sabato 9 novembre 2019

SPIA SMARTPHONE

“LA PIÙ GRANDE SPIA OGGI È LO SMARTPHONE” - PARLA ARIK BRABBING, EX CAPO DELL'UNITÀ CYBER DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANA: “SIAMO SEMPRE LOCALIZZATI. PRENDI UNA FOTOGRAFIA: SU CARTA PUOI SOLO GUARDARLA, CON UN CELLULARE PUOI RACCOGLIERE MOLTE PIÙ INFORMAZIONI. POSSIAMO ENTRARE NEI TELEFONI E SAPERE TUTTO. ACCEDIAMO ALLA TUA ROUTINE ATTRAVERSO L’ANALISI DI DETTAGLI TECNOLOGICI A DISPOSIZIONE DI TUTTI E SAPPIAMO CHE…”

Fabiana Magrì per “la Stampa”

soldati israeliani lavorano ad un'operazione di cyber sicurezza  
soldati israeliani lavorano ad un'operazione di cyber sicurezza
 
«Il mio compito era uno, chiaro e semplice: prevenire attacchi terroristici». Il termine «understatement» è un eufemismo nel caso di Arik (Harris) Brabbing. Oggi è una delle voci più autorevoli dell' Inss, l' Istituto per gli Studi sulla Sicurezza Nazionale dell' Università di Tel Aviv, ma in 27 anni di servizio nello Shin Bet, l' agenzia di intelligence interna di Israele, ha ricoperto ogni tipo di incarico, dalle missioni sul campo a ruoli di responsabilità e controllo sull' area della Cisgiordania e Gerusalemme.

arik brabbing analista dello inss ex operativo shin bet 
  arik brabbing analista dello inss ex operativo shin bet
 
La sua prima volta a capo di una divisione è stata nell' unità cyber, in un momento molto delicato: l' insorgere della Terza Intifada. «Lo Shabak era abituato ad affrontare organizzazioni terroristiche. Dalla mia posizione, oggi posso dire che è più facile combattere e infiltrarsi in un' organizzazione nemica, con gerarchie e routine, piuttosto che difendersi dai lupi solitari».

google maps google maps
 
Nel 2014 Brabbing si è trovato, per primo, a gestire il nuovo fenomeno. «Ci ha colto di sorpresa. Non avevamo strumenti per fermare o prevenire le azioni di questi individui. Ma noi israeliani siamo velocissimi ad adattarci e a trovare soluzioni». Soluzioni che sono diventate casi di studio e di esempio per altre nazioni, quando il fenomeno del terrorismo fai-da-te è dilagato anche in Europa.

google maps autovelox waze google maps autovelox waze

Se oggi Internet e i social media sono il territorio in cui si muovono tutte le agenzie di intelligence, si deve all' intuizione di Brabbing e del team di agenti che hanno iniziato a usare Facebook e a setacciare il web per scovare i terroristi. «Abbiamo capito che questi ragazzini di buona famiglia, senza precedenti, armati di coltelli da cucina o dell' automobile dei genitori, vivevano tutti nello stesso luogo: Internet, specialmente Facebook. Qui sfogavano insoddisfazioni, amori non corrisposti, difficoltà finanziarie, fallimenti. E, sempre online, prendevano ispirazione da altri terroristi».

israel defence force 2 israel defence force 2
Le tensioni tra israeliani e palestinesi diventano l' occasione per passare all' azione ma il vero movente sono i problemi personali. L'«istishhad», martirio in arabo, morire uccidendo il nemico, è percepita come l' unica possibilità di riscatto sociale. Come fermarli prima che agiscano? «Ricordo un ragazzo di Hebron, 21 anni. Aveva perso il lavoro ed era stato punito dal padre.

facebook 5 facebook 5
Una nostra fonte, un suo amico, aveva raccolto una confidenza: «Domani sentirai parlare di me alla radio israeliana e vedremo chi è il più coraggioso». Abbiamo localizzato il suo telefono all' incrocio con il Gush Etzion, vicino agli insediamenti ebraici. L' analista aveva valutato che il livello di rischio fosse alto. Quando l' abbiamo trovato e interrogato, il ragazzo ha confessato che aveva intenzione di compiere una strage. Sarebbe diventato un martire e avrebbe avuto il suo riscatto sociale. Sentiva di non avere altra scelta».

