venerdì 17 aprile 2020

SERATA MCLUHAN


QUESTO NON E' UN LIBRO

Sembra una frase di Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non è un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto, di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti, nel momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non solo in libreria, o meglio le probabilità che finisca solamente in libreria sono ridotte. 

Infatti, se fino al 1700 i libri erano scritti prevalentemente da coloro che li leggevano, se col romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che porta  dalla notorietà (per pubblicare un libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà attraverso altri mezzi.
Questo, quindi non è un libro ma un espediente escogitato dall'autore per far il punto sul McLuhan cinquant'anni dopo.

Nemmeno i cinquant’anni sono tali. Si tratta di mezzo secolo per approssimazione, utile nella sintesi di un titolo, insomma rende l’idea:
La Sposa Meccanica è del 1951, Galassia Gutenberg è del 1962 (anche se in Italia è arrivata colpevolmente solamente nel 1972), Gli strumenti del Comunicare (Il Saggiatore, Milano) del 1964, The Medium is the Massage (scritto con Quentin Fiore) è del 1967 e il Villaggio Globale del 1968.
Questo è il periodo del suo successo, delle sue frasi ad effetto che hanno fatto il giro del mondo (il medium è il messaggio, il villaggio globale, ecc.) molte volte citato anche da gente che non lo ha mai letto. In realtà la sua fama accademica viene da lontano: professore di letteratura anglosassone che sapeva citare a memoria pagine intere di autori famosi, La sua tesi di dottorato a Cambridge del 1943 è un saggio di formidabile erudizione, che studia la storia delle arti verbali (grammatica, logica e dialettica, retorica, cioè il trivium) dall'epoca di Cicerone fino al tempo di Thomas Nashe.

Nell'anno accademico 1936-37, insegnò all'Università del Wisconsin. Dal 1937 al 1944, egli insegnò inglese nell'Università di Saint Louis. Qui ebbe tra gli studenti un giovane gesuita di nome Walter J. Ong, che sarebbe diventato in seguito, un'autorità nel campo dei mezzi di comunicazione e delle relative tecnologie. Dal 1944 al 1946, McLuhan insegnò presso l'Assumption College a Windsor, nel Canada. Dal 1946 al 1979 insegnò al St. Michael's College, University of Toronto, dove Hugh Kenner fu uno dei suoi studenti. McLuhan insegnò anche per un anno alla Fordham University. Si spense a Toronto nel 1980.

Riportiamo qui di seguito alcune delle sue predizioni:

La società tattile trasformerà le nostre città imponendo la sua velocità, che è quella dell'elettrone. Abolirà le distanze ma soprattutto smaterializzerà i medium di comunicazione. Il denaro da moneta si trasformerà in credito, la parola scritta muterà in immagine e per poter essere processata, in pixel e, poi, in bit di informazione. Alla struttura lineare dei testi subentrerà la fluidità degli ipertesti. E le murature, sinora solide e perenni, diventeranno sottili membrane che, simili alla pelle, interreleranno l'uomo con l'ambiente circostante. Basterà un comando vocale o il semplice movimento del corpo per aprire porte, muovere oggetti, accendere elettrodomestici. All'esterno il vento o la luce per comandare l'oscuramento di un infisso o avviare l'impianto bioclimatico. Se l'architettura tradizionale ha dato forma ai muscoli e alle ossa alla costruzione, la contemporanea attiverà nuovi sistemi nervosi....
( Marshall McLuhan, una sua profezia scritta nel 1940)


E Questa più recente:

Abbiamo inserito con i media elettrici i nostri corpi fisici in sistemi nervosi estesi. Tutte le tecnologie precedenti, che sono protesi delle mani, dei piedi, dei denti, del controllo termico del nostro corpo – le città sono protesi del nomadismo – con l'avvento del computer vengono tradotte in sistemi d'informazione. Lo stesso computer è la protesi del cervello ma a differenza delle altre estensioni dei nostri sensi, esso genera un "campo", che con tutta la tecnologia elettromagnetica, richiede dall'uomo una docilità profonda come quella della meditazione poichè egli si trova ora con il cervello fuori dal cranio ed i nervi fuori dalla pelle. L'uomo deve servire questa nuova tecnologia con la stessa dedizione da servomeccanismo con la quale serviva tutte le altre, come la canoa, il mulino, la stampa a caratteri mobili, e tutte le altre estensioni dei suoi organi fisici. La differenza però è che tutte le altre tecnologie erano frammentarie e parziali, mentre questa elettronica è totale, immediata, istantanea e compatta.

