Tu sei un corpo oppure tu
hai un corpo?
Se tutte le invenzioni
tecnologiche dell’Uomo sono estensione dei propri sensi, allora la
risposta è facile. Il linguaggio, cioè la parola parlata, è stata
la prima tecnologia mediante la quale siamo stati in grado di
prendere distanza dal nostro ambiente per poterlo interpretare in una
forma nuova, diversa da quella che stavamo facendo. Con la parola
l’uomo applicò senza rendersene conto il principio secondo il
quale la definizione è parte della sostanza.
Ci ritroviamo quindi a
considerare che il compito che si è data la scienza è stato quello
di definire, misurare, catalogare fino al sorgere di una nuova
domanda. Poi di domanda in domanda arrivare fino al cul de sac della
domanda davanti al quale ci vogliono secoli per la risposta: Achille
e la Tartaruga. Ci vollero millenni per trovare una risposta, poi si
scoprì che nel frattempo era cambiata la domanda e si risolveva
tutto col calcolo differenziale.
Se voi prendete
un’asta alta una decina di metri e sopra ci fate sventolare un
panno bianco con su scritto: striscia bianca, striscia rossa e di
lato: quadrato azzurro con stelline bianche, potrete anche scriverci
sotto in grassetto: bandiera americana, ma non è la stessa cosa.
Perché la bandiera è un Simbolo,
la rappresentazione cioè di un concetto condiviso da una comunità
che per evocarlo non ha bisogno della parola ma ricorre al Segno.
In nomine patris
et filii et spiritu santi sono parole
accompagnate da un segno che evoca un simbolo, la Croce di Cristo.
Capite ora lo sconcerto provocato nella mia prima lezione a Cuba?
Nell’anno Mille ci fu
una scissione tra la Chiesa Cattolica e la Ortodossa (la diatriba sul
Filoque nel Credo) che per ribadire la sua differenza mantenne il
simbolo ma invertì il segno, toccandosi prima la spalla destra e lo
fece con tre dita mentre i cattolici lo fanno col palmo e la credenza
locale insinuò che questo fosse perché oltre alla Trinità questi
venerano pure la Madonna (e questo giustificherebbe il quarto dito.
Altro segno di distinzione)
Nel marketing moderno ci
sono molti segni che rimandano a simboli antichi, quasi dimenticati
ma che la persuasione occulta non trascura. La virgola della Nike per
esempio evoca l’anello di Saturno, molti marchi hanno dentro una
stella, la Luna o addirittura il Sole che evoca il Mito di Mitra.
Quando vedete un marchio, divertitevi ad individuare il simbolo
atavico che nasconde.
L’Ermeneutica è una
scienza che studia gli antichi testi. Deriva da Hermes, il dio
psicopompo che aiutava gli uomini a leggere. Secondo gli Ebrei la
Thorah è una serie di libri ispirati dal loro dio scritti in parte
da Mosè e in parte da scribi che ricordavano cronache del
quindicesimo secolo ante Cristo scritte nell’epoca tra Salomone e
Davide. Non entriamo nel merito di queste date perché l’archeologia
le ha tutte confutate: non si trova una testimonianza storica di
Mosè, Salomone e Davide, nessuna costruzione, la pietra su cui
sarebbe scritto il primo alfabeto ebraico in realtà è scritta in
aramaico ed è probabile che la Genesi faccia parte del Mito orale
tramandato sino alla scrittura nel quinto secolo ante Cristo, nel
periodo cioè della prigionia in Mesopotamia. Ma non mi avventuro in
questo argomento che da secoli vede accapigliarsi scienziati di tutte
le razze e nazionalità.
Ne parlo solo per
questioni geografiche, perché questa regione tra il Tigri e
l’Eufrate è la più fertile, e nella memoria umana è la sede del
Paradiso Terrestre, della torre di Babele e di tante altre evocazioni
storiche. Qui il Mito e la Storia coincidono, perché a Ur, nei
pressi di Babel si sono trovate vestigia della più antica città
nella storia della civiltà occidentale. (Per inciso ho visto
fotografie della Guerra del Golfo dove queste antiche vestigia sono
state quasi completamente distrutte perché gli americani ci hanno
fatto uno spiazzo usato come parcheggio per i carri armati). Moderni
Tamerlani (che distrusse Qom l’antica capitale dell’Impero
Persiano).
Non è detto che sia una
disgrazia. Poniamo che i Cosacchi vengano ad abbeverare i loro
cavalli in Piazza San Pietro ed entrino nella Cappella Sistina dando
una mano di bianco a tutta l’opera. Ci strapperemmo i capelli ma
non perderemmo nulla: l’opera è stata fotografata, restaurata,
analizzata e studiata per secoli. Finita la guerra si potrebbe fare
un concorso per ridipingerla e potrebbero parteciparvi i migliori
artisti del XXI Secolo, facendone magari un’opera immortale come la
prima.
Ma torniamo ai Sumeri.
Stavano vicino all’acqua,
ai terreni argillosi, dove nasceva il papiro. Pensate i Sumeri
avevano il papiro ma non ne sfruttarono le potenzialità, perché la
loro tecnologia stava occupandosi di trasformare l’argilla in vasi
di coccio.
“La gnocca è la
prima causa della guerra” lo scrisse un eminente storico greco (non
usò esattamente il termine “gnocca” ma ci siamo capiti) e
pensiamo che ai suoi tempi fosse vero. Il Mito è fondatore e quando
parla delle origini di una civiltà cita sempre un conflitto
familiare, l’uccisione del padre, l’incesto con la madre, due
fratelli che s’ammazzano… solo la civiltà greca alle sue origini
mette le corna di Elena. Menen! È la prima parola scritta della
nostra cultura, che non vuol dire l’ira (di Achille) ma il suo
sdegno…
Diciamo comunque che una
delle prime cause della guerra, oltre alle donne che rappresentavano
non solo la prosperità ma pure il più economico animale da soma
prima del cavallo, fu certamente il fuoco. Esso impiegò 15.000 anni
a diffondersi in tutta l’area del Mediterraneo e a causa di queste
dispute gli uomini passarono dalle unghie, dai pugni e dai morsi,
alle pietre, ai bastoni, alle asce… primo esempio di tecnologia
applicata quale estensione dei nostri organi. Da notare che se il
bastone è l’estensione del pugno, il tamburo della voce, le pelli
del calore corporeo, un salto intelligente fu trasformare il
movimento dei piedi nella ruota, cioè migliorare la funzione
cambiando il movimento. Successe qualche millennio più tardi pure
con il volo.
È probabile che tribù
emancipate preferissero lo scambio di merci al furto e alla guerra,
nacque così il tabù e forse pure la cessione di sciamani che
sapessero come mantenere il fuoco.
Lo scambio di merci e di
persone cominciò a generare ricchezza per mantenere la quale gli
uomini diventarono stanziali col fine di trasformare il lavoro in
beni pregevoli che avessero la funzione del danaro.
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