lunedì 24 marzo 2014

Il fatto che l'alfabeto fonetico abbia permesso alla società di privilegiare l'occhio in cambio dell'orecchio, rappresenta forse sul piano politico e sociale la più grande esplosione d'energia che una struttura sociale possa sopportare. La frammentazione e la sequenza dell'alfabeto, la facilità con cui poteva essere appreso, la diffusione della scrittura, non solo fece uscire la cultura dal Tempio ma generò l'organizzazione militare e sociale fatta di lavori e non di ruoli. La scrittura che viaggiò per le strade del mondo favorendo l'imperialismo, approdò alla stampa con caratteri mobili generando il nazionalismo e tutte le tecniche con le quali si frazionava il lavoro, fino ad arrivare alla catena di montaggio.
L'alfabetizzazione, la frammentazione, il catalogo e l'organizzazione delle società visive hanno fatto credere erroneamente alla società occidentale di essere in qualche modo superiore alle società che erano rimaste auditive. Fino all'avvento del computer.
Abbiamo detto che ogni invenzione tecnologica dev'essere considerata come la protesi delle capacità umane. Il computer invece, essendo la propagazione del cervello umano perde la definizione di protesi e acquista quella di "campo", estensione del sistema nervoso centrale, che annulla il tempo e lo spazio rendendo immediate le reazioni trasformando in "Villaggio Globale" tutte le attività umane.
Ci ritroviamo a vivere miticamente ed integralmente anche se continuiamo a pensare secondo antichi schemi frammentari costituiti da spazio e tempo dell’era pre-elettrica. Se l’uomo occidentale aveva appreso dalla tecnologia dell’alfabetismo ad agire senza reagire (un chirurgo che operasse a cuore aperto la propria madre, sarebbe in grado di farlo senza lasciarsi coinvolgere emotivamente) ora con il nostro sistema nervoso centrale tecnologicamente esteso fino a coinvolgere l’intero pianeta, siamo inevitabilmente coinvolti ad incorporare la conoscenza di tutta l’umanità con profonde conseguenze per ogni nostra azione che ne deriva.
Ci troviamo nell’età dell’angoscia dove non è più possibile il distacco e la non partecipazione. Dopo tremila anni di espansione delle innumerevoli funzioni tecnologiche del corpo umano e delle sue funzioni, ci ritroviamo dinanzi ad una implosione. L’elettricità ed il computer hanno contratto il nostro pianeta riunendo in modo repentino e contemporaneo tutte le funzioni sociali e politiche, intensificando la nostra consapevolezza.
Non solo: l'avvento di Internet ha fatto sì che ogni computer sulla Terra si sia trasformato in un punto di una rete neuronale che avvolge tutto il Globo trasformandola nel più grande e complesso organo pensante collettivo.
L'abolizione del tempo e dello spazio che ha generato l'immediatezza di ogni azione/reazione ha fatto sì che il computer ha in qualche modo favorito il ritorno di un sistema vagamente auditivo generando la confusione in cui ci troviamo. Va da sè che consegnare cinque secoli di tecnologia dell'occhio a culture che hanno sempre privilegiato l'orecchio (Cina, Russia, India, per citare i più importanti) rappresenta in questo secolo la più grande deflagrazione di energia immane e violenza aggressiva di cui non riusciamo nemmeno a prevederne la portata.


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