QUESTO NON E' UN LIBRO
Sembra una frase di
Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non è
un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in
questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto,
di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti,
nel momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e
nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere
che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un
supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non solo in libreria, o meglio
le probabilità che finisca solamente in libreria sono ridotte.
Infatti, se fino al 1700
i libri erano scritti prevalentemente da coloro che li leggevano, se col
romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver
scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che
porta dalla notorietà (per pubblicare un
libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà
attraverso altri mezzi.
Questo, quindi non è un
libro ma un espediente escogitato dall'autore per far il punto sul McLuhan
cinquant'anni dopo.
Nemmeno i cinquant’anni
sono tali. Si tratta di mezzo secolo per approssimazione, utile nella sintesi
di un titolo, insomma rende l’idea:
La Sposa Meccanica è del 1951, Galassia Gutenberg è del 1962 (anche se in
Italia è arrivata colpevolmente solamente nel 1972), Gli strumenti del
Comunicare (Il Saggiatore, Milano) del 1964, The Medium is the Massage (scritto
con Quentin Fiore) è del 1967 e il Villaggio Globale del 1968.
Questo è il periodo del
suo successo, delle sue frasi ad effetto che hanno fatto il giro del mondo (il
medium è il messaggio, il villaggio globale, ecc.) molte volte citato anche da
gente che non lo ha mai letto. In realtà la sua fama accademica viene da
lontano: professore di letteratura anglosassone che sapeva citare a memoria
pagine intere di autori famosi, La sua tesi di dottorato a Cambridge del 1943 è
un saggio di formidabile erudizione, che studia la storia delle arti verbali
(grammatica, logica e dialettica, retorica, cioè il trivium) dall'epoca di
Cicerone fino al tempo di Thomas Nashe.
Nell'anno accademico 1936-37, insegnò all'Università del Wisconsin. Dal
1937 al 1944, egli insegnò inglese nell'Università di Saint Louis. Qui ebbe tra
gli studenti un giovane gesuita di nome Walter J. Ong, che sarebbe diventato in
seguito, un'autorità nel campo dei mezzi di comunicazione e delle relative
tecnologie. Dal 1944 al 1946, McLuhan insegnò presso l'Assumption College a
Windsor, nel Canada. Dal 1946 al 1979 insegnò al St. Michael's College,
University of Toronto, dove Hugh Kenner fu uno dei suoi studenti. McLuhan
insegnò anche per un anno alla Fordham University. Si spense a Toronto nel
1980.
Riportiamo qui di seguito
alcune delle sue predizioni:
La società tattile
trasformerà le nostre città imponendo la sua velocità, che è quella
dell'elettrone. Abolirà le distanze ma soprattutto smaterializzerà i medium di
comunicazione. Il denaro da moneta si trasformerà in credito, la parola scritta
muterà in immagine e per poter essere processata, in pixel e, poi, in bit di
informazione. Alla struttura lineare dei testi subentrerà la fluidità degli
ipertesti. E le murature, sinora solide e perenni, diventeranno sottili
membrane che, simili alla pelle, interreleranno l'uomo con l'ambiente
circostante. Basterà un comando vocale o il semplice movimento del corpo per
aprire porte, muovere oggetti, accendere elettrodomestici. All'esterno il vento
o la luce per comandare l'oscuramento di un infisso o avviare l'impianto
bioclimatico. Se l'architettura tradizionale ha dato forma ai muscoli e alle
ossa alla costruzione, la contemporanea attiverà nuovi sistemi nervosi....
( Marshall McLuhan,
una sua profezia scritta nel 1940)
E Questa più recente:
Abbiamo inserito con i media elettrici i nostri
corpi fisici in sistemi nervosi estesi. Tutte le tecnologie precedenti, che
sono protesi delle mani, dei piedi, dei denti, del controllo termico del nostro
corpo – le città sono protesi del nomadismo – con l'avvento del computer
vengono tradotte in sistemi d'informazione. Lo stesso computer è la protesi del
cervello ma a differenza delle altre estensioni dei nostri sensi, esso genera
un "campo", che con tutta la tecnologia elettromagnetica, richiede
dall'uomo una docilità profonda come quella della meditazione poichè egli si
trova ora con il cervello fuori dal cranio ed i nervi fuori dalla pelle. L'uomo
deve servire questa nuova tecnologia con la stessa dedizione da servomeccanismo
con la quale serviva tutte le altre, come la canoa, il mulino, la stampa a
caratteri mobili, e tutte le altre estensioni dei suoi organi fisici. La
differenza però è che tutte le altre tecnologie erano frammentarie e parziali,
mentre questa elettronica è totale, immediata, istantanea e compatta.
