sabato 29 marzo 2014

L’ABBIGLIAMENTO

Analizziamo uno dei principali mezzi di comunicazione di massa secondo il McLuhan:

L’ABBIGLIAMENTO

L’abbigliamento - protesi della pelle - può essere considerato un meccanismo per il controllo della temperatura, una componente sessuale e la comunicazione esteriore del livello sociale. Per comprendere meglio questi meccanismi, torniamo ad analizzare il nostro ominide che, come ricorderete, con la posizione eretta aveva acquisito la capacità di manipolare l’ambiente, e con l’estensione della laringe aveva cominciato a modulare i suoni, ottenendo non solo grida, ma grugniti espressivi, suoni modulati, canti con cui accompagnare le prime danze rituali.
La posizione eretta causò un altro fenomeno: scoprì i genitali maschili e spostò in avanti quelli femminili che permisero l’atto sessuale in posizione frontale. La necessità di coprire il seno delle femmine forse scaturì dall’innata gelosia del capo clan, o più praticamente fece in modo di evitare l’eccitamento dei giovani maschi alla vista delle femmine nude.

Ad un certo punto, all’interno della comunità, saltò all’occhio che non era la medesima cosa essere coperti da pelli di animali domestici quali cani, capre, conigli che proteggevano dal freddo in modo eccellente ma che avevano un diverso valore rappresentativo dalle pelli di animali feroci o mitici che venivano indossati dai capi branco. Non solo, non è escluso che fu questa molla a scatenare la competizione tra giovani che mostravano il loro valore esibendo pelli di animali selvaggi uccisi grazie alla loro abilità. Non è escluso nemmeno che i primi gruppi appartenenti allo stesso clan si organizzassero per cacciare animali pregiati la cui pelle avrebbe ricoperto il loro capo gerarchico, dando inizio a quello che Levi-Strauss definì come fase in cui si imposero il totem, la religione ed il tabù.

L’abbigliamento e le abitazioni in fondo assolvono lo stesso compito, cioè quello di proteggere dalle variazioni dell’ambiente esterno, ma l’abbigliamento è un’estensione più diretta della superficie esterna del nostro corpo. Non solo.
Per quanto riguarda la componente sessuale, si riesce a decifrare qualcosa solamente se si considerano sesso e abbigliamento come fattori interdipendenti tra loro.
Ci sono oggi tribù africane dove le donne, che camminano senza imbarazzi a seno nudo, per nessuna ragione al mondo sarebbero disposte a scoprire le loro ginocchia in pubblico. Un altro fenomeno dei giorni nostri è il turismo che assale luoghi incontaminati, dove sulle spiagge si vedono masse di “civilizzati” che prendono il sole praticamente nudi, mentre la medesima cosa, non passerebbe per la mente degli indigeni perché nelle culture arretrate, ancora incastonate in una vita sensoriale e tattile, e non ancora astratte dall’alfabetismo e dall’ordine visivo industriale, la nudità è considerata patetica.
Persino il famoso rapporto Kinsey sulla vita sessuale del maschio americano, registrò con sorpresa che i contadini ed in genere le persone sottosviluppate non amavano la nudità nei loro rapporti coniugali.

Un altro fenomeno da analizzare è l’avvento massivo della televisione a colori negli anni sessanta che trasformò gli europei, che dal dopoguerra si erano sempre vestiti con tagli sobri e colori grigi, in individui colorati secondo l’esempio dato dagli americani che ci invadevano con il loro cinema che conteneva messaggi consumistici, pieni di frigoriferi, elettrodomestici, birre in lattina e – udite udite – abbigliamenti casuals coloratissimi e poco impegnativi. Per contro, furono gli americani, influenzati dagli stessi media, ad assumere un atteggiamento rivoluzionario che si espresse con l’abbigliamento all’europea, con i patio, con le piccole auto. Come ai tempi della rivoluzione francese, l’abbigliamento assunse anche i connotati di protesta politica (i figli dei fiori, per esempio) e della ribellione contro i valori uniformi del consumatore. Si cominciò a vedere cambiamenti non solo con l’abbigliamento ma con i libri tascabili, le barbe, le acconciature femminili che persero la loro caratteristica scultorea per la praticità tattile. Insomma le donne americane iniziarono a proporsi come persona da toccare e “maneggiare” e non solo come icona da contemplare.

Nella Russia degli anni settanta il fenomeno assunse proporzioni quantomeno bizzarre. Infatti sulla spinta delle tendenze occidentali, alcuni programmi televisivi russi cominciarono ad essere interrotti da forme di pubblicità che decantavano prodotti di abbigliamento e di bellezza che non erano presenti sul mercato. Infatti al comunicato pubblicitario non corrispondeva la distribuzione dei prodotti, praticamente inesistenti.

Esiste oggi la tendenza a nuovi equilibri man mano che ci rendiamo conto della nostra preferenza per tessuti rozzi e per abiti con forme scultoree. Dopo che per secoli siamo rimasti completamente vestiti e chiusi in spazi visivi uniformi, con l’era elettrica ci ritroviamo in un mondo che respira, vive e ascolta con l’intera epidermide. Con i nuovi materiali con cui confezioniamo abiti e dimore, la nostra sensibilità si muove in un mondo di forme e di colori che fanno della nostra epoca una delle più ricche nella storia della musica, della poesia, della pittura e dell’architettura.

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