giovedì 30 gennaio 2020

NULLA


per i tipi del Melangolo con testo originale a fronte e' uscito IL NULLA E LE TENEBRE di Fredegiso di Tours, un Diacono della Corte di Carlo Magno che attorno all'ottavo secolo ad Aquisgrana con questo testo, l'unico che ci sia pervenuto in forma integrale, fece nascere un lucido e drammatico dibattito che si protrasse per tutto l'Alto Medioevo.
(Queste cose, naturalmente, non le cito per te, poiche' ti so e ti sento. Le cito per risparmiarti di scrivere alcune note esplicative ad uso e consumo dei nostri dodici amici che ancora non lo conoscessero e lasciarti il tempo per affondare la penna nella materia viva.)
Dicevo dibattito drammatico perche' a differenza di adesso dove queste disquisizioni si fanno quando si e' pieni di vino se sei in Veneto, da fumato se sei alternativo, da scoppiato se frequenti i salotti borghesi, allora facevano rischiare il collo.
E pure Carlo Magno, che qualche dubbio lo nutriva, mando' una lettera ad un suo fido consigliere in Irlanda, tale Dungalo per avere lumi in proposito.
Ma di cosa si dibatteva, di grazia?
Beh, in poche parole Federgiso si chiedeva: cosa significa la parola NULLA?
E' forse questo NULLA una parola che usiamo per definire qualcosa che non esiste? Ma allora non si trattera' forse che la cosa da esso significata e' UNA COSA , un'entita', consistente nel non avere niente dentro di se' ma di fatto gia' per se stessa una cosa?
E le TENEBRE, cosa sono le tenebre se non la mancanza di luce?
E quelle tenebre "da potersi toccare" della Bibbia che dice che Dio chiamo' giorno la luce e notte le tenebre, ma allora che cosa erano le tenebre se addirittura meritavano un nome da Dio?
Ma non e' forse vero che prima del mondo c'era il Nulla da cui tutto ebbe conseguenza?
Non vorrei andare troppo lontano anche perche' quello che mi preme di dirti e' tutt'altra cosa. Intanto la filosofia moderna ha liquidato da tempo questo Nulla dicendo che non e' un nome ma si tratta di una particella logica che usiamo per esprimere qualcosa che non c'e'. Per spiegarci il nulla non e' "IL" niente ma e' il NON qualcosa espresso in un discorso.
In principio era il Verbo, che vagava sul nulla e sulle tenebre. Nulla e' il vuoto che precede il mondo, nulla e' la solitudine di Dio.
"Come puoi trattare il nulla?" si chiede Fredegiso " mentre diciamo "Il nulla non esiste" gia' gli conferiamo un'esistenza.
Esattamente come dicevo io quando mi permettevo di affermare che l'Ateo che discute dell'esistenza di Dio invece che negarlo lo afferma.

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