venerdì 17 gennaio 2020

1989


NELLA TRIBù ELETTRONICA DI MCLUHAN TROVI ANCHE LA TEORIZZAZIONE DI INTERNET (ERA IL 1963!) - le tecnologie ESTENSIONI DI CORPO E NERVI ATTRAVERSO L’INTERAZIONE E IL DIALOGO – IL POTERE IPNOTICO DEI NUOVI MEDIA DOMINERà LA NOSTRA VITA FUTURA…


Con il telegrafo, l´uomo occidentale ha iniziato ad allungare i suoi nervi fuori dal proprio corpo. Le tecnologie precedenti erano state estensioni di organi fisici: la ruota è un prolungamento dei piedi; le mura della città sono un´esteriorizzazione collettiva della pelle. I media elettronici, invece, sono estensioni del sistema nervoso centrale, ossia un ambito inclusivo e simultaneo. A partire dal telegrafo, abbiamo esteso il cervello e i nervi dell´uomo in tutto il globo.
Di conseguenza, l´era elettronica comporta un malessere totale, come quello che potrebbe provare una persona che abbia il cervello fuori dalla scatola cranica. Siamo diventati particolarmente vulnerabili. L´anno in cui fu introdotto il telegrafo commerciale in America, il 1844, fu anche l´anno in cui Kierkegaard pubblicò Il concetto dell´angoscia.
La caratteristica di tutte le estensioni sociali del corpo è che esse ritornano a tormentare i loro inventori in una sorta di rimorso di incoscienza. Proprio come Narciso, che si innamorò di un´esteriorizzazione (proiezione, estensione) di se stesso, l´uomo sembra innamorarsi invariabilmente dell´ultimo aggeggio o congegno, che in realtà non è altro che un´estensione del suo stesso corpo.
Quando guidiamo la macchina o guardiamo la televisione, tendiamo a dimenticare che ciò con cui abbiamo a che fare è soltanto una parte di noi stessi messa là fuori. In questo modo, diventiamo servomeccanismi delle nostre stesse creazioni e rispondiamo ad esse nel modo immediato e meccanico che esse richiedono. Il punto centrale del mito di Narciso non è che gli individui tendono a innamorarsi della propria immagine, ma che si innamorano di proprie estensioni, convinti che non siano loro estensioni.
Penso che questa sia un´immagine piuttosto precisa di tutte le nostre tecnologie, e ci invita a riflettere su una questione fondamentale: l´idolatria della tecnologia comporta un intorpidimento psichico. Agli occhi di osservatori successivi, ogni generazione sospesa dinanzi a un grande cambiamento sembra essere stata del tutto inconsapevole dell´imminenza e dei punti fondamentali dell´evento stesso. Ma è necessario comprendere il potere che hanno le tecnologie di isolare i sensi l´uno dall´altro, e così di ipnotizzare la società.
Marshall McLuhan
La formula dell´ipnosi è «un senso alla volta». I nostri sensi privati non sono sistemi chiusi ma vengono incessantemente tradotti l´uno nell´altro in quella esperienza sinestetica che chiamiamo coscienza. I nostri sensi estesi, strumenti o tecnologie, sono invece sistemi chiusi, incapaci di interazione. Ogni nuova tecnologia diminuisce l´interazione e la consapevolezza dei sensi proprio nell´area a cui quella tecnologia si rivolge: si verifica una sorta di identificazione tra osservatore e oggetto. (...)
La nuova tecnologia elettronica, però, non è un sistema chiuso. In quanto estensione del sistema nervoso centrale, essa ha a che fare proprio con la consapevolezza, con l´interazione e con il dialogo. Nell´era elettronica, la stessa natura istantanea della coesistenza tra i nostri strumenti tecnologici ha dato luogo a una crisi del tutto inedita nella storia umana.
Ormai le nostre facoltà e i nostri sensi estesi costituiscono un unico campo di esperienza e ciò richiede che essi divengano collettivamente coscienti, come il sistema nervoso centrale stesso. La frammentazione e la specializzazione, tratti caratteristici del meccanismo, sono assenti. Tanto siamo inconsapevoli della natura delle nuove forme elettroniche, altrettanto ne veniamo manipolati.(...)
I modi di pensare generati dalla cultura tecnologica sono molto diversi da quelli favoriti dalla cultura della stampa. A partire dal Rinascimento, la maggior parte dei metodi e delle procedure hanno teso fortemente a enfatizzare l´organizzazione e l´applicazione visiva del sapere. I presupposti latenti nella segmentazione tipografica si manifestano nella frammentazione dei mestieri e nella specializzazione delle mansioni sociali.