Vincent:

 L'avvento del Web poi ha fatto sì che il nostro cervello fuori dal cranio sia diventato un punto neuronico collegato ai miliardi di altri punti neuronici sulla superficie della Terra costituendo la massa cerebrale più estesa oggi conosciuta nell'Universo.

Prosegue il McLuhan:

"Queste nuove tecnologie elettriche che estendono i nostri nervi ed i nostri sensi in un discorso globale, possono avere grande influenza sul futuro del linguaggio perchè non hanno bisogno delle parole così come il calcolatore non ha bisogno dei numeri. Sono nuove tecnologie che aprono la strada a nuovi processi della consapevolezza, su scala mondiale e senza bisogno di verbalizzare. Se il linguaggio con la mitica Torre di Babele è stato una tecnologia che ha diviso e frammentato, oggi i computer sono in grado di tradurre un linguaggio o un cifrario in qualunque altro. Una sorta di condizione pentecostale di unità e comprensione totale. E' facilmente prevedibile che la prossima fase non sarà più quella di tradurre ma di superare i linguaggi a favore di una consapevolezza cosmica assai simile all'inconscio collettivo, una condizione di "imponderabilità" che secondo i biologi promette l'immortalità fisica e che potrebbe avere un parallelo in una condizione di averbalismo capace di assicurare un periodo di pace e armonia collettiva.


SERATA M.LUHAN
(traccia)

Scrittura evase
dal Giardino dei Numeri
e sulle ali di Poesia
saltò il muro
Librandosi…

non c’è pensiero se non c’è linguaggio e non c’è linguaggio se non c’è la parola.
Ma è la parola che genera il pensiero oppure è il pensiero che tiene sotto controllo la parola? Fino a pochi anni fa questo era il grande motivo di discussione, superata da McLuhan che ha teorizzato che il linguaggio è  “metafora attiva”. La scimmia prima di cadere dall’albero e cominciare ad esplorare il terreno circostante, usava una mano davanti all’altra per procedere sui rami. Quando fece la scoperta che poteva dondolarsi e lanciarsi da un ramo  PRIMA di afferrarsi ad un altro, QUELLA fu l’invenzione della metafora. Sempre che Darwin possa essere accettato, allora potremmo teorizzare che la prima scimmia che toccò il terreno e cominciò ad esplorarlo, si perse. Le altre, più prudenti toccarono anch’esse il terreno ma rimasero molto più vicine all’albero della loro comunità e così rappresentarono le avanguardie

Ogni nuovo medium, che secondo il McLuhan altri non è che una protesi, cioè l’estensione tecnologica dei nostri sensi, non solo è in grado di modificare le nostre percezioni personali e le nostre convinzioni individuali, ma è in grado persino di modificare l’ambiente in cui viviamo e la società che ci circonda. Facciamo un esempio: ammettiamo come presupposto che uno dei primi ominidi sia sceso dall’albero ed abbia scoperto di poter raccogliere frutti maturi caduti per terra. All’arrivo di un ominide più grosso di lui che vuole cacciarlo, dopo un accenno di conflitto, il Nostro decide di andarsene più in là per evitare dolorose conseguenze. Lo stesso avviene per l’accoppiamento, dove il più forte in natura lo dimostra non solo nel proclamarsi l’unico maschio in grado di riprodursi, ma proprio nella sua capacità di tenere lontano i rivali.
Ammettiamo ora che il piccolo ominide in questione abbia scoperto per caso che alcuni frutti quali noci e mandorle, si possono aprire usando un sasso od un bastone. Questa nuova sua invenzione tecnologica altri non è – secondo il McLuhan – che la protesi, cioè il prolungamento del suo pugno. Ne consegue che tutte le invenzioni tecnologiche altro non siano che estensioni delle nostre facoltà, la ruota sarebbe l’estensione del piede, il cannocchiale dell’occhio, la radio dell’orecchio e così via. Ma torniamo al nostro ominide.
Quando arriva l’ominide più grosso e di conseguenza più prepotente, il nostro eroe cambierà lo stato delle cose perché grazie all’aiuto della sua nuova tecnologia sarà in grado non solo di avere la meglio in un eventuale conflitto, ma addirittura andrà ad insidiare le femmine del rivale cambiando di fatto la gerarchia basata sulla forza, indipendentemente dall’uso che adesso fa del sasso o del bastone.

