Analizziamo uno dei
principali mezzi di comunicazione di massa secondo il McLuhan:
I NUMERI
Mentre la scrittura è
un’estensione e una separazione del nostro senso più neutro e
oggettivo – la vista – il numero è un’estensione e una
separazione della nostra attività più intima e in più stretto
rapporto con le altre facoltà, il senso del tatto.
Diventa sempre più
evidente che il senso del tatto è indispensabile ad un’esistenza
integrale. Non è da escludersi che nella nostra vita interiore il
senso del tatto sia costituito da un reciproco rapporto tra tutti i
sensi. Non solo quindi un contatto epidermico con le cose, ma la vita
stessa delle cose dentro la nostra mente.
Siamo abituati a vedere
l’alfabeto come fonte della civiltà occidentale e le varie
letterature come un segno di progresso sociale e civile, il che non è
affatto sbagliato, a condizione che accanto alle lettere si pongano i
numeri, il linguaggio cioè della scienza.
Il numero però non è
solamente auditivo e risonante come la parola parlata, ma come
scriveva con acume Baudelaire: “Il numero è nell’individuo.
L’intossicazione è un numero” seguendo poi con l’analizzare il
darshan, l’esperienza trascendentale indiana che permette di
raggiungere uno stato mistico grazie al fatto di ritrovarsi immersi
in un’immensa massa di gente.
Fu la trasformazione dal
contare in modo tattile con le dita delle mani e dei piedi per
arrivare all’astrazione visiva, che rese possibile la matematica.
Fu però l’alfabeto a mettervi ordine, inserendo concetti come
omogeneità, corrispondenza e successione.
Fu l’azione
dell’alfabeto fonetico sui sensi umani a permettere l’invenzione
dello spazio euclideo, così come sarà la stampa a caratteri mobili
a consentire il concetto di punto di vista e di conseguenza ad
imporre la prospettiva.
Secondo il matematico
Leibniz un Essere Supremo per dare origine all’Universo, non
avrebbe avuto nessuna necessità di tutta la matematica ma gli
sarebbero stati sufficienti lo zero e l’uno per dare inizio a tutta
la creazione. E’ curioso constatare che questo mistico sistema
binario altri non sarebbe che il riflesso del contare di alcune tribù
primitive a cui corrisponde il linguaggio dei nostri computer.
All’epoca dei
manoscritti esisteva una caotica quantità di segni per rappresentare
i numeri, che consentivano il calcolo con estrema difficoltà. Fu
l’avvento della stampa che pose ordine alla matematica e posizionò
lo zero, quel vuoto concettuale che permetteva di dare un valore ai
numeri a seconda della loro posizione nella cifra, partendo da
destra.
Tracciando un percorso
dalla rappresentazione del numero con le lettere greche, al
posizionamento dello zero medievale, fino al punto di vista
prospettico del Rinascimento, si può rilevare con facilità di come
sia maturato il concetto di infinito, che Greci e Romani ignoravano e
che solo con la stampa tipografica poté estendersi alla facoltà
visiva fino ad ottenere risultati di estrema precisione, di
uniformità e intensità, perché fosse possibile reprimere o
affievolire la sensibilità degli altri sensi col fine di ottenere la
consapevolezza tattile dell’infinito (sembra una delle tante
contraddizioni del McLuhan, in realtà è un’ulteriore
dimostrazione di come l’isolare il senso della vista porti come
conseguenza lo spazio euclideo che viene in qualche modo digerito e
assimilato in tutto l’essere grazie al senso del tatto).
Ogni nuova tecnologia ci
spinge a cercare nuovi equilibri attraverso altra tecnologia che poi
sarebbe lo studio delle scienze applicate, con particolare
riferimento ai diversi procedimenti per la trasformazione di materie
prime in prodotti di impiego o di consumo, o l’attuazione dei
processi educativi basata sull'analisi dell'apprendimento e
dell'insegnamento e sulle metodologie da essa suggerite.
I Greci sbatterono la
testa sul problema di trasporre i loro nuovi media quando tentarono
di risolvere un problema di aritmetica razionale applicandolo alla
loro primitiva geometria. Lo spettro di Achille e la tartaruga
provocò la prima crisi della matematica occidentale, insieme al
calcolo della diagonale di un quadrato o la circonferenza del
cerchio, esempi evidenti di come il senso tattile del numero tentava
di affrontare lo spazio visivo e pittorico per trasformarlo in sé
stesso.
Col Rinascimento fu il
calcolo infinitesimale a permettere all’aritmetica di imporsi sulla
meccanica, la fisica e la geometria. Fu il processo omogeneo ed
uniforme della stampa a dare origine al calcolo della matematica
moderna. La taumaturgica funzione dell’ infinitamente frammentato e
ripetibile permise di rendere il mondo visivamente piatto, diritto e
uniforme mentre la nostra esperienza sa che esso è invece sghembo,
curvo e bitorzoluto, e questo concetto “razionale” che ci ha
accompagnato negli ultimi secoli, oggi nell’era dell’elettronica
sta perdendo molte delle sue connotazioni e non siamo più in grado
di definire con certezza cosa sia il “razionale”, visto che a suo
tempo, non ci siamo mai accorti da donde venisse.
…................................................................................................
§
Nessun commento:
Posta un commento