martedì 4 giugno 2019

facce come il Q

FENOMENOLOGIA DI MATTEO SALVINI
by Vincent
 Come testimone del secolo, come raccoglitore di effluvi comunicativi, ma soprattutto come portatore sano delle idee di Marshal McLuhan, lascio alla Storia la mia analisi sulle tecniche di comunicazione che hanno portato al successo clamoroso un esimio nullafacente e le ragioni per cui verrà distrutto dal ridicolo.

Punto primo: per continuare a leggere la mia analisi bisogna concordare con me su di un punto: Salvini non sa un cazzo, non capisce un cazzo, non impara un cazzo, l'unica cosa in cui è un geniaccio inarrivabile, lui e la fazzolettata di comunicatori che per lui lavora ventiquattro su ventiquattro, e la raccolta del consenso.

 Secondo: per raccogliere consenso in questo paese quasi indecifrabile occorre una campagna elettorare continua, senza soluzione di continuità, e per fare questo e ottenere un consenso esponenziale, lui ha raccolto un elenco di aspettative, paure, aspirazioni del popolo, che ha ottenuto dai sondaggi da cui si abbevera più volte al giorno.

Terzo, ripetendo gli argomenti come un mantra si è avvicinato alla forma di governo attuale e ha messo questi argomenti in un contratto, che non è un preogramma di governo ma una lista,  l'elenco delle aspirazione di due partiti che non si sopportano . Poi ogni volta che è stato ospitato nelle televisioni ormai amiche (la televisione è un mezzo che si lega ad un padrone anche senza alcuna richiesta in proposito) e sui social, si è esibito ripetendo elenchi di titoli che richiamano ad un probema o ad un programma, tipo immigrazione, sicurezza, lavoro, prima gli italiani, flat tax, giustizia, eccetera.

Quarto. A questo punto ad ogni domanda lui riponde con elenchi di
parole che il popolo riconosce con il riflesso di Pavlov e quindi lui non ha bisogno di alcuna campagna elettorale perchè mentre gli altri dormono o abbaiano alla luna, lui la campagna elettorale la fa ventiquattro su ventiquattro.

Per semplificare faccio un esempio:
Va in televisione e il giornalista che lo ospita una settimana sì e l'altra pure, gli porge (questo tipo di giornalisti sa solo porgere) la domanda :
"Signor ministro, le piace la pasta asciutta?"
e lui risponde: "Ehm, la pastasciutta, la pastasciutta, bacioni a tutti oi rigatoni, gli spaghetti, le penne i ravioli (mentre elenca mostra le dita della mano come gli ha insegnato Berlusconi) con la pasta che sia italiana perchè io mi guadagno lo stipendio andando nei ristoranti, nelle trattorie, nei fast food, anche ai baracchini per strada, ma l'importante che siano italiani, perchè chi non ha la licenza può provocare problemi igienici che poi portano la cacarella, le intossicazioni, le allergie che poi dobbiamo curare negli ospedali, nei poliambulatoi, nelle farmacie che sono gestite dagli italiani, che insieme ai poliziotti, carabinieri, pompieri, crocerossine, tutti italiani che... (continua)
Ho reso l'idea?




Aldo Vincent

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