Analizziamo uno dei
principali mezzi di comunicazione di massa secondo il McLuhan:
I GIORNALI
Nell’editoriale che
scrisse Benjamin Harris inaugurando il 25 Settembre 1690 il primo
quotidiano di Boston, l’editore specificò che il suo giornale
sarebbe uscito una volta al mese: “ o anche più spesso, se ci
saranno notizie...” sottolineando la rudimentale certezza che il
nuovo medium sarebbe stato una sorta di correttore di voci o
resoconti verbali nello stesso modo con cui un dizionario fornisce
l’ortografia e la dizione “corretta” delle parole già
esistenti. Ci volle poco per capire non solo che la notizia non è
avulsa dal giornale ma che il nuovo mezzo poteva raccoglierne (fu il
telegrafo il vero catalizzatore di notizie) ma poteva addirittura
crearne in nome di quello che i direttori in seguito chiamarono
l’”interesse umano” che è poi ciò che accade quando una serie
di informazioni, cioè di differenti punti di vista anche in
contraddizione tra di loro, vengono ordinati in forma di mosaico su
di un’unica pagina trasformando il giornale in una sorta di
confessione di gruppo che necessita di una partecipazione continua e
collettiva.
Se le pagine del libro
contengono la storia segreta delle elucubrazioni mentali dell’autore,
il giornale, proprio per la sua disposizione a mosaico e
indipendentemente dai contenuti, lascia intendere che quello che
viene riportato sia una sorta di storia segreta della comunità. E’
incredibile, per quanto complicata sia l’amministrazione pubblica e
i suoi derivati, di come tutti i settori della politica abbiano
immediata risonanza sui mezzi d’informazione che danno
l’impressione di adempiere alle proprie funzioni proprio quando
rivelano aspetti poco edificanti della cosa pubblica. Perchè una
vera notizia è una cattiva notizia e questo la politica lo sa
imponendo ai suoi lavori una impenetrabile segretezza da cui gli
uffici stampa lasciano scientemente trapelare ciò che serve alla
propria fazione o che potrebbe danneggiare l’altra.
Man mano però che
l’elettricità aumenta la velocità dell’informazione, anche la
politica cambia con una tendenza ad allontanarsi dalla rappresentanza
e dalla delegazione degli elettori con il conseguente coinvolgimento
diretto dell’elettorato che partecipa in tempo reale al processo
decisionale influenzandolo come “opinione pubblica”. Succede così
che capiti agli uffici stampa di annunciare decisioni politiche PRIMA
che esse vengano prese, per saggiare la reazione del pubblico. Questo
procedimento, abbastanza inevitabile, scandalizza qualche vecchio
giornalista mentre altri allegramente si lasciano trascinare dal
fenomeno contribuendo a “falsificare” gli avvenimenti.
Occorre precisare che il
giornale non ha la stessa funzione in Europa, in America, in Russia o
in Cina e la generale inconsapevolezza della natura del giornale e
della sua influenza subliminale o latente genera equivoci.
Nella cultura europea, per
esempio, esso è stato prevalentemente letterario, in America invece
si è evoluto prevalentemente come forma di business. Quando il
telegrafo oltre che le notizie dalle varie città americane cominciò
a trasmettere anche le temperature e le condizioni del tempo, ci si
accorse dell’interesse che assumeva la metereologia, che insieme al
bollettino di Borsa, ai necrologi e alle inserzioni pubblicità
diedero linfa agli editori che cominciarono a farle pagare in
rapporto alla tiratura. Si pagava (e si paga) l’inserzione in base
ai potenziali lettori che possano leggerla.
Pure ai nostri giorni è
errato per esempio considerare la televisione come fabbrica e messa
in onda di programmi televisivi. In realtà la televisione ha
accellerato il processo iniziato dai giornali ed oggi è diventata un
mezzo per aggregare pacchetti di spettatori, ognuno dei quali
differente dagli altri per scelte, gusti, tendenze, e offrirle agli
inserzionisti per promuovere prodotti sempre più mirati.
Con questo non si vuole
dire che i giornali la radio e la televisione siano soltanto canali
d’informazione pagati da produttori di merci quali saponi, auto e
liquori. A mano a mano che l’automazione avanza ci rendiamo conto
che la merce primaria è l’informazione e tutti gli altri fenomeni
sono accidentali anche se con il loro luccicchio provocano il
disorientamento tipico della pubblicità e dello svago.
L’inserzionista dei
giornali in un regime democratico è diventato indispensabile
all’economia del giornale non solo per il suo contributo economico
ma anche perchè in contrapposizione alle “cattive” notizie pone
i suoi messaggi rassicuranti che altro non sono che “buone”
notizie che equilibrano la comunicazione. Non accade lo stesso nei
regimi totalitari dove l’inserzionista è il regime che non ha
nessun interesse ad incrementare i consumi ma è proteso ad
incentivare la produzione. Vengono così cancellate le cattive
notizie sostituite da record di produttività, premi di laboriosità,
indici di incrementi, ecc.
La televisione ha
modificato il modo di fare informazione, che se la radio lancia la
notizia e la televisione la illustra, al giornale non resta che
l’approfondimento. ( di questo ne riparleremo, perchè queste
funzioni sono state modificate dall'arrivo dei "Barbari"...)
Pure i settimanali
illustrati dovettero modificare il loro modo di fare informazione.
Prima dell’avvento della televisione grandi settimanali come LIFE o
il nostro OGGI mostravano gli avvenimenti illustrandoli con almeno
tre fotografie: una panoramica, un insieme e un particolare a cui si
aggiungevano le didascalie e uno striminzito articolo
d’approfondimento. La televisione, illustrando gli avvenimenti
anche in tempo reale, invecchiò fatalmente questo genere di
giornalismo e nacquero settimanali-tabloid come Newsweek, Time e il
nostro Panorama a cui fece immediatamente seguito L’Espresso che
fino ad allora era uscito con la forma del quotidiano. Queste nuove
pubblicazioni non si limitavano a offrire finestre sul mondo come le
vecchie riviste illustrate, ma presentavano una società in azione a
cui il lettore era invitato a partecipare. Se la vecchia rivista era
un mezzo caldo per un usufruitore freddo e passivo, le nuove riviste
tabloid erano invece fredde e invitavano alla partecipazione.
Stiamo assistendo ad un
cambiamento dei giornali che sempre alla ricerca di incrementi della
loro tiratura (i lettori sono sempre quelli, aumentano le testate, da
qui la lotta) ci ritroviamo con i giornali americani che hanno via
via perso il tono sensazionalistico della stampa popolare
(avvistamenti di camion sulla luna, invasione di extraterrestri,
vitelli a tre teste...) per approdare a toni più letterari e
d’opinione, mentre da noi si assiste sempre più ad uno
scivolamento delle notizie verso il pettegolezzo e il dietrismo.
Sbagliano coloro che
auspicano un più elevato tono letterario del giornale come se questo
potesse in qualche migliorare l’informazione. Sbagliano pure coloro
che credono ai proprietari dei giornali che dichiarano di lasciar
pubblicare quello che vuole il pubblico, perchè essi sanno benissimo
che quello che conta non è il contenuto del messaggio ma il possesso
del mezzo d’informazione.
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