martedì 25 marzo 2014

Medium freddi e Medium caldi

Uno degli argomenti più controversi di tutto il pensiero del McLuhan è la classificazione dei media come caldi o freddi a seconda della partecipazione o del coinvolgimento del fruitore. E’ persino successo che eminenti professori abbiano scritto di aver notato che persino l’autore nel definire i mezzi caldi o freddi sia caduto in contraddizione.
Nulla di tutto questo.
In realtà l’analisi dei mezzi di comunicazione di massa può essere effettuata osservando i fenomeni tutti nel loro insieme. E’ come una colata lavica che si muove e cambia continuamente il proprio stato fisico, così alcuni media sono caldi se paragonati con certi fenomeni e freddi con altri. Possono iniziare come freddi per divenire caldi e viceversa o addirittura possono saturarsi fino a capovolgere la propria funzione.
Come linea di principio possiamo definire caldo un medium che estende un unico senso fino ad uno stadio in cui si è abbondantemente colmi di dati, e freddo un medium a bassa definizione, che cioè contiene una limitata quantità di informazioni e che necessita dell’apporto del fruitore per completare la sua funzione. Sono caldi la radio e il cinema e freddi il telefono o la televisione.
Anche qui però occorre distinguere per esempio tra cinema o televisione a colori o in bianco e nero per definirne la quantità di “calore” contenuto. In linea di principio potremmo affermare che la forma calda esclude mentre la forma fredda include.

In generale comunque diciamo che i media caldi non lasciano molto spazio che il fruitore debba completare mentre viceversa i freddi richiedono un notevole sforzo di partecipazione. Salta all’occhio che il telefono sia un medium freddo perché senza l’apporto della voce umana, non assolverebbe appieno la sua funzione. Altrettanto ovvio è la natura calda della televisione che isolando un solo senso favorisce quello stato pre-ipnotico tanto caro ai pubblicitari che si inseriscono con i loro messaggi per spingerci ai consumi.
Applicando alla società gli stessi principi che abbiamo usato per i media, potremmo dire che le nazioni arretrate sono fredde e quelle tecnologicamente più avanzate, calde. Nella nostra stessa società avanzata potremmo definire la persona che vive in città, calda e il contadino, freddo. Potremmo definire calda l’epoca meccanica e fredda l’era televisiva.
Il Valzer caldo e il Twist freddo, Nel periodo di massima intensità di media caldi come la radio e il cinema, il Jazz era hot per divenire Cool jazz con il raffreddarsi dell’impatto di questi media che si stavano lentamente raffreddando.
A Mosca negli anni sessanta si verificarono le prime contaminazioni musicali con l’occidente. Ebbene, il Charleston era tollerato mentre una danza involuta come il Twist era stata proibita.
Lewis Mumford nel suo “Le città nella storia” definisce fredde le città strutturate casualmente e calde quelle intensamente riempite come Atene, per esempio, dove riuscivano a sopravvivere in una nuova e più importante dimensione, le attività democratiche e sociali del villaggio.



Nell’estate del 1962, dopo la crisi dei missili a Cuba, Stati Uniti ed Unione Sovietica decisero di instaurare una linea di emergenza per scongiurare il pericolo di una guerra accidentale. L’idea era semplice: al di là di ogni contrasto ideologico, i due presidenti in carica avrebbero comunicato direttamente tra di loro prima di prendere qualsiasi decisione sul lancio dei missili atomici. L’idea era intelligente ma le trattative durarono quasi un anno perché gli americani volevano installare una linea diretta con telescrivente, mentre i russi volevano un telefono. Andò a finire che per superare la crisi decisero di adottare tutte e due le tecnologie ma la distanza tra i due mondi rimase, e rimasero anche le incomprensioni che ancora oggi dividono società auditive da quelle prettamente visive.
Sono visive quelle società che dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili si sono evolute frammentando le funzioni proprio come sono frammentati i caratteri tipografici che in sè non rappresentano che un suono ma che nell’insieme logico-sequenziale danno vita ad uno scritto, e a un prodotto (il libro) uniforme nella fattura e nel prezzo. Dalla stampa tipografica fu relativamente semplice passare alla catena di montaggio e alla moderna società che ha privilegiato l’occhio e le funzioni del leggere.
Rimangono auditive quelle società che invece hanno privilegiato l’orecchio, il tribale, i suoni che vanno e vengono in ogni direzione.
L’occhio accoglie, mentre l’orecchio è esclusivo, discriminante, subdolo.
Semplice quindi comprendere come gli americani si scandalizzassero dei microfoni posti dagli agenti sovietici per spiare nelle ambasciate nemiche (l’orecchio), mentre li lasciava indifferenti lo scandalo suscitato dai loro aerei spia che fotografa(va)no il territorio nemico (l’occhio).


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