La scrittura favorisce la linearità, ossia una consapevolezza e un modo di operare secondo il principio «una cosa alla volta». Da essa derivano la catena di montaggio e l´ordine di battaglia, la gerarchia manageriale e la divisione in dipartimenti che caratterizza le strutture accademiche. Gutenberg ci ha dato analisi ed esplosione. Frammentando il campo della percezione e dell´informazione in segmenti statici, abbiamo realizzato cose meravigliose.
Marshall McLuhan
I media elettronici operano però in modo diverso. La televisione, la radio e il giornale (che a sua volta era legato al telegrafo) hanno a che fare con lo spazio acustico, vale a dire con quella sfera di relazioni simultanee creata dall´atto di ascoltare. Noi udiamo suoni provenienti da tutte le direzioni nello stesso momento; questo crea uno spazio unico, non visualizzabile. La simultaneità dello spazio acustico è l´esatto contrario della linearità, del prendere una cosa alla volta. E´ molto sconcertante rendersi conto che il mosaico di una pagina di giornale è «acustico» nella sua struttura fondamentale.
Questo, tuttavia, vuole dire soltanto che qualunque struttura, le cui componenti coesistano senza connessioni o legami diretti, lineari e creino un campo di relazioni simultanee, è acustica, anche se alcuni suoi aspetti possono essere visualizzati. Le notizie e le pubblicità che si trovano sotto la data di un giornale sono tenute insieme soltanto dalla data. Non hanno alcuna interconnessione di natura logica o discorsiva.
Eppure formano un mosaico legato all´immagine aziendale le cui parti si compenetrano tra loro. Questo è anche il tipo di ordine che tende a costituirsi in una città o in una cultura. E´ un´unità di tipo orchestrale e vibrante, non l´unità del discorso logico.
Il potere tribalizzante dei nuovi media elettronici, il modo in cui essi ci riportano alla dimensione unificata delle antiche culture orali, alla coesione tribale e a schemi di pensiero preindividualistici, non è stato realmente compreso. Il tribalismo è il senso di un profondo legame di famiglia, è la società chiusa come norma della comunità.
La scrittura, in quanto tecnologia visiva, ha dissolto la magia tribale ponendo l´accento sulla frammentazione e sulla specializzazione, e ha creato l´individuo. D´altra parte, i media elettronici sono forme di gruppo. I media elettronici dell´uomo di una società alfabetizzata riducono il mondo a una tribù o a un villaggio in cui tutto capita a tutti nello stesso momento: ognuno conosce e dunque partecipa a ogni cosa che accade nel momento in cui essa accade.
Marshall McLuhan
(...) Siamo diventati come l´uomo paleolitico più primitivo, di nuovo vagabondi globali; ma siamo ormai raccoglitori di informazioni piuttosto che di cibo. D´ora in poi la fonte di cibo, di ricchezza e della vita stessa sarà l´informazione. Trasformare tale informazione in prodotti, a questo punto, è un problema che riguarda gli esperti di automazione e non più una questione che comporta la massima divisione del lavoro e delle capacità umane.
L´automazione, come tutti sappiamo, permette di fare a meno della forza lavoro. Questo terrorizza l´uomo meccanico perché non sa che cosa fare nella fase di transizione, ma significa semplicemente che il lavoro è finito, morto e sepolto.
(...) Quando nuove tecnologie si impongono in società da tempo abituate a tecnologie più antiche, nascono ansie di ogni genere. Il nostro mondo elettronico necessita ormai di un campo unificato di consapevolezza globale; la coscienza privata, adatta all´uomo dell´era della stampa, può considerarsi come un cappio insopportabile rispetto alla coscienza collettiva richiesta dal flusso elettronico di informazioni. In questa impasse, l´unica risposta adeguata sembrerebbe essere la sospensione di tutti i riflessi condizionati.
Penso che, in tutti i media, gli artisti rispondano prima di ogni altro alle sfide imposte da nuove pressioni. Vorrei che ci mostrassero anche dei modi per vivere con la nuova tecnologia senza distruggere le forme e le conquiste precedenti. D´altronde, i nuovi media non sono giocattoli e non dovrebbero essere messi nelle mani di Mamma Oca o di Peter Pan. Possono essere affidati solo a nuovi artisti.


[28-01-2009]



ABBI FEDE NELLA RETE – SKY.IT (+17%) VICINO AL SORPASSO DEI SITI RAI (-12%) E MEDIASET (-8%) – “FACEBOOK” SUPERA “YOUTUBE” – BENE “LIBERO” E “VIRGILIO” – IN GRAN BRETAGNA QUEST’ANNO IL WEB RACCOGLIERà Più PUBBLICITà DELLA TV…
1 - Sky.it insegue Rai e Mediaset on-line...
Andrea Secchi per "Italia Oggi"


logo facebook
Facebook e Sky.it sono i fenomeni di dicembre nella rete Internet, anche se con non poche differenze. Il primo ha superato YouTube nella categoria dei social media, diventando leader del comparto con quasi 10 milioni di utenti in Italia. Il sito della piattaforma satellitare, invece, è quello che è cresciuto di più nella propria categoria, broadcast media, oltre il 17% rispetto a novembre, anche se i numeri assoluti sono nettamente inferiori rispetto a Facebook: 2,2 milioni di utenti unici.

Secondo i dati forniti da Aegis Media Expert, quindi, Sky non solo cresce sul piccolo schermo, ma anche su Internet. Un bel risultato, che dimostra come stia pagando l'arricchimento di contenuti di Sky.it, un sito che si è mosso con più ritardo rispetto a quelli degli altri gruppi televisivi, e che in principio era praticamente solo una vetrina per la televisione satellitare di News Corp. Ora al suo interno vi si trovano notizie e soprattutto video, compresi film (ieri il Diario di Anna Frank, in contemporanea su Sky Cinema) o serie come Romanzo Criminale, visibili in rete anche per i non abbonati.


Sky
Calano, invece, i siti di Mediaset e Rai, che comprendono per altro quelli dei rispettivi Tg. Il Biscione va giù dell'8,7%, a 3,5 milioni di utenti unici, mentre l'online di viale Mazzini segna un -12,3%, 2,6 milioni di navigatori. Il confronto è fatto con il mese di novembre 2008 perché da ottobre in poi Nielsen//NetRatings, che fornisce i dati all'Audiweb, utilizza un nuovo universo, in pratica un nuovo sistema di rilevazioni, che rende impossibile il confronto in termini assoluti con il passato. Oltre ai tre broadcaster, si trovano nella tabella in pagina anche i canali (così si chiamano le sezioni di siti) tv di Repubblica e Corsera, in calo, mentre in crescita c'è ancora il sito di Radio Deejay, +6,4%, 667 mila utenti.

Tornando a Facebook, la crescita è continua e sotto gli occhi di tutti. A dicembre ha guadagnato un +26% rispetto al mese precedente, è arrivato a superare i 9,6 milioni di utenti unici lasciando indietro YouTube (+4%, 8,78 milioni), non strettamente un social network ma un social media, categoria in cui si trovano entrambi. Interessante notare come le community italiane siano comunque ben piazzate: Libero Community (Wind) al terzo posto (-4%, 4,3 milioni) e Virgilio Community al quarto (+6,4%, 4,2 milioni). Entrambe in vantaggio rispetto al MySpace di Rupert Murdoch (-0,4%, 2,9 milioni)

Infine uno sguardo più generale sulla rete. A dicembre gli utenti sono arrivati ai 22 milioni, +3% rispetto a novembre, il 42% della popolazione italiana. Le feste, però, hanno fatto diminuire le visite per persona, le pagine e il tempo speso online di qualche punto percentuale (2-3%).

2 - Pubblicità, in Uk il web supererà la tv quest'anno...
Federico Unnia per "Italia Oggi"


Rai
Sarà il futuro della pubblicità. Gli investimenti pubblicitari su internet in Gran Bretagna rappresentano oggi un quarto del totale, solo dell'1% meno di quanto sia investito in tv. Ma nel 2009 si prevede che gli investimenti on-line superiro quelli in tv, collocandosi al primo posto dei media pianificati.

Partendo da queste premesse, e soprattutto dal fatto che nel 2007 ha ricevuto circa 3.500 segnalazioni relative proprio a pubblicità diffuse via internet, l'Asa (Advertising standards authority) ha svolto un'indagine nel periodo luglio-agosto 2008 sul livello di correttezza dei messaggi pubblicitari diffusi in Gran Bretagna sui media digitali. Una gamma molto ampia di supporti comunicativi, che vanno dai banner su internet ai pop-up, dai motori di ricerca sponsorizzati alle mail commerciali, dai viral ai blog, fino ai messaggi e contenuti trasmessi attraverso i siti di discussione.

Senza dimenticare la pubblicità su telefonia cellulare. Un universo che ha permesso all'Asa di monitorare volontariamente 551 messaggi diffusi nel periodo estivo, dei quali solamente 16 sono stati giudicati non conformi alle regole della corretta comunicazione pubblicitaria.

Il tasso di correttezza è del 97%, con punte del 95% per i siti relativi a tematiche sociali e del 100% per i viral. Dai dati resi noti nei giorni scorsi a Londra, emerge che nel complesso i pubblicitari e le imprese sono nel complesso capaci e responsabili nell'utilizzare in pubblicità mezzi e strumenti tecnologicamente innovativi.

Un punto critico tuttavia esiste ed è rappresentato dal ricorso alle e-mail per la promozione di prodotti cosmetici. Ben 2 dei 4 casi riscontrati nell'uso scorretto di questo strumento riguardavano proprio il settore cosmetico. Per quanto riguarda in generale i settori maggiormente segnalati per fenomeni di comunicazione non corretta spicca al primo posto il settore benessere e salute (72% di correttezza, il più basso), gli annunci di lavoro (83%), computer e tlc (96).


Mediaset
Un ulteriore fenomeno, tuttavia, emerge: si tratta della diffusione non autorizzata (ma spesso voluta) di comunicazioni messaggi viral, di operazioni di guerrilla marketing, destinati a suscitare interesse, dibattito e accesso sulla rete, al fine di creare consenso e notorietà su una marca ed un prodotto.

Insomma un espediente, criticata dall'Asa e verso il quale sia gli utenti sia le agenzie di pubblicità, quelle di rp comprese, sono state richiamate a una maggiore serietà e controllo. Da segnalare infine che nel periodo in cui era effettuata questa indagine su base volontaria, l'Asa ha giudicato 8 casi di pubblicità diffusa su media digitali, tutti condannati.


Si parlava di vino, ricordate? Si diceva di generazioni di produttori seduti su colline ereditate da antichissimi avi, che contro ogni innovazione, in nome della tradizione più pura producevano un prodotto sempre più nobile, sempre più specializzato che per riconoscerlo era fiorita una specifica letteratura, - così come sempre nasce una terminologia per iniziati attorno ad un argomento di casta, siano essi medici, legislatori, o programmatori di computer, c’è sempre la verbalizzazione di concetti elementari espressi con un gergo da iniziati – e per descrivere quel vino, collocato in quel vitigno di quella nicchia, prodotto da quella casa in quello specifico anno, vino che risultava vellutato al palato con retrogusto acidulo con vago sentore di mandorlato che titillava il velopendulo (sto scherzando) occorreva caricarsi di una cultura vinicola da intimidire le anime più semplici, un po’ come registrare il timore che prendeva l’omino qualunque che desiderasse comprare un libro di cui aveva sentito vagamente parlare in un altro contesto e che dovesse affrontare il cerbero del libraio che aveva letto tutto, che sapeva tutto e davanti al quale si dovesse mostrare tutta la propria ignoranza.

Arrivarono i barbari e confezionarono un prodotto uniforme che quasi non si distingueva uno dall’altro e un critico che su una rivista a larghissima tiratura a quei vini dava un punteggio come le stelline che si mettono ai film: cinque stelle ottimo, quattro buono, eccetera.
La conseguenza fu che il vino perse l’anima ma acquistò un mercato tanto vasto che oggi trova i suoi consumatori in Cina, nello Yemen, a Timbuctu e in tutti quei luoghi dove non sarebbe MAI penetrato.


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