una delle prime cause della guerra, oltre alle donne che rappresentavano non solo la prosperità ma pure il più economico animale da soma prima del cavallo, fu certamente il fuoco. Esso impiegò 15.000 anni a diffondersi in tutta l’area del Mediterraneo e a causa di queste dispute gli uomini passarono dalle unghie, dai pugni e dai morsi, alle pietre, ai bastoni, alle asce… primo esempio di tecnologia applicata quale estensione dei nostri organi. Da notare che se il bastone è l’estensione del pugno, il tamburo della voce, le pelli del calore corporeo, un salto intelligente fu trasformare il movimento dei piedi nella ruota, cioè migliorare la funzione cambiando il movimento. Successe qualche millennio più tardi pure con il volo.
È probabile che tribù emancipate preferissero lo scambio di merci al furto e alla guerra, nacque così il tabù e forse pure la cessione di sciamani che sapessero  come mantenere il fuoco.
Lo scambio di merci e di persone cominciò a generare ricchezza per mantenere la quale gli uomini diventarono stanziali col fine di trasformare il lavoro in beni pregevoli che avessero la funzione del danaro.

C’è un bellissimo racconto di Roth che parla di un tremendo catacli-sma che stava per colpire un villaggio paleolitico situato sulla riva di un fiume. I segnali della catastrofe c’erano tutti: gli animali salivano dalle loro tane, alcuni rinforzavano gli argini, altri si attrezzavano come la natura li aveva allenati. Gli abitanti del villaggio si rivolsero al loro sciamano che li condusse in cima alla montagnola per implorare la clemenza del dio della pioggia, e loro danzarono con lui. Venne il cata-clisma, il fiume tracimò portandosi via il villaggio. Dopo, gli animali tornarono alle loro tane e tutto tornò come prima. L’autore si chiede: chi aveva ragione? La risposta è semplice: avevano ragione gli uomini che si chiesero: perché? Qual è la causa di tutto questo?

Parlavamo della velocità d’informazione. La scoperta del fuoco per coprire tutto il bacino mediterraneo impiegò 15.000 anni. La polvere da sparo un centinaio. La penicillina il tempo della seconda guerra mondiale e il vaccino antipolio di Sabin un paio d’anni. La lettura del genoma avvenne in pieno sviluppo d’internet dove la comunicazione va con l’elettricità che compie sei volte il giro del mondo in un secondo: impiegò un paio di giorni per collocarsi sui monitor di tutto il mondo scientifico e non.


   Che gli uomini del Paleolitico vivessero nelle caverne non è certo, anzi è assai poco probabile. La caverna è un non-luogo senza luce e senza punti di riferimento ed è più probabile che fosse considerato un posto magico che potesse essere percorso solamente con la guida dello sciamano. I ritrovamenti di ossa o suppellettili all’interno di esse, probabilmente sono la testimonianza di rituali religiosi non di popolazioni stanziali. Pure i graffiti che vi si trovano, visti oggi perdono tutta la loro magia: entriamo in una grotta grazie a manufatti o passerelle, l’ambiente è illuminato dalla luce elettrica e quando ci troviamo davanti a questi disegni non ne capiamo la forza magica che acquisivano al buio illuminato dalla torcia dello stregone che con la sua fiamma tremula dava persino l’impressione che gli animali rappre-sentati sulla parete si muovessero. Quella era l’origine dei riti propiziatori della caccia, e dei primordi di una religione naturalistica, con divinità quali il cielo, la terra, il grande cervo, il mammuth…