Vincent:
L'avvento
del Web poi ha fatto sì che il nostro cervello fuori dal cranio sia diventato
un punto neuronico collegato ai miliardi di altri punti neuronici sulla
superficie della Terra costituendo la massa cerebrale più estesa oggi
conosciuta nell'Universo.
Prosegue il McLuhan:
"Queste nuove tecnologie elettriche che
estendono i nostri nervi ed i nostri sensi in un discorso globale, possono
avere grande influenza sul futuro del linguaggio perchè non hanno bisogno delle
parole così come il calcolatore non ha bisogno dei numeri. Sono nuove
tecnologie che aprono la strada a nuovi processi della consapevolezza, su scala
mondiale e senza bisogno di verbalizzare. Se il linguaggio con la mitica Torre
di Babele è stato una tecnologia che ha diviso e frammentato, oggi i computer
sono in grado di tradurre un linguaggio o un cifrario in qualunque altro. Una
sorta di condizione pentecostale di unità e comprensione totale. E' facilmente
prevedibile che la prossima fase non sarà più quella di tradurre ma di superare
i linguaggi a favore di una consapevolezza cosmica assai simile all'inconscio
collettivo, una condizione di "imponderabilità" che secondo i biologi
promette l'immortalità fisica e che potrebbe avere un parallelo in una
condizione di averbalismo capace di assicurare un periodo di pace e armonia
collettiva.
SERATA M.LUHAN
(traccia)
Scrittura evase
dal Giardino dei Numeri
e sulle ali di Poesia
saltò il muro
Librandosi…
non c’è pensiero se non c’è linguaggio e non c’è linguaggio se non c’è la
parola.
Ma è la parola che genera
il pensiero oppure è il pensiero che tiene sotto controllo la parola? Fino a
pochi anni fa questo era il grande motivo di discussione, superata da McLuhan
che ha teorizzato che il linguaggio è
“metafora attiva”. La scimmia prima di cadere dall’albero e cominciare
ad esplorare il terreno circostante, usava una mano davanti all’altra per
procedere sui rami. Quando fece la scoperta che poteva dondolarsi e lanciarsi
da un ramo PRIMA di afferrarsi ad un
altro, QUELLA fu l’invenzione della metafora. Sempre che Darwin possa essere
accettato, allora potremmo teorizzare che la prima scimmia che toccò il terreno
e cominciò ad esplorarlo, si perse. Le altre, più prudenti toccarono anch’esse
il terreno ma rimasero molto più vicine all’albero della loro comunità e così
rappresentarono le avanguardie
Ogni nuovo medium, che secondo il McLuhan altri non è che una protesi, cioè
l’estensione tecnologica dei nostri sensi, non solo è in grado di modificare le
nostre percezioni personali e le nostre convinzioni individuali, ma è in grado
persino di modificare l’ambiente in cui viviamo e la società che ci circonda.
Facciamo un esempio: ammettiamo come presupposto che uno dei primi ominidi sia
sceso dall’albero ed abbia scoperto di poter raccogliere frutti maturi caduti
per terra. All’arrivo di un ominide più grosso di lui che vuole cacciarlo, dopo
un accenno di conflitto, il Nostro decide di andarsene più in là per evitare
dolorose conseguenze. Lo stesso avviene per l’accoppiamento, dove il più forte
in natura lo dimostra non solo nel proclamarsi l’unico maschio in grado di
riprodursi, ma proprio nella sua capacità di tenere lontano i rivali.
