L’ANCHOR-MAN E L’INFORMAZIONE
Chi
si ricorda di Antonio Russo?
Era
uno dei tanti angeli invisibili che per Radio Radicale aiutava i profughi in
Cecenia e mandava notizie. Attratto dalle sirene del Maurizio Costanzo Show,
andò a mostrare la sua faccia e ad illustrare la sua meritevole attività. La conseguenza
fu che al primo viaggio in Cecenia, lo catturarono e lo pestarono fino alla
morte. L’Ordine dei giornalisti gli diede la qualifica di giornalista
post-mortem e amen.
Ricordando
questo episodio, quando la redazione di Italia News, il quotidiano con le
notizie sul satellite, mi chiese una foto da far passare durante la mia
intervista, io che ci avevo ancora qualcosa da fare ad Haiti e non avrei
gradito qualche speciale attenzione, mandai la foto di uno qualsiasi, alla
faccia della corretta informazione. Vabbè...
Tecnicamente
le cose si sono svolte così: mi hanno chiamato al telefono alle otto, l’ora
americana della messa in onda (in Italia andava alle 13,00) e dopo alcune prove
tecniche mi hanno lasciato appeso al telefono in attesa di intervenire.
La
trasmissione, più o meno era strutturata in questo modo: il conduttore Piero Di
Pasquale che era anche il direttore del programma, apriva fagocitando i titoli
del TG1 e la notizia d’apertura (alla mezz’ora lo farà col TG2) poi dalla sua
redazione passavano le notizie dell’ultima ora, quindi a intervalli regolari
sempre dalla redazione, le notizie dagli interni, esteri e regionali. L’ospite
o gli ospiti in studio insieme con alcuni corrispondenti Rai collegati dalle
varie sedi, sviluppavano quello che Di Pasquale aveva eletto il tema del giorno.
La trasmissione risultava asciutta ed essenziale con qualche sbavatura dovuta
probabilmente più a pressioni politiche per un minuto di visibilità, ma tutto sommato
credo si possano considerare peccatucci veniali di un archetipo di trasmissione
televisiva che funziona ancora oggi (con l’aggiunta della lettura dei quotidiani
in diretta).
Certamente
saprete che rimanendo appesi al telefono durante una trasmissione in diretta
non è possibile rimanere accanto al televisore per non innescare un
fastidiosissimo “effetto Larsen” che fischia dolorosamente nelle orecchie,
pertanto ho seguito il tutto al telefono perdendo parti essenziali del
discorso. Credo il tema del giorno vertesse attorno alla comunicazione e alle
difficoltà del dare notizie dai luoghi “caldi”.
In studio c’era un rappresentante di reporters
sans frontieres.
A
TRE MINUTI dalla fine del programma, finalmente la chiusa tanto necessaria in
un buon pezzo giornalistico: “Ma esiste pure un’informazione alternativa
costituita dai “bloggers” e ne abbiamo DUE in linea!”
Pensate,
due bloggers (tra cui un neofita) che spiegano il Web e i blog in tre minuti!
Infatti,
finiamo di declinare le nostre generalità e la trasmissione finisce.
E’
successo però un fatto che ha spiazzato Piero Di Pasquale: approfittando del
minuto messomi a disposizione dichiaro che hanno “bucato” una notizia. Intendiamoci
bene, questo è un colpo basso. “Bucare” una notiza – cioè non registrarla e
lasciarsela sfuggire- è una delle cose
che maggiormente irrita una redazione. Il direttore non si lascia sorprendere e
mi sfida: “E allora ce la dia lei, la notizia!” ed io in una sintesi disperata
parlo della tempesta tropicale che ha colpito l’isola (un centinaio di morti)
mettendo in ginocchio la popolazione che non era stata allertata dal governo.
Oso pure un paragone con il regime di Cuba che in casi analoghi si dimostra
attrezzatissimo.
Questo
mio intervento voleva dimostrare che noi del Web NON siamo l’informazione
alternativa bensì l’informazione l’altra. E basta.
Vediamo
di capirci meglio: ogni giorno “le agenzie” cioè le entità che in nome delle
varie associazioni giornalistiche mettono in circolo le notizie, raccolgono
circa 20.000 fatti più o meno interessanti di cui parlare e dirama un
bollettino diciamo con le duemila notizie di rilievo secondo la nostra cultura
e il nostro vissuto. Di queste duemila, contatele se ne avete il tempo, i giornali
ne mettono una dozzina in prima pagina ed i telegiornali sono confezionati con
una quindicina di queste.
E
le altre? Chi ha detto che le altre non siano interessanti, almeno per
qualcuno?
Ecco,
nel Web succede proprio questo fenomeno: il commento (QUASI SEMPRE CONTRO
CORRENTE) alle notizie ufficiali, la ricerca di vari approfondimenti (il Web ha
una memoria lunghissima) e diffusione di alcuni fatti che non vengono trattati
dalla stampa ufficiale.
Ma
abbandoniamo il caso personale e vediamo di analizzare la funzione di Piero Di
Pasquale alla luce del McLuhan.
Conservo
ancora una lezione di Maurizio Costanzo che in un corso di comunicazione
affermava: “Come chiaramente scritto dal McLuhan, la televisione è figlia della
radio...”
Nulla
di più sbagliato. Intanto perchè il massmediologo canadese non ha mai scritto
una cotanta corbelleria, infatti se la radio è l’estensione dell’orecchio e
deriva dal telegrafo e dal telefono, la televisione è una protesi dell’occhio e
rappresenta l’evoluzione del fumetto, dell’icona e dei geroglifici!
La
televisione in sè stessa non esisterebbe se non ci fosse la società che si
rispecchia in essa, che è un flusso continuo di immagini senza approfondimento
e senza profondità.
In
questo flusso continuo si è inserito tra gli altri Piero Di Pasquale che prima
con NEXT ed poi con ITALIA NEWS si è trasformato da “portatore sano di notizie”
(la definizione è un po’ grottesca, spero mi perdonerete) ad anchor-man che è
una figura prettamente televisiva di giornalista testimonial che con la sua
faccia ed il suo lavoro in qualche modo GARANTISCE l’approfondimento che,
badate bene, è sempre “viziato” dalle sue convinzioni personali.
Torniamo
alla mia intervista. In pratica cos’ha fatto Di Pasquale? Ha raccolto tutto il
mondo fuori da sè e FAGOCITANDOLO, lo ha restituito ai fruitori come
televisione pura!
Ora,
la domanda è questa: in un mondo dove predomina la polemica sul relativismo
(anche storico) non sarà un’imprudenza lasciare che alcuni anchor-men abbiano la
facoltà di indirizzare (influenzare?) con le loro opinioni il pubblico
televisivo?
La
risposta la lascio a voi, ma mi permetto di farvi notare che nella storia della
moderna televisione, non esistono Anchor-men che abbiano tradito il loro
mandato e quei pochissimi che sono stati scoperti ad alterare anche di un ette
i fatti per derivarne vantaggi (anche d’opinione) personali, sono stati prima sbeffeggiati
e poi si sono dissolti come nebbia al sole, scomparendo dal video.
Aldo
Vincent
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