Il fatto che l'alfabeto
fonetico abbia permesso alla società di privilegiare l'occhio in
cambio dell'orecchio, rappresenta forse sul piano politico e sociale
la più grande esplosione d'energia che una struttura sociale possa
sopportare. La frammentazione e la sequenza dell'alfabeto, la
facilità con cui poteva essere appreso, la diffusione della
scrittura, non solo fece uscire la cultura dal Tempio ma generò
l'organizzazione militare e sociale fatta di lavori e non di ruoli.
La scrittura che viaggiò per le strade del mondo favorendo
l'imperialismo, approdò alla stampa con caratteri mobili generando
il nazionalismo e tutte le tecniche con le quali si frazionava il
lavoro, fino ad arrivare alla catena di montaggio.
L'alfabetizzazione, la
frammentazione, il catalogo e l'organizzazione delle società visive
hanno fatto credere erroneamente alla società occidentale di essere
in qualche modo superiore alle società che erano rimaste auditive.
Fino all'avvento del computer.
Abbiamo detto che ogni
invenzione tecnologica dev'essere considerata come la protesi delle
capacità umane. Il computer invece, essendo la propagazione del
cervello umano perde la definizione di protesi e acquista quella di
"campo", estensione del sistema nervoso centrale, che
annulla il tempo e lo spazio rendendo immediate le reazioni
trasformando in "Villaggio Globale" tutte le attività
umane.
Ci ritroviamo a vivere
miticamente ed integralmente anche se continuiamo a pensare secondo
antichi schemi frammentari costituiti da spazio e tempo dell’era
pre-elettrica. Se l’uomo occidentale aveva appreso dalla tecnologia
dell’alfabetismo ad agire senza reagire (un chirurgo che operasse a
cuore aperto la propria madre, sarebbe in grado di farlo senza
lasciarsi coinvolgere emotivamente) ora con il nostro sistema nervoso
centrale tecnologicamente esteso fino a coinvolgere l’intero
pianeta, siamo inevitabilmente coinvolti ad incorporare la conoscenza
di tutta l’umanità con profonde conseguenze per ogni nostra azione
che ne deriva.
Ci troviamo nell’età
dell’angoscia dove non è più possibile il distacco e la non
partecipazione. Dopo tremila anni di espansione delle innumerevoli
funzioni tecnologiche del corpo umano e delle sue funzioni, ci
ritroviamo dinanzi ad una implosione. L’elettricità ed il computer
hanno contratto il nostro pianeta riunendo in modo repentino e
contemporaneo tutte le funzioni sociali e politiche, intensificando
la nostra consapevolezza.
Non solo: l'avvento di
Internet ha fatto sì che ogni computer sulla Terra si sia
trasformato in un punto di una rete neuronale che avvolge tutto il
Globo trasformandola nel più grande e complesso organo pensante
collettivo.
L'abolizione del tempo e
dello spazio che ha generato l'immediatezza di ogni azione/reazione
ha fatto sì che il computer ha in qualche modo favorito il ritorno
di un sistema vagamente auditivo generando la confusione in cui ci
troviamo. Va da sè che consegnare cinque secoli di tecnologia
dell'occhio a culture che hanno sempre privilegiato l'orecchio (Cina,
Russia, India, per citare i più importanti) rappresenta in questo
secolo la più grande deflagrazione di energia immane e violenza
aggressiva di cui non riusciamo nemmeno a prevederne la portata.
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