israel defence force 1 israel defence force 1
Com' è riuscito, un agente sul campo che per la maggior parte della sua vita si è basato su fonti umane, a guidare un cambiamento epocale di strategia?
«Il direttore dell' Isa pensò che fosse fondamentale avere qualcuno che sapesse esattamente quello che serve sul campo e che spiegasse agli informatici come dovevano funzionare i nuovi strumenti. La più grande spia oggi è lo smartphone», spiega appoggiando il suo telefono sul tavolo.

bambini guardano youtube bambini guardano youtube
Siamo sempre localizzati «Prendi una fotografia. Su carta stampata, puoi solo guardarla. Con uno smartphone, invece, puoi raccogliere molte più informazioni su luoghi e orari. Grazie a Google e Waze, siamo sempre localizzati. Puoi scoprire chi ha scattato foto nello stesso luogo. Abbiamo strumenti per entrare nei telefoni e, anche se non possiamo accedere al contenuto dei messaggi, possiamo sapere per quanto tempo hai utilizzato le App.
israele israele

Accediamo alla tua routine attraverso l' analisi di dettagli tecnologici a disposizione di tutti. Sappiamo che Hezbollah ha moltissime informazioni su Israele, sulle nostre strategie, sulle infrastrutture. Il suo piano è colpirci in luoghi sensibili, non militari ma civili, come la Kirya, al centro di Tel Aviv. Chi dobbiamo ringraziare? Me, te e le persone qui intorno. Siamo una società aperta, postiamo tutto online, non abbiamo segreti».
benjamin netanyahu benjamin netanyahu

Come cambia il ruolo dell' agente, in questo scenario così aperto e senza misteri?
«Un tempo il problema era reperire informazioni. Oggi ne abbiamo troppe. La vera sfida è sviluppare strumenti che, in automatico, raccolgano solo i tasselli utili. Sappiamo da quali App possiamo acquisire il maggior numero di informazioni per prevenire gli attacchi. Prima di tutto Facebook e Instagram.
giovani hacker al lavoro a qom, in iran giovani hacker al lavoro a qom, in iran

Poi quelle di messaggistica. Youtube è eccellente. E i siti Internet dei martiri, sorta di templi virtuali dedicati dalle famiglie. Perlustriamo la rete come con un satellite. Molte persone condividono video di attentati su YouTube nel momento in cui si vede l' assassinio. Per noi è facile individuare questi utenti e tenerli sotto controllo.
deep learning deep learning

Non necessariamente sono terroristi. Con l' intelligenza artificiale, attraverso il machine learning, stiliamo una classifica. Insegniamo alla macchina quali casi evidenziare. Avere troppi sospettati non aiuta, non possiamo tenere tutti sotto osservazione.

Quando le macchine non ci restituiscono "l' odore" della persona, ci rivolgiamo agli uomini sul campo. E alla fine del processo c' è sempre un individuo, l' analista. Nella mia carriera - conclude Brabbing - ho partecipato a moltissime operazioni di intelligence con fonti umane ma non solo. Il nostro potere non è tanto nella conoscenza. La questione principale è l' integrazione di tutte le fonti».
israel defence force israel defence force benjamin netanyahu accusa l'iran di non rispettare il deal nucleare benjamin netanyahu accusa l'iran di non rispettare il deal nucleare

mercoledì 30 ottobre 2019

TRA TV E INTERNET

ALDO GRASSO - ''LA TV NON INFLUENZA PIÙ NESSUNO? MOLTI PENSAVANO CHE LA PUNTATA DI ''REPORT'' SUL CASO METROPOL SAREBBE STATO L'INIZIO DELLA FINE PER SALVINI. MA NON E' ANDATA COSÌ, VISTO IL TRIONFO DELLA LEGA IN UMBRIA. IL MONDO È IPER-CONNESSO E INTERNET, È PROPAGANDA MOLTO PIÙ EFFICACE DI ALTRI MEDIA. UN'INCHIESTA DI MESI VALE QUANTO UN SENTITO DIRE SU FACEBOOK''
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aldo grasso aldo grasso

