelle dell’era Luigi Di Maio cambiano regole, statuto,
codice etico e si preparano alla corsa verso le elezioni con strumenti
da partito classico (c’e persino il tesoriere, si tradisce infine la
famosa formula «non e un partito politico ne si intende che lo diventi
in futuro») e norme che consentono di riaprire alla famosa societa
civile, il libro “L’Esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 stelle”,
scritto da Jacopo Iacoboni, giornalista de la Stampa tra i primi a
raccontare in maniera via via piu critica il mondo del Vaffa e le sue
evoluzioni, soccorre in libreria (esce il prossimo 11 gennaio per
Laterza) con questa interpretazione a mostrare in controluce su quali
architravi si regga e grazie a quali meccanismi funzioni l’edificio
grillino, che molto e minuziosamente viene descritto, da giornali e tv,
ma spesso piu frainteso che compreso.
L’Esperimento
smonta in radice l’idea che il M5S sia un partito. Non e un partito,
almeno in origine, ma uno strumento: mima il partito, i suoi meccanismi,
le sue figure. Basti pensare un momento ai suoi personaggi piu noti:
non solo Luigi di Maio, ma anche Alessandro Di Battista, Paola Taverna,
Barbara Lezzi, Roberta Lombardi, e via declinando l’avvocato,
l’impegnato, il fessacchiotto, ciascuno precisamente aderente a un
canone , ciascuno somigliante a qualcuno che gia esiste, come in una
commedia dell’arte; c’e persino giusto per fare un esempio la figura del
perfetto antagonista, Roberto Fico, che si presta a solleticare le
simpatie di una certa sinistra senza tuttavia fare mai la mossa
decisiva.
PAOLA TAVERNA
Oppure
si puo ragionare su quante volte abbia cambiato posizione, M5S,
dall’atteggiamento verso la Russia a quello nei confronti delle unioni
civili. Come un liquido che prenda la forma del contenitore in cui sta,
M5S e uno strumento che puo essere governato verso qualsiasi scopo e
direzione: che adesso sia quella di Luigi Di Maio da Pomigliano D’Arco e
un puro accidente (o forse la scalata che ne precede la fine?).
Per
arrivare a raccontare tutto questo, l’Esperimento ricostruisce il suo
vero inizio. Quando Gianroberto Casaleggio era un giovane manager alla
guida della WebEgg, una piccola azienda di sviluppo tecnologico e
consulenza informatica, e tra i settecento impiegati mise su un team
ristretto di lavoro per sperimentare tecniche di formazione e
distribuzione del consenso. Siamo nel 1997-1998, il Paleolitico per quel
che riguarda lo sviluppo delle reti.
In
Webegg il team di lavoro ristretto sul forum del network interno e
costituito solo da cinque persone. Iacoboni ne rintraccia uno, Carlo
Bafe, e si fa raccontare come funzionava. «Ci vedevamo in una riunione
ristretta per decidere “cosa lanciare sulla Intranet”, per usare
un’espressione di Roberto», racconta Bafé, allora giovanissimo
ingegnere. Un banale forum aziendale, all’inizio, per discutere
apertamente di qualsiasi argomento.
A
un certo punto «si iniziò a usare il forum per far passare certe
posizioni di Roberto come se fossero frutto di una discussione
democratica. Il metodo, organizzato in queste riunioni, era il seguente:
un membro del gruppo funzionale Intranet lancia la discussione su un
tema, un altro membro risponde con una posizione contrastante, poi altri
due membri prendono le parti del primo. Un po’ alla volta i normali
dipendenti prendevano le parti del primo, e si creava quella che Roberto
chiamava la “valanga del consenso”».
Ogni
tanto venivano inseriti nel forum rotture, o rumori di fondo, o
distorsioni pilotate dell’opinione – testate sia sui punti di vista
sostenuti dall’iniziatore della discussione, sia su quelli che lo
avversavano in maniera piu critica. «Il giochino era molto divertente
all’inizio – puo immaginarsi per un under trenta ritrovarsi a
pianificare azioni di questo tipo e vedere che funzionano», racconta
ancora Bafe: «Ma poi mi resi conto che non era altro che un esperimento
di ingegneria sociale per capire quali fossero i metodi piu efficaci per
manipolare le opinioni e creare il consenso. Con una discussione
apparentemente democratica». Ma i cui confini sono stabiliti dall’alto,
a priori, invisibili.
Siamo
anni luce prima del blog, del Vaffa day, della Casaleggio Associati.
Eppure i meccanismi ci sono, c’e gia quasi tutto. Persino gia aissi i
comandamenti casaleggiani. «Assenza di competitivita interna», dove pare
di sentir risuonare l’ambivalente «l’uno vale uno» del Movimento.
«Teamwork», cioe il dettato a lavorare per temi e piccole cellule:
l’idea stessa dei futuri meetup Cinque stelle. Oppure «il divertimento
come forza creativa», autentico motto precursore dell’incontro tra
Casaleggio e «il suo influencer numero uno», vale a dire Beppe Grillo.
E
in effetti l’ingresso in scena del comico genovese, a meta anni
Duemila, ad accendere la miccia necessaria a far si che dalla Casaleggio
Associati, che ha ereditato tutti i saperi della WebEgg, nascano il
blog, i meet up, insomma il Movimento. Non e pero un caso che nel libro
venga chiamato il «paziente zero dei Cinque stelle», il primo sul quale
l’Esperimento funziona.
E
adesso che tornano a rincorrersi voci su un prossimo addio del
frontman, e particolarmente interessante l’interpretazione proposta:
Grillo come «asset del blog», elemento interno all’amalgama, piu
Pinocchio che Mangiafuoco, di certo spesso non autore materiale dei post
che compaiono sul blog che pure porta il suo nome. «Grillo
incredibilmente lascia fare anche quando poco o nulla sa di cio che
viene scritto», racconta Iacoboni.
Come
quella volta dei vergognosi attacchi sessisti alla presidente della
Camera Laura Boldrini. All’epoca Gianroberto Casaleggio parlando coi
suoi collaboratori ammise l’errore: «Oggi abbiamo sbagliato ma il
risultato che ne e venuto fuori ci dice che la rete e dalla nostra
parte. E la rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro
dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentimento senza apparire
direttamente, governandolo». A leggerlo con il segno del poi, una
specie di manifesto.
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