Ammettiamo ora che il piccolo ominide in questione abbia scoperto per caso
che alcuni frutti quali noci e mandorle, si possono aprire usando un sasso od
un bastone. Questa nuova sua invenzione tecnologica altri non è – secondo il
McLuhan – che la protesi, cioè il prolungamento del suo pugno. Ne consegue che
tutte le invenzioni tecnologiche altro non siano che estensioni delle nostre
facoltà, la ruota sarebbe l’estensione del piede, il cannocchiale dell’occhio,
la radio dell’orecchio e così via. Ma torniamo al nostro ominide.
Quando arriva l’ominide più grosso e di conseguenza più prepotente, il
nostro eroe cambierà lo stato delle cose perché grazie all’aiuto della sua
nuova tecnologia sarà in grado non solo di avere la meglio in un eventuale
conflitto, ma addirittura andrà ad insidiare le femmine del rivale cambiando di
fatto la gerarchia basata sulla forza, indipendentemente dall’uso che adesso fa
del sasso o del bastone.
una delle prime cause della guerra, oltre alle donne che rappresentavano
non solo la prosperità ma pure il più economico animale da soma prima del
cavallo, fu certamente il fuoco. Esso impiegò 15.000 anni a diffondersi in
tutta l’area del Mediterraneo e a causa di queste dispute gli uomini passarono
dalle unghie, dai pugni e dai morsi, alle pietre, ai bastoni, alle asce… primo
esempio di tecnologia applicata quale estensione dei nostri organi. Da notare
che se il bastone è l’estensione del pugno, il tamburo della voce, le pelli del
calore corporeo, un salto intelligente fu trasformare il movimento dei piedi
nella ruota, cioè migliorare la funzione cambiando il movimento. Successe
qualche millennio più tardi pure con il volo.
È probabile che tribù emancipate preferissero lo scambio di merci al furto
e alla guerra, nacque così il tabù e forse pure la cessione di sciamani che
sapessero come mantenere il fuoco.
Lo scambio di merci e di persone cominciò a generare ricchezza per
mantenere la quale gli uomini diventarono stanziali col fine di trasformare il
lavoro in beni pregevoli che avessero la funzione del danaro.
C’è un bellissimo
racconto di Roth che parla di un tremendo catacli-sma che stava per colpire un
villaggio paleolitico situato sulla riva di un fiume. I segnali della
catastrofe c’erano tutti: gli animali salivano dalle loro tane, alcuni
rinforzavano gli argini, altri si attrezzavano come la natura li aveva
allenati. Gli abitanti del villaggio si rivolsero al loro sciamano che li
condusse in cima alla montagnola per implorare la clemenza del dio della
pioggia, e loro danzarono con lui. Venne il cata-clisma, il fiume tracimò
portandosi via il villaggio. Dopo, gli animali tornarono alle loro tane e tutto
tornò come prima. L’autore si chiede: chi aveva ragione? La risposta è
semplice: avevano ragione gli uomini che si chiesero: perché? Qual è la causa
di tutto questo?
Parlavamo della velocità d’informazione. La scoperta del fuoco per coprire
tutto il bacino mediterraneo impiegò 15.000 anni. La polvere da sparo un
centinaio. La penicillina il tempo della seconda guerra mondiale e il vaccino
antipolio di Sabin un paio d’anni. La lettura del genoma avvenne in pieno
sviluppo d’internet dove la comunicazione va con l’elettricità che compie sei
volte il giro del mondo in un secondo: impiegò un paio di giorni per collocarsi
sui monitor di tutto il mondo scientifico e non.