   Immaginate un uomo agli albori della civiltà, con un linguaggio primitivo, senza strumenti del comunicare, che osserva il sole che ogni giorno nasce ad Est e tramonta ad Ovest e poi viene la notte. Ci vuole un soffio divino per riuscire a distinguere, dare le definizioni, a cata-logare e misurare gli avvenimenti. È quello che fece lo sciamano andando nel luogo più alto ed osservando giorno dopo giorno questo fenomeno per capirlo. Per misurarlo. Per prima cosa pose delle pietre a mo’ di traguardo visivo e notò che Est non è fisso.

   Dopo aver isolato in un perimetro sacro il Sapere, dopo esserselo passato per discendenza e poi per cooptazione tramite un lungo apprendistato, ecco che la Casta sacerdotale acquisì tali e tante nozioni da poter aspirare al potere. Scoprì intanto, attraverso osservazioni durate secoli, che dopo il tramonto, ad Ovest con la notte cominciavano a brillare stelle che tornavano ciclicamente nella stessa posizione. Nacque lo zodiaco, e la costruzione fantastica di alcuni animali tratti dalla posizione delle stelle, coincideva con periodi dell’anno in cui l’apparire di Acquario, per esempio, voleva dire la tracimazione dei fiumi, il Toro la transumanza, i pesci un buon periodo per la pesca, e così via. In pratica i Sacerdoti possedevano sacralmente il calendario e sancivano le feste, le ricorrenze, e i momenti propizi per l’agricoltura e gli allevamenti. Acquisirono talmente tanto potere che le prime forme di governo furono diarchie: il Re e il Sacerdote con gli stessi poteri.

In principio fu la paura.
Gli animali che non hanno paura sono i primi ad essere mangiati dai predatori, ne consegue che l'imprinting si riproduce per generazioni rinforzando la paura. Gli erbivori sono meno intelligenti dei predatori perché devono solo trovare il cibo e scappare mentre chi se li mangia deve elaborare strategie per la cattura.

Abbiamo detto che la ricchezza si produceva spostando le merci. Nel caso degli animali, non essendoci i frigoriferi,  gli armenti, le greggi venivano spostati vivi. Le mandrie partivano da un luogo e arrivavano ad un altro luogo senza fretta, tanto durante il percorso gli animali ingrassavano e aumentavano il proprio valore tanto da essere diventati un succedaneo del danaro e le speculazioni avvenivano proprio durante il percorso. Un investitore comprava una certa quantità di animali e le rivendeva ricavandoci un guadagno. Per non essere costretti ad uccidere gli animali ad ogni passaggio di mano, i commercianti inventarono un sistema ingegnoso: mettevano in un vaso bastoncini sagomati che rappresentavano la quantità di bestiame del gregge o della mandria poi sigillavano il tutto e un'autorità garantiva l'autenticità dell'operazione. questo sigillo valeva una prebenda. Per non rompere i sigilli ad ogni passaggio di mano (e pagare una nuova tassa) si cominciò a disegnare fuori da questi contenitori la quantità di animali che erano racchiusi e fu così che forse iniziarono i numeri, non solo, alcuni segni si trasformarono in quello che sarebbe diventato poi l'alfabeto. L'Alfa è una testa di toro capovolta, la B sta per Beth, le capanne, fidi il serpente divenne la F e così via.

   Ecco che siamo in grado di decifrare la poesia che vi ho scritto all'inizio: la scrittura fuggì dal recinto dei numeri e sulle ali della poesia (epica, la prima forma di scrittura occidentale) volò per il mondo librandosi, cioè diventando libri...
Facile, no?


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