giovedì 3 aprile 2014

Elvis Presley era elettromeccanico

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Qualcuno scherzando ma non troppo, diceva che nella musica indirizzata ai giovani Elvis Presley era elettromeccanico come il flipper mentre Michael Jackson era la stessa cosa però completamente elettronico, come la Playstation. Esagerato, forse, ma occorre guardare la forma delle cose per notare la modifica delle nostre coscienze a causa dei nuovi media.
Nel 1844 grazie ad un finanziamento statale, Morse applicò la prima linea telegrafica alla ferrovia Baltimora- Washington e fu da lì che, tra le altre cose, il telegrafo modificò il modo come venivano confezionati i giornali. Perché adesso le notizie affluivano dalla periferia alla redazione e non erano solo i giornalisti che dovevano andare in giro a raccoglierle. Non solo. La reciprocità della comunicazione fece sì che le notizie si propagassero anche dal centro alla periferia permettendo a piccoli giornali di provincia di liberarsi dalla soggezione della capitale per tentare di imporre un proprio punto di vista. I mezzi tecnologici, lo abbiamo già detto, quando giungono alla fruizione della massa, in certi casi annullano le tecnologie precedenti, in altri casi le modificano, si assommano, si elidono, si moltiplicano. Per dare un'immagine imperfetta a questo fenomeno potremmo paragonarlo alla lava che esce da un vulcano che procedendo, distrugge, crea e si trasforma casualmente. Passarono solo quattro anni e nel '48 venne fondata l'Associated Press, una maniera per decomprimere la forza meccanica ed industriale della stampa e convogliarla in una distribuzione che filtrasse, garantisse, elargisse e si facesse pagare le notizie dai suoi abbonati. La forza persuasiva dei media in gioco costruì una sorta di procedura per la distribuzione della notizia in modo che la radio la lanciasse, i principali telegiornali la illustrassero, il quotidiano del giorno dopo l'approfondisse e il settimanale tirasse le somme. Ci furono nuove iniziative editoriali che cambiarono la forma dei giornali e della carta stampata. Nel nostro Paese L'Espresso settimanale, per mostrare l'aggressività delle proprie inchieste uscì nella forma del quotidiano e solo in un secondo tempo, sulla spinta di Panorama che era entrata sul mercato con la forma di Newsweek assunse lo stesso formato. Il quotidiano Repubblica entrò nel mercato predisponendo le notizie a mosaico sulla prima pagina piena di strilli che rimandavano l'estensione degli articoli alle pagine interne, mentre il Corriere della Sera fino a quel momento aveva rappresentato la classica pagina con un punto di vista (della borghesia) Titolo centrale, spalla, elzeviro e sotto una notizia di cronaca, qualche volta con foto, a fare da richiamo.

Fu la televisione, malgrado la povertà dell'informazione offerta, a formare la pubblica opinione. Un telegiornale in mezz'ora offre al pubblico solo dodici/quattordici notizie e i settimanali d'approfondimento solo quattro/sei, ma malgrado ciò l'impatto visivo riempie d'emozione un pubblico quasi incosciente che si convince che tutto quello che vede è vero. Non solo ma tutto quello che non vede non esiste. Da qui la corsa, specie nel nostro Paese, ad accaparrarsi i mezzi di comunicazione di massa, dalla televisione ai giornali, per poter manipolare l'informazione e con essa il proprio elettorato, il proprio pubblico, i propri consumatori, perché contrariamente a quanto si pensa la televisione non è altro che un espediente per raggruppare campioni di consumatori con gli stessi gusti per vendergli una serie di prodotti che il Marketing ha stabilito distribuire in quella fascia di persone o ceti sociali.

Arrivati ad un livello di evidente saturazione, con le agenzie che servivano a tutti le stesse notizie (circa duemila al giorno) tra cui ne venivano pubblicate un centinaio, i telegiornali nazionali che iniziarono ad essere manipolati col fine di dare comunicati piuttosto che notizie, all'arrivo di un mezzo elettronico come il Web masse di giovani fruitori si allontanarono sempre più dalla televisione (i giornali non li hanno quasi mai letti) mono-direzionale per approdare a nuove forme di fruizione della comunicazione e di veicolo per le notizie. Questo settore piuttosto recente, sta per diventare prioritario e strutture promozionali delle multinazionali stanno studiando il modo per trasformare questo fenomeno ormai diventato universale, in mercato.

Nel frattempo la vecchia filiera radio-televisione-quotidiano non funziona più: la radio è andata in direzione di una fruizione sempre più da sottofondo, la televisione detta la linea e i direttori dei quotidiani la guardano la sera prima per poter decidere i titoli che comporranno di notte, del quotidiano che arriva in edicola con le notizie distribuite dalle agenzie 24 ore prima: troppo tardi, il popolo del Web è già andato oltre e in quelle ore di scarto a tamburo, al prezzo di un quotidiano, possiede già le notizie potenzialmente da tutte le agenzie del mondo! Per fare un esempio, un italiano che vive in America riceve verso mezzanotte il telegiornale che in Italia è il primo del mattino successivo. Bene, quell'italiano se collegato con Internet, quelle notizie le ha già lette ieri! Capito la differenza?

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