Che gli uomini del Paleolitico
vivessero nelle caverne non è certo, anzi è assai poco probabile. La caverna è
un non-luogo senza luce e senza punti di riferimento ed è più probabile che
fosse considerato un posto magico che potesse essere percorso solamente con la
guida dello sciamano. I ritrovamenti di ossa o suppellettili all’interno di
esse, probabilmente sono la testimonianza di rituali religiosi non di
popolazioni stanziali. Pure i graffiti che vi si trovano, visti oggi perdono
tutta la loro magia: entriamo in una grotta grazie a manufatti o passerelle,
l’ambiente è illuminato dalla luce elettrica e quando ci troviamo davanti a
questi disegni non ne capiamo la forza magica che acquisivano al buio
illuminato dalla torcia dello stregone che con la sua fiamma tremula dava
persino l’impressione che gli animali rappre-sentati sulla parete si
muovessero. Quella era l’origine dei riti propiziatori della caccia, e dei
primordi di una religione naturalistica, con divinità quali il cielo, la terra,
il grande cervo, il mammuth…
Immaginate un uomo agli albori della
civiltà, con un linguaggio primitivo, senza strumenti del comunicare, che
osserva il sole che ogni giorno nasce ad Est e tramonta ad Ovest e poi viene la
notte. Ci vuole un soffio divino per riuscire a distinguere, dare le
definizioni, a cata-logare e misurare gli avvenimenti. È quello che fece lo
sciamano andando nel luogo più alto ed osservando giorno dopo giorno questo
fenomeno per capirlo. Per misurarlo. Per prima cosa pose delle pietre a mo’ di
traguardo visivo e notò che Est non è fisso.
Dopo aver isolato in un perimetro
sacro il Sapere, dopo esserselo passato per discendenza e poi per cooptazione
tramite un lungo apprendistato, ecco che la Casta sacerdotale acquisì tali e
tante nozioni da poter aspirare al potere. Scoprì intanto, attraverso
osservazioni durate secoli, che dopo il tramonto, ad Ovest con la notte
cominciavano a brillare stelle che tornavano ciclicamente nella stessa
posizione. Nacque lo zodiaco, e la costruzione fantastica di alcuni animali
tratti dalla posizione delle stelle, coincideva con periodi dell’anno in cui
l’apparire di Acquario, per esempio, voleva dire la tracimazione dei fiumi, il
Toro la transumanza, i pesci un buon periodo per la pesca, e così via. In pratica
i Sacerdoti possedevano sacralmente il calendario e sancivano le feste, le
ricorrenze, e i momenti propizi per l’agricoltura e gli allevamenti.
Acquisirono talmente tanto potere che le prime forme di governo furono
diarchie: il Re e il Sacerdote con gli stessi poteri.
In principio fu la paura.
Gli animali che non hanno paura sono i primi ad essere mangiati dai
predatori, ne consegue che l'imprinting si riproduce per generazioni
rinforzando la paura. Gli erbivori sono meno intelligenti dei predatori perché
devono solo trovare il cibo e scappare mentre chi se li mangia deve elaborare
strategie per la cattura.
Abbiamo detto che la ricchezza si produceva spostando le merci. Nel caso
degli animali, non essendoci i frigoriferi,
gli armenti, le greggi venivano spostati vivi. Le mandrie partivano da
un luogo e arrivavano ad un altro luogo senza fretta, tanto durante il percorso
gli animali ingrassavano e aumentavano il proprio valore tanto da essere
diventati un succedaneo del danaro e le speculazioni avvenivano proprio durante
il percorso. Un investitore comprava una certa quantità di animali e le
rivendeva ricavandoci un guadagno. Per non essere costretti ad uccidere gli
animali ad ogni passaggio di mano, i commercianti inventarono un sistema
ingegnoso: mettevano in un vaso bastoncini sagomati che rappresentavano la
quantità di bestiame del gregge o della mandria poi sigillavano il tutto e
un'autorità garantiva l'autenticità dell'operazione. questo sigillo valeva una
prebenda. Per non rompere i sigilli ad ogni passaggio di mano (e pagare una
nuova tassa) si cominciò a disegnare fuori da questi contenitori la quantità di
animali che erano racchiusi e fu così che forse iniziarono i numeri, non solo,
alcuni segni si trasformarono in quello che sarebbe diventato poi l'alfabeto.
L'Alfa è una testa di toro capovolta, la B sta per Beth, le capanne, fidi il
serpente divenne la F e così via.
Ecco che siamo in grado di
decifrare la poesia che vi ho scritto all'inizio: la scrittura fuggì dal
recinto dei numeri e sulle ali della poesia (epica, la prima forma di scrittura
occidentale) volò per il mondo librandosi, cioè diventando libri...
Facile, no?