martedì 12 dicembre 2017

DAGO IN THE SKY


“DAGO IN THE SKY” – PUNTUALE COME UNA CARTELLA DELLE TASSE, STASERA VA IN ONDA LA SESTA PUNTATA IN GLORIA DELLE “MICRO-CELEBRITÀ” DIGITALI, DA CLEO TOMS A CHIARA FERRAGNI – IL GRASSO NELLA MANICA: “È UNO DEI POCHI PROGRAMMI AD AVER CAPITO CHE LA TV SI STA PIANO PIANO ‘SMATERIALIZZANDO’ E IBRIDANDO INTERNET E I NUOVI MEDIA“ - VIDEO
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Si tratta di un uso digitale della tv alla ricerca di un Rinascimento hi-tech che sia una risposta estetica a quella televisione che di solito corrisponde al Medioevo analogico del secolo scorso. Ovvero, DAGO IN THE SKY è la classica dimostrazione che il problema non sta nel mezzo ma in come lo si usa. La tecnica è il destino dell’essere, come dice il filosofo Severino, ma poi dipende: c’è un uso pigro e conformista della tecnica e c’è anche un uso pop multidirezionale che, sposato alla divulgazione culturale, produce emozione e meraviglia visiva.
Il tentativo di Roberto D’Agostino e della co-autrice Anna Cerofolini è sempre quello: proporre una tv contemporanea allo smartphone, capace di mettere in superficie il brulicare del nuovo, dove il piacere estetico e il sapere interdisciplinare abbiano sempre la meglio sul tran-tran sulla tv analogica del ‘900, che continua ad andare avanti, autistica come zombie, in barba al Rinascimento Digitale.
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DAGO in the Sky: da martedì 7 novembre su Sky Arte HD (21:15)


Stasera su Sky Arter in onda alle 21.15 sesta puntata di “Dago in the Sky”:“Celebrità digitale”.
la lezione di dago alla sapienza 6LA LEZIONE DI DAGO ALLA SAPIENZA 6
E’ nata una nuova forma di popolarità, quella formata micro. Ogni giorno, a nostra insaputa, il mondo dei social network incorona adolescenti la cui fama si misura in milioni di like e di follower. Non è un caso che gran parte degli idoli giovanili di oggi – da Justin Bibier a One Direction – hanno iniziato mostrando le loro (micro) capacità musicali postando i video su YouTube, Facebook, Instagram. E continuano a fondare gran parte della loro strategia comunicativa e di marketing sulla loro presenza online. Il caso della influencer-stilista Chiara Ferragni. Ospiti: le youtubers Cleo Toms e Martina Dell’Ombra e lo scrittore e giornalista Riccardo Staglianò.
cleo tomsCLEO TOMS

GRASSO IN LODE DI “DAGO IN THE SKY”
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera” – articolo del 23 novembre 2017
rock babilonia 1ROCK BABILONIA 1

«Dago in the Sky», giunto intanto alla terza stagione, è uno dei pochi programmi ad aver capito che il totem che per molti anni ha rappresentato il punto focale delle nostre case si sta piano piano «smaterializzando» e ibridando con nuovi mezzi di comunicazione, con internet e i nuovi media (Sky Arte, martedì, ore 21.30).

anna cerofolini vittorio sgarbiANNA CEROFOLINI VITTORIO SGARBI
La condizione post-televisiva (il passaggio dall' analogico al digitale, dal mondo come rappresentazione alla rappresentazione come mondo) è incertezza, disincanto, mescolanza e tramonto delle gerarchie, e non prevede più fondamenti solidi in nessun ambito dell' esistenza, dalla sfera pubblica a quella privata e affettiva. Per affrontare un simile rivolgimento, Roberto D'Agostino e Anna Cerafolini hanno compiuto tre passi fondamentali.
CHIARA FERRAGNI NELLE FOTO DI BARILLARICHIARA FERRAGNI NELLE FOTO DI BARILLARI
Del buon uso degli ospiti. Al di là delle sintonie personali, gli esperti intervistati hanno qualcosa da dire. Per esempio, nell' ultima puntata dedicata all' opera lirica (il melodramma è ancora una componente fondamentale della cultura contemporanea?) sono stati interpellati Alberto Mattioli, Damiano Michieletto, il più importante regista lirico italiano, già ospite di Mika, e Carlo Fuortes. Del buon uso dei temi. Gli argomenti affrontati, specie quelli della terza stagione, sono la somma del non detto dei talk, sono quello che poteva essere Rai5, sono cultura pop.
ROBERTO STAGLIANOROBERTO STAGLIANO

Del buon uso del linguaggio. L' aspetto più curioso della trasmissione è il tentativo linguistico di tendere al limite e provare l' eccesso registico. Un neobarocco televisivo che mostra un andamento doppio. Lavora sugli effetti digitali ma si configura in perenne sospensione, non tende a produrre ribaltamenti. È «uno sparpagliare che elude il centro del discorso», secondo l' aurea definizione di Barthes. Se la parola rassicura, l' immagine rimanda alla complessità e al disordine dei tempi.
fedez chiara ferragniFEDEZ CHIARA FERRAGNIaldo grassoALDO GRASSO

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