lunedì 17 marzo 2014

QUESTO NON E' UN LIBRO ...

QUESTO 
NON E' UN LIBRO
( E' solo un espediente dell'autore per spiegarvi le intuizioni del
McLuhan quarant'anni dopo...)

QUESTO NON E' UN LIBRO

Sembra una frase di Magritte scritta sotto la sua famosa pipa, invece è proprio così. Questo non è un libro o per lo meno non lo è nel senso classico del termine, essendo in questi ultimi anni cambiati tutti i parametri di un libro, di come era fatto, di chi lo scrivesse e di chi sono stati per secoli i suoi fruitori. Infatti, nel momento in cui lo sto scrivendo – non su carta, non usando l'inchiostro e nemmeno la penna, tanto per sottolineare le differenze – non posso escludere che per uno strano rigurgito culturale, queste note finiscano stampate su di un supporto di carta, rilegate e distribuite. Dove? Non certo il libreria, o meglio le probabilità che finisca solo in libreria sono molto ridotte, perché quello è il luogo dove è incartapecorita la stampa degli ultimi secoli con i suoi autori classici messi negli scaffali per avvicinarci ai quali dobbiamo zigzagare attraverso tavoli ed esposizioni dove si riversano trenta nuovi titoli al giorno, diecimila all'anno che con le loro copertine colorate vivono lo spazio di qualche settimana.

Infatti, escluso un centinaio di autori che possiamo ritenere intellettuali che si nutrono e sfornano letteratura, quindi vivono, esistono, si alimentano con il libro, altri autori con il libro hanno un rapporto occasionale, come la fermata obbligatoria in una stazione per il rifornimento in vista di un viaggio che porterà altrove. Autori come giornalisti, che una volta scrivevano le loro inchieste sui giornali che li stipendiavano, ora scrivono libri che li porteranno in televisione a parlare dei temi scottanti delle loro inchieste. Comici che si sono affacciati alla televisione e che grazie alla coazione a ripetere sono rimasti impressi nella memoria effimera del pubblico, approfittano del momento di popolarità per scrivere un libro a cui allegheranno un CD con il loro ultimo spettacolo, sperando di generare la richiesta di altri spettacoli. Attrici scrivono libri di ricette e cantanti memorie sui loro inizi che diventeranno sceneggiature di film giovanilistici.
Insomma, se fino al 1700 i libri erano scritti prevalentemente da coloro che li leggevano, se col romanticismo l'idea della fama e dell'immortalità risiedeva tutta nell'aver scritto un libro importante, oggi il libro è una tappa di un percorso che porta dalla notorietà (per pubblicare un libro devi già essere conosciuto) alla celebrità. La fama eventualmente verrà attraverso altri mezzi.
Questo, quindi non è un libro ma un espediente escogitato dall'autore per far il punto sul McLuhan quarant'anni dopo. Non è scritto in modo rettilineo ma circolare: vuol dire che potete aprirlo a caso e finire di leggere dove vi pare, senza alterare la struttura di questa conversazione.
E per ora, fermiamoci qui.

La società tattile trasformerà le nostre città imponendo la sua velocità, che è quella dell'elettrone. Abolirà le distanze ma soprattutto smaterializzerà i medium di comunicazione. Il denaro da moneta si trasformerà in credito, la parola scritta muterà in immagine e per poter essere processata, in pixel e, poi, in bit di informazione. Alla struttura lineare dei testi subentrerà la fluidità degli ipertesti. E le murature, sinora solide e perenni, diventeranno sottili membrane che, simili alla pelle, interreleranno l'uomo con l'ambiente circostante. Basterà un comando vocale o il semplice movimento del corpo per aprire porte, muovere oggetti, accendere elettrodomestici. All'esterno il vento o la luce per comandare l'oscuramento di un infisso o avviare l'impianto bioclimatico. Se l'architettura tradizionale ha dato forma ai muscoli e alle ossa alla costruzione, la contemporanea attiverà nuovi sistemi nervosi....
( Marshall McLuhan, una sua profezia scritta nel 1940)

§

Nessun commento:

Posta un commento