Analizziamo uno dei
principali mezzi di comunicazione di massa secondo il McLuhan:
LA GUERRA
E' il mezzo di comunicazione di massa più efficace sia per la coesione interna perché mostra alla società un nemico esterno nascondendo le proprie pecche, sia esterna permettendo l'espansione di nuovi territori e nuovi mercati. Una falsa percezione collettiva ci ha fatto credere che la guerra fredda svoltasi nella seconda metà del Novecento abbia di fatto paralizzato i due blocchi egemoni, quello Russo che propagandava l'ideologia della eguaglianza mentre il blocco americano insisteva su quella della libertà e che la paura della bomba atomica avesse di fatto alzato tanto il costo umano di un'eventuale guerra da aver scatenato la pace. Essendo invece la guerra un espediente con cui una società tecnologicamente avanzata ne aggredisce una a sviluppo minore, ne consegue che le due super-potenze a parità di tecnologia atomica adottassero tra di loro una guerra dei nervi e dei proclami mentre vendevano armi al resto del mondo e mandassero truppe sedicenti di pace ad occupare territori, aprire mercati, contribuire alla ricostruzione, sottrarre materie prime e quando si ritiravano lasciavano sul terreno armi diventate obsolete facendosele pagare e rifornendo i propri arsenali di nuove armi e nuove tecnologie.
E' il mezzo di comunicazione di massa più efficace sia per la coesione interna perché mostra alla società un nemico esterno nascondendo le proprie pecche, sia esterna permettendo l'espansione di nuovi territori e nuovi mercati. Una falsa percezione collettiva ci ha fatto credere che la guerra fredda svoltasi nella seconda metà del Novecento abbia di fatto paralizzato i due blocchi egemoni, quello Russo che propagandava l'ideologia della eguaglianza mentre il blocco americano insisteva su quella della libertà e che la paura della bomba atomica avesse di fatto alzato tanto il costo umano di un'eventuale guerra da aver scatenato la pace. Essendo invece la guerra un espediente con cui una società tecnologicamente avanzata ne aggredisce una a sviluppo minore, ne consegue che le due super-potenze a parità di tecnologia atomica adottassero tra di loro una guerra dei nervi e dei proclami mentre vendevano armi al resto del mondo e mandassero truppe sedicenti di pace ad occupare territori, aprire mercati, contribuire alla ricostruzione, sottrarre materie prime e quando si ritiravano lasciavano sul terreno armi diventate obsolete facendosele pagare e rifornendo i propri arsenali di nuove armi e nuove tecnologie.
La famosa battaglia di
Waterloo vide schierati i due eserciti in aperta campagna e vi furono
60.000 morti tra i militari e non vengono registrate perdite tra la
popolazione civile. Durante la prima guerra mondiale la percentuale
dei morti nell'esercito fu del 95% nei confronti della popolazione
inerme mentre nella seconda la percentuale era scesa al 40%. Durante
la guerra del Vietnam la percentuale di militari morti nei confronti
della popolazione civile fu del 15%, la prima volta contro Saddam fu
dell1% contro Belgrado vi furono 30.000 morti tra i civili contro tre
americani uccisi e i dati della guerra in Iraq e Afghanistan sono
sotto gli occhi di tutti: un milione e più morti civili contro un
centinaio dell'esercito occupante.
Gli stati maggiori sono
sempre splendidamente preparati a combattere la guerra scorsa, ma
tutto cambia così repentinamente che non è raro metterli in
imbarazzo con nuove tecniche di guerra guerreggiata messe in atto dai
popoli a tecnologia inferiore. Successe in Vietnam dove l'esercito
americano in forze massicce, cioè lente venne messo in scacco dalla
guerriglia della jungla. Successe all'elefantiaco esercito russo in
Cecenia, succede ora sul terreno dell'Iraq e Afghanistan dove i
combattenti hanno addirittura abbandonato la guerriglia per andarsi a
far esplodere in mezzo ai nemici.
In comunità altamente
alfabetiche con un tasso di democrazia evoluta, anche le ridottissime
perdite umane che la tecnologia permette di ottenere, impressionano
l'opinione pubblica che esprime il proprio dissenso sui mezzi di
comunicazione di massa che sono poi quelli che muovono i meccanismi
per le elezioni (Bush proibì di mostrare le bare che rientravano in
patria, fu solo l'avvento dei telefonini e di internet che diffuse le
immagini proibite). Ecco che la guerra ideale del futuro, secondo
questi generali, dovrebbe essere quella che porta danni irreversibili
alle popolazioni aggredite da parte di aerei droni, cioè senza
piloti, soldati sostituiti da minicarri attrezzatissimi, elicotteri
micidiali, il tutto comandato da satelliti azionati da specialisti in
simulatori distanti migliaia di kilometri che agiscono su joystick
come giocassero alla Playstation.
Per contro stiamo
riversando su popoli auditivi e tribali tanta tecnologia che
probabilmente verrà recepita in modo più completo di come l'abbiamo
recepita noi che abbiamo dovuto lottare contro la nostra abitudine di
cedere il nostro orecchio per privilegiare l'occhio. Le nostre
società alfabete si smarriscono ogni volta che si scontrano con
nuove strutture derivanti dall'informazione globale ed istantanea.
Popoli che non opporranno
nessuna resistenza all'ideologia lanceranno i loro soldati poco
alfabetizzati contro robot che avranno rinunciato alla mira per
sparare con armi automatiche in “perimetri di fuoco” che faranno
altissime percentuali di morti ma non ammazzeranno tutti. E i pochi
che arriveranno vicino all'obiettivo lo annienteranno.
Esattamente il contrario
di quanto successe all'Inghilterra che mandò i propri soldati poco
alfabetizzati a sopprimere la rivolta in America e che affrontarono i
coloni come sapevano: marciando inquadrati fino ad arrivare alla
distanza utile per i loro fucili e poi sparare su varie linee di
tiro. Gli altamente alfabetizzati coloni però avevano inventato la
canna rigata e il mirino con l'alzo, e mirando, cioè privilegiando
l'occhio, facevano danni alle linee nemiche prima che esse potessero
arrivare a sparare.
Le guerre del futuro
saranno guerre dell'occhio contro popoli dell'orecchio, e i risultati
non sono prevedibili.
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