Aldo Grasso per il “Corriere della sera

Per anni, dopo una puntata di Report condotto da Milena Gabanelli ho ricevuto lettere, mail e post all' insegna della rassegnazione. Il tono era sempre lo stesso: perché dopo una simile denuncia le forze dell' ordine non sono intervenute? Per anni ho cercato di spiegare che i tempi della magistratura e i tempi della tv sono diversi, molto diversi. Per questo, a fine stagione, la Gabanelli si premurava di farci sapere l' esito di alcune inchieste.

FABIO FAZIO INCHIESTA REPORT FABIO FAZIO INCHIESTA REPORT
 
Dopo le puntate di Report di lunedì della scorsa settimana e dell' altro ieri su Rai3 è successo qualcosa di analogo, riguardante però l' efficacia della tv. Come saprete, Sigfrido Ranucci ha presentato un' inchiesta di Giorgio Mottola sul presunto scandalo del Metropol di Mosca in cui sono rimasti impigliati Matteo Salvini (seppur non indagato) e il suo ex portavoce Gianluca Savoini, personaggio molto inquietante.

Report ha raccontato di trattative della Lega per i soldi e il petrolio russo e della nascita di un asse tra forze estremiste in Russia e negli Stati Uniti: la «Fabbrica della paura». La forza della tv!

report e la trattativa tra savoini e i russi 14 report e la trattativa tra savoini e i russi 14
 
Secondo alcuni lettori, una simile puntata (rafforzata dalla seconda), avrebbe fatalmente dato inizio al declino di Salvini. Evidentemente le cose non sono andate così, visto il trionfo della Lega in Umbria. Tv, opinione pubblica e magistratura continuano ad avere tempi differenti e, in tutta onestà, non sappiamo come andrà a finire la storia dei presunti finanziamenti russi.

report e la trattativa tra savoini e i russi 16 report e la trattativa tra savoini e i russi 16
Ma l'«istituzione tv», non influenza più nessuno? Il mondo intero è ora iper-connesso e internet, nell' ambito della propaganda, è molto più efficace di altri media. La rete ha fatto saltare la tradizionale gerarchia delle notizie con il risultato che un' inchiesta durata mesi vale quanto un sentito dire su Facebook. In epoca di social, l' indistinta valanga dei social, il controllo delle notizie non pare più necessario: contano di più le visioni estreme e le notizie false.
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lunedì 28 ottobre 2019

5g

LA GUERRA DIGITALE È ALLE PORTE - PERCHÉ IL 5G È COSÌ IMPORTANTE NEGLI EQUILIBRI GEOPOLITICI DEL FUTURO? PERCHÉ CHI HA IL PRIMATO DELLA RETE AVRÀ IL CONTROLLO DI TUTTA LA TECNOLOGIA CONNESSA, DALLE SMART CITIES AI FRIGORIFERI FINO AGLI OSPEDALI PASSANDO OVVIAMENTE PER I VOSTRI TELEFONINI - IL LIBRO DI LUCA E FRANCESCA BALESTRIERI
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Paolo Travisi per “il Messaggero”

LUCA E FRANCESCA BALESTRIERI - GUERRA DIGITALE  
LUCA E FRANCESCA BALESTRIERI - GUERRA DIGITALE
 
5G. Una sigla che è la promessa di una seconda rivoluzione digitale, con impatti dirompenti e imprevedibili nell'economia globale e nel tessuto socio-culturale dei continenti. E che sul piano politico sta scatenando una nuova guerra fredda per il controllo tecnologico. Stati Uniti e Cina, i due estremi di un mondo bipolare, che misurano la loro forza hi-tech sui derivati del 5G: l'intelligenza artificiale, l'Internet of Things, l'automazione intelligente, lo sviluppo di supercomputer con tecnologia quantistica.

Una vera Guerra digitale, come recita il titolo del libro di Luca Balestrieri, dirigente Rai e docente di economia e gestione dei media all'Università Luiss, scritto insieme alla figlia Francesca Balestrieri, ricercatrice nel campo della matematica pura. «La rivoluzione digitale odierna non è solo la prosecuzione degli ultimi tre decenni di trasformazione digitale» iniziata con la diffusione dei computer, Internet, telefoni cellulari, poi smartphone, spiega Balestrieri, «ma è paragonabile al primo industrialismo di fine 700, è come possedere il primato dell'elettricità».

LUCA BALESTRIERI LUCA BALESTRIERI

IL CONTROLLO
Non solo, quindi, il controllo di una singola tecnologia, perché il 5G è l'abilitatore di una serie di progressi tecnologici interconnessi, che formano un cluster tecnologico. «Il 5G cambia il paradigma dello sviluppo industriale e poiché siamo in un mondo iperconnesso, gli scontri per averne il controllo anche a costo di invertire il processo di globalizzazione è più immediato».

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Ecco allora che in Guerra digitale gli autori analizzano i macro segmenti tecnologici che misurano il terreno di scontro: la realizzazione di supercomputer dotati di chip che superano la logica binaria, e si fondano sul calcolo quantistico (quantum computing), il deep learning basato su «sistemi di reti neurali artificiali, che prendono a modello il cervello umano», lo sviluppo della robotica «con la danza dei robot che gestiscono i giganteschi magazzini di Amazon o di Alibaba», si legge nel libro.
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IL CASO GOOGLE HUAWEI BY OSHO IL CASO GOOGLE HUAWEI BY OSHO LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI
E ancora le smart cities, con l'esempio di Hangzhou, metropoli cinese con sei milioni di abitanti, solo una delle cinquecento città del Paese impegnate a trasformarsi in città intelligenti attraverso la riorganizzazione dei servizi urbani. Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha messo in connessione i grandi gruppi, Google, Amazon, Apple, Facebook da una parte, e Alibaba, Huawei, Tencent dall'altra solo per citare i big players con l'apparato politico e statale dei rispettivi paesi.
trump xi jinping trump xi jinping

«Il 5G ha velocizzato lo scontro rendendolo più brutale. Obama si era reso conto di essere indietro nelle telecomunicazioni, ma Trump ha innescato la conflittualità geopolitica, cercando di colpire aggressivamente l'avversario, tentando di rompere le supply-chain del 5G prima che si sviluppassero» spiega Balestrieri. In Cina invece si cerca di giocare d'anticipo, «costruendo la sfida tecnologica su una crescita economica, partendo dallo sviluppo di tecnologie rivolte al mercato da parte di soggetti che operano nel mercato», si legge nel testo.

LA FILIERA
Un esempio è quello del colosso Alibaba, «che presidia tutta la filiera, dal supercomputer fino al portatile per vedere le serie tv. E Amazon segue l'esempio». In Cina sono avanti anche nella fornitura di prodotti e servizi finanziari, «dove hanno bypassato il pagamento con le carte di credito, passando direttamente agli smartphone».
proteste contro il 5g 3 proteste contro il 5g 3

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Balestrieri è convinto che il vero carburante del 5G siano i dati, con tutti i problemi già noti sul rischio della perdita di privacy e della limitazione della libertà individuale. E i consumatori costituiscono «una miniera di dati per l'IA, il cuore di questa nuova rivoluzione digitale, che impara mangiando dati, per realizzare servizi sempre più efficienti che conquistano il consumatore, disposto a dare ancora più dati, creando un circolo molto virtuoso, essenziale per chi controlla le tecnologie».
5g smart city 5g smart city donald trump xi jinping donald trump xi jinping

Ecco perché nel bipolarismo America-Cina, in cui gli oligopoli digitali si muovono in stretto contatto con il sistema-paese, bisogna essere i primi. E chi sta nel mezzo? «Il 5G creerà vincenti e perdenti a livello mondiale. L'Europa - stretta tra i due blocchi- rischia di essere ridotta a una miniera di dati, pur avendo soggetti industriali molto forti, ma deve avere una visione integrata di politica industriale». E l'Italia? «Ci sono molte startup, programmi per lo sviluppo del 5G, tante potenzialità ma bisogna avere logiche competitive continentali e muoversi più rapidamente».
MEME SU GOOGLE E HUAWEI MEME SU GOOGLE E HUAWEI xi jinping xi jinping 5g 5g tim 5g tim 5g

FACEBOOK SORVEGLINZA


IL LIBRO FONDAMENTALE SUL ''CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA'' ESCE IN ITALIANO: SHOSHANA ZUBOFF ATTRIBUISCE A FACEBOOK LA QUALIFICA DI ''UNTORE'', MA IL VERO CATTIVO DEL LIBRO È GOOGLE. DOPO UN INIZIO IDEALISTA, I DUE FONDATORI PAGE E BRIN HANNO ADOTTATO L'ESTRAZIONE DI DATI CHE ORMAI È IN GRADO DI ANTICIPARE IL MODO DI PENSARE DEGLI UTENTI, DI FATTO INFLUENZANDOLI - IL ROBOT CHE PULISCE I PAVIMENTI, IL MATERASSO CHE REGISTRA LA "QUALITÀ" DELLE NOTTI, IL TERMOSTATO, IL CITOFONO E LE TELECAMERE DI CASA INCORPORANO DEI GIUDIZI SULLA NOSTRA VITA ATTRAVERSO CUI ESERCITANO FORME DI AUTORITÀ
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Carlo Bastasin per ''Il Sole 24 Ore''


Quando guardiamo uno schermo elettronico viviamo un' esperienza che non è nota in natura: non guardiamo attraverso un vetro, né uno specchio, ma ci facciamo guardare da esso.
Ho cominciato a leggere il libro di Shoshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza, su un lettore elettronico mentre ero seduto sulla "red line" che mi portava da Harvard al centro di Boston e il cui biglietto avevo pagato con la carta di credito. Sceso vicino al Commons, il parco urbano, ho acquistato un paio di giornali con una app del telefono e ho voluto provare una terribile "acqua di cocco" servita in una corretta bottiglia di vetro.
dont be evil google dont be evil google

 Infine ho camminato fino a South Station dove ho preso la "silver line" che conduce all' aeroporto. A quel punto, in attesa del volo per Washington, ho calcolato quante informazioni elettroniche avevo lasciato dietro di me e quale profilo ne sarebbe risultato. I giornali scelti, la lunga camminata, i mezzi pubblici, le sottolineature sul libro e ovviamente l' acqua di cocco mi smascheravano come un potenziale elettore di Elizabeth Warren e fiero sostenitore di Greta. Vero o no. Che io lo volessi oppure no.

Sappiamo che esiste un rischio nel collegamento tra tecnologia e democrazia. L' ingenua visione delle piattaforme attraverso cui si esprime la volontà del popolo è ridicolizzata dalla realtà. Ma non è la realtà dell' ubiqua sorveglianza che mi ha colpito, bensì il fatto che stia avvenendo sotto i nostri occhi senza che ne siamo sufficientemente allarmati. Come cioè se fosse già parte della normale vita quotidiana. Il libro di Zuboff spiega quanto poco normale tutto ciò sia.
SHOSHANA ZUBOFF IL CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA SHOSHANA ZUBOFF IL CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA

La denuncia va oltre il caso di Cambridge Analytica, la società in grado di usare i dati personali di Facebook per contribuire all' elezione di Donald Trump. Secondo Zuboff aziende come Google stanno costruendo un nuovo ordine economico la cui materia prima è l' esperienza della vita umana. Qualsiasi cosa facciamo vale come fonte di dati che servono non solo ai fini economici, ma a trasformare la vita stessa, secondo un meccanismo senza fine.

 Se un comportamento non è conveniente al conto economico di una compagnia di assicurazione, dati e prezzi permetteranno di dissuadere l' utente. Il frigorifero che ordina le birre, il robot che pulisce i pavimenti, il materasso che registra la "qualità" delle nostre notti, il termostato, il citofono e le telecamere di casa incorporano dei giudizi sulla nostra vita - non necessariamente morali - attraverso cui esercitano forme di autorità.

SHOSHANA ZUBOFF IL CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA SHOSHANA ZUBOFF IL CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA
Tutto ciò avviene al di fuori della tradizionale reciprocità dello scambio economico, nel quale ognuno di noi acquista un bene o un servizio in cambio di denaro. Nello scambio digitale sono le mie stesse informazioni a mettermi in condizione di inferiorità rispetto al venditore, che sa tutto di me senza che io sappia nulla di lui. Questa confutazione del rapporto tra consumatore e tecnologia come ultima iterazione dell' industrializzazione è forse la parte più convincente dell' inquadramento di Zuboff e meriterebbe di essere esteso in una più ampia valutazione del capitalismo in tutte le attività immateriali, finanza compresa.

Se Zuboff attribuisce a Facebook la qualifica di «untore del capitalismo della sorveglianza», il vero cattivo del libro è Google. Dopo un inizio idealista, i due fondatori Larry Page e Sergey Brin hanno adottato l' estrazione di dati utili all' analisi predittiva dei comportamenti, aprendo la strada alle pubblicità mirate, portatrici di profitti per l' azienda attraverso algoritmi mai rivelati, in grado di anticipare il modo di pensare degli utenti, di fatto influenzandoli. Si tratta di un potere disponibile solo a pochi super-esperti a patto che dispongano anche dei capitali per costruire un' adeguata capacità computazionale e trasformare l' intera internet in una rete da pesca per gli inserzionisti.

"Street view" e la mappatura di Google-Earth, per esempio, costituiscono il panottico benthamita dei tempi moderni che corrisponde allo spirito del tempo - la sorveglianza appunto - emerso dopo l' 11 settembre 2001. A chiudere il cerchio sono state la campagna di Barack Obama del 2008 e soprattutto quella di Trump nel 2016: i dati dei cittadini sono entrati in una dinamica tale per la quale essi avrebbero votato prima ancora di deciderlo.

google google
La dimensione della sfida posta da big-tech ha fatto salutare il libro di Zuboff come un testo epocale. Il collegamento diretto che vede tra manipolazione dei dati e dinamiche capitaliste non è però del tutto convincente. Il problema dei tech-giants è che diventano rapidamente monopolisti: più li si usa, e più i loro algoritmi migliorano, mettendo fuori gioco gli avversari.

Il regolatore pubblico può e deve intervenire, sanzionando le pratiche monopolistiche e manipolatorie. Il problema è quello antico dei monopoli e dell' asimmetria informativa, quest' ultima con le nuove tecnologie diventa molto pericolosa. Intervenire è un' opportunità per migliorare il funzionamento del mercato. Aiutare il consumatore a fare un uso informato delle tecnologie non servirà solo a sostituire Google con altri motori di ricerca più attenti ai diritti degli individui, ma forse aprirà la porta a una nuova cultura dell' intervento pubblico nell' economia. È una riflessione su cui la cultura pubblica americana è tanto vivace a parole quanto le istituzioni sono in ritardo nei fatti rispetto a quella europea.
prostitute a roma su street view 2 prostitute a roma su street view 2

Zuboff osserva che identificare le minacce nel potere dello Stato «ci ha lasciato impreparati a difenderci da nuove aziende dai nomi fantasiosi, guidate da giovani geni apparentemente in grado di offrirci gratuitamente tutto quello che volevamo». Il fallimento dell' Antitrust americana rispetto a quella europea non ha però a che fare solo con le ideologie, ma per paradosso con una minor cura per i diritti degli individui. La Corte di Giustizia europea ha riconosciuto l' importanza della libera circolazione delle informazioni, senza però metterla sullo stesso piano della salvaguardia della dignità, della privacy e della protezione dei dati.
10. tempismo perfetto 10. tempismo perfetto

Furono le autorità tedesche a scoprire che Street View catturava dati dalle abitazioni private, e gli abitanti di una cittadina inglese a fermare le auto di Google. I cittadini riescono a difendersi anche oltre il "diritto al santuario", l' area di privatezza che definisce il solo spazio di libertà dell' individuo. C' è una componente magica nell' esaudire i desideri con una semplice ricerca sul web, opere come quella di Zuboff contribuiscono al disvelamento di questo incanto a cui siamo tutti